beata Margherita di Savoia

dipinto, 1669 - 1699

La Beata Margherita di Savoia è raffigurata al centro a figura intera, in abito monacale bianco e manto nero che le copre anche il capo, coronato con corona ducale. E' posta di tre quarti verso destra, con il braccio sinistro aperto e quello destro piegato con la mano destra sul petto. Dietro di lei, a destra, è un cervo sdraiato a terra. A sinistra le appare Cristo, in abito di colore rosso e manto verde, che le porge con la mano destra tre frecce. Accanto a lui sulla nuvola sono un angelo e un angioletto. Cielo dorato; a destra una parte di edificio con arcata. Cornice in legno intagliato

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La Beata Margherita di Savoia visse nel XV secolo, e dopo la morte del marito, conte di Monferrato, entrò nel Terz'Ordine di San Domenico; morì nel 1464 e fu beatificata nel 1669: Réau L. Iconographie de l'Art Chrétien, tomo III, vol. II, Parigi 1958, p. 884. Il dipinto rappresenta l'episodio dell'apparizione di Cristo alla Beata. Cristo le offrì la scelta tra tre frecce simboli di malattia, calunnia e persecuzione e Margherita le prese tutte. E' probabile che l'opera sia stata realizzata in occasione della beatificazione (1669), o nei decenni immediatamente successivi; anche stilisticamente il dipinto è collocabile nella seconda metà del XVII secolo. La traccia più antica del culto della Beata è finora il prezioso altarolo attribuito a un pittore albese intorno al 1500 (Torino, Collezione privata), realizzato a tecnica mista su tavola, in cui, nella scena centrale, Margherita è inginocchiata in atto di preghiera, presentata da Santa Caterina da Siena, a lato della Madonna che allatta Gesù Bambino: Romano G. scheda 19, in Romano G. (a cura di), Macrino d'Alba protagonista del Rinascimento piemontese, catalogo della mostra, Alba 2001, pp. 62-63. L'altarolo attesta una tradizione iconografica precedente a quella delle tre frecce, forse inventata dal Baresiano nel 1638 e replicata vistosamente nella grande pala di Carlo Maratta e collaboratori per la Chiesa di San Filippo a Torino. Perdita totale della doratura della cornice, attaccata da insetti xilofagi. Nella verifica inventariale a seguito della vendita allo Stato (1982) il dipinto risultava presente nel Corridoio C, camera 3
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100205370
  • NUMERO D'INVENTARIO R 8164
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • ISCRIZIONI retro della tela, in giallo - R 8164 - corsivo - a matita -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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