paramento liturgico, insieme - manifattura italiana (terzo quarto sec. XVIII)
paramento liturgico,
1760 - 1770
Il parato, formato da una pianeta, un velo di calice, una stola ed un manipolo, è confezionato con un taffetas cangiante (l'ordito è blu, la trama è rossa) broccato con seta bianca, crema, due tonalità di viola, due tonalità di verde, arancio, rosso, mattone, rosa, celeste e seta riccia color crema. Sullo sfondo si snoda, con andamento a meandro, un sontuoso nastro che si ripiega su se stesso, dal quale nascono mazzi di fiori che sembrano essere trattenuti da un elemento di difficile interpretazione, simile ad un piccolo drappo maculato. L'insieme liturgico è rifinito con galloni in oro filato, di due altezze, decorati con foglie di vite intervallate da grappoli d'uva. E' foderato con taffetas bordeaux
- OGGETTO paramento liturgico
- AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana
- LOCALIZZAZIONE Caravino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il taffetas impiegato per confezionare il parato è un sontuoso esempio della produzione serica del settimo decennio del Settecento, come illustra il motivo a meandro che, in infinite varianti, viene impiegata per i tessuti realizzati in questo arco cronologico. Questa stoffa può essere confrontata con la coeva pianeta del Museo Diocesano di Brescia (Indue me Domine. I tessuti liturgici del Museo Diocesano di Brescia, Venezia 1998, p. 156, schedas n. 53 di A. Geromel Pauletti) con la pianeta conservata presso la chiesa di Notre-Dame des Doms ad Avignone (Merveilles d'or & de soie. Trésors textiles de Notre-Dame des Doms du XVI au XIX siècle, catalogo della mostra, Avignone 2000, p. 58, scheda n. 40 di E. Dutocq e O. Valansot), con il parato conservato il Museo di Arte Sacra della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo alla Ferruccia (M. C. Masdea (a cura di), Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo alla Ferruccia. Museo di Arte Sacra, Prato 2000, pp. 104-105, scheda n. 7 di P. Peri), con il paramentale della Basilica di Santa Maria dell'Umiltà a Pistoia (P. Peri, Paramenti liturgici nella Basilica di Santa Maria dell'ìUmiltà a Pistoia, in E. Nardinocchi, P. Peri (a cura di), Il Tesoro della Madonna. Arredi sacri della Basilica di santa Maria dell'Umiltà a Pistoia, catalogo della mostra di Pistoia, Cinisello Balsamo1992, p. 101, scheda n. 19) e il tessuto conservato presso la fondazione Cini (D. Davanzo Poli, La collezione Cini dei Musei Civici veneziani. Tewssuti Antichi, catalogo della mostra, Venezia 1989, p. 163, scheda n. 145). Appare assai diffuso proprio fra il 1750 ed il 1770 anche il motivo della pelliccia maculata, come illustrano le numerose testimonianze giunte fino ai nostri giorni (si veda ad esempio C. Buss, Collezione Antonio Ratti. Sete Oro e Argento. Le sete operate del XVIII secolo, Milano 1992, p. 102, C. Aribaud, Soieries en Sacristie. Fastes liturgiques XVII-XVIII siècle,, catalogo della mostra di Toulouse, Parigi 1998, pp. 120-122 e G. Cantelli (a cura di), Maglificenza nell'arte tessile della Sicilia centro-meridionale. Ricami, sete e broccati nelle Diocesi di Caltanissetta e Piazza Armerina, catalogo della mostra di Vicenza, Catania 2000, vol. II, pp. 560-561, scheda n. 100 di V. Sola). In assenza di dati documentari, si ipotizza una produzione italiana del manufatto che, assai probabilmente, doveva essere stato impiegato per confezionare un abito femminile
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100203462-0
- NUMERO D'INVENTARIO SBAS TO 2248
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1993
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2002
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0