Madonna con Bambino in trono

dipinto, post 1500 - ante 1524

Il dipinto è circondato da un doppio bordo rosso e bianco, all'interno del quale si trova lo sfondo verde e blu e il pavimento rosso a motivi tondeggianti. La Madonna è seduta su un trono con il basamento di forma mistilinea e con la copertura decorata a motivi floreali; essa indossa una veste rossa, sopra a questa un manto blu con il risvolto verde. Il Bambino, in piedi sul ginocchio destro della Madre, è completamente nudo e tiene nella mano sinistra un piccolo globo, mentre sua Madre nella mano sinistra ha un piccolo libro bianco, la cui copertina è decorata con una cornice rossa

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Cagnola Sperindio (notizie 1505-1521)
  • LOCALIZZAZIONE Baceno (VB)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Paolo Venturoli (p. 254) attribuisce la realizzazione di questa Madonna in trono a Sperindio Cagnoli, basandosi su analogie stilistiche con altre sue opere, come ad esempio la Madonna dipinta nella Chiesa della Natività della Vergine a Cavandone e quella presente nello sportello del Trittico conservato nella chiesa parrocchiale di Masera. L'ultimo pittore della famiglia Cagnola si distanzierebbe da Francesco, suo fratello, e da Tommaso, suo padre, capostipite di una delle botteghe di pittori novaresi più attive a cavallo tra XV e XVI secolo, per una differente resa dei modi espressivi. Questi infatti lo allontanano dalla grazia tardogotica degli affreschi realizzati nel Novarese fino al secondo decennio del 1500 e lo avvicinano al clima rinascimentale diffuso nell'alto Piemonte da Gaudenzio Ferrari, di cui fu collaboratore, come dimostra il contratto dell'ancona per l'altare maggiore di San Gaudenzio a Novara, stipulato il 20 luglio 1514. Prescindendo dall'attribuzione a Sperindio, che impedirebbe di spostare oltre il terzo decennio del XVI secolo l'esecuzione del dipinto, due termini ante quem per datare quest'affresco sono il 1539 e il 1553, anni graffiti sulla superficie dell'affresco; la seconda di queste date in particolare fa parte di una lunga iscrizione incisa sul basamento del trono che ricorda la sepoltura del Parroco Domenico De Palude ai piedi del pilastro su cui si trova il dipinto. Il Basello (p. 26) fa rilevare come "l'ignoto artista. abbia inserito nel dipinto, oltre l'aspetto surreale, diverse soluzioni stilistiche, dedicando grande attenzione al naturalismo rinascimentale, nel descrivere puntualmente i particolari anatomici, e nel tracciare quella prospettiva centrale, allestendo un baldacchino dalla stoffa setosa, che copre e restringe la profondità dello spazio retrostante. Condizione necessaria perché l'immagine dei protagonisti appaia fortemente ravvicinata allo spettatore in una sorta di dichiarata intimità"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100203963
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sul bordo del mantello - 1539 - lettere capitali - a sgraffio - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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