ritratto di Anastasio Germonio

dipinto, 1840 - 1840

Dipinto con cornice di legno intagliato e dorato

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 75.5
    Larghezza: 95
  • ATTRIBUZIONI Gonin Francesco (1808/ 1889): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Piazzetta Reale, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Insieme agli altri due dipinti eseguiti nel 1840 per ornare la Galleria del Daniele, su commissione di Carlo Alberto, il ritratto di Anastasio Germonio costituisce una delle prime importanti prove ad olio eseguite da Francesco Gonin in questo campo, anche se questi lavori in realtà sono più vicini alla ricostruzione storica che al vero e proprio ritratto. Per ciascuno dei tre dipinti eseguiti per la Galleria, raffiguranti, oltre a Anastasio Germonio, il Marchese di Pianezza e Renato di Chaland, il pittore ricevette 250 lire (A.S.T., Sezioni Riunite, Mandati, Controllo Generale Azienda Real Casa, mandato di pagamento del 18 novembre 1840; Casassa A., in Dalmasso F./ Maggio Serra R., 1991, p. 88). L'autore, nato a Torino nel 1808 e morto nel 1889, allievo all'Accademia dal 1828 prima di Lorenzo Pécheux e poi di Giovanni Battista Biscarra, nel 1829 esordisce al Valentino, dove espone un "Diluvio universale" acquistato dal Marchese di Cinzano. Nel 1835 espone per la prima volta anche a Brera, presentando dipinti di soggetto letterario. Nel 1837 partecipa con Luigi Vacca e Pietro Fea, alla decorazione del Duomo di Torino, iniziata nel 1834 e conclusa nel 1841. Nello stesso 1837 espone nuovamente a Brera opere di pittura letteraria e di genere "fiammingo", alcune delle quali commissionategli da Carlo Alberto. Per la Sala del Consiglio di Palazzo Reale realizza i ritratti dei Beati Umberto e Bonifazio (mandato di pagamento del 14 giugno); nel 1838 presenta all'esposizione dei Prodotti dell'Industria e degli Oggetti di Belle Arti "Francesco I fatto prigioniero nella battaglia di Pavia", il primo quadro di battaglia commissionatogli da Carlo Alberto per Palazzo Reale, a cui segue l'affresco con soggetto medioevale nella volta della Sala da Pranzo. Nel 1840 esegue per il sovrano i tre ritratti per la Galleria del Daniel, ai quali segue un'intensa attività di decoratore d'ambienti, frescante, pittore storico, sacro e ritrattista quale è annattata nel suo "Diario", già di proprieta di Marziano Bernardi (Castelnuovo E./ Rosci M., Torino 1980, v. III, p. 1448; Dalmasso F./ Maggio Serra R., Torino 1991, pp. 151-154). Il dipinto appartiene ad una serie di cinquantaquattro ritratti rappresentanti insigni personaggi dello Stato Sabaudo, che Carlo Alberto alla fine degli anni trenta volle commissionare ad artisti a lui contemporanei, proponendosi di arredare con una serie iconografica di piemontesi illustri, appositamente eseguita, la Galleria del Daniele che riacquistava così la sua primitiva funzione di quadreria (Pinto S., Torino 1988, p. 26). Nella descrizione di questo ambiente fatta da Rovere nel 1858 le pareti appaiono "...rivestite di tavolati di legno a compartimenti, divisi da lezzene con isfondi a specchi, ricche cornici ed ornamenti intagliati e dorati, e sopra caduna di tali lezzene sono collocati tre quadri dipinti ad olio da artisti contemporanei.." (p. 138). Il programma decorativo era stato concepito ed allestito intorno al 1840, come testimonia la relazione intitolata "Galleria di S. M. 1840. Personaggi illustri nazionali per Soggetti di quadri, busti, ritratti", redatta dal Conte Cesare di Saluzzo di Meneseglio (1778-1853), che allora ricopriva la carica, affidatagli nel 1830 da Carlo Felice, di governatore dei figli di Carlo Alberto. Conservato presso la Soprintendenza dei Beni Artistici e Storici del Piemonte, il manoscritto illustra i criteri di selezione dei personaggi, in cui appaiono privilegiati illustri uomini di chiesa e i nobili tradizionalmente al servizio dei sovrani nell'amministrazione e nell'esercito. I pittori chiamati a realizzare questi dipinti come Giovanni Battista Biscarra, Michele Bertrandi, Pietro Ayres, Michele Cusa, Amedeo Augero, Francesco Marabotti, Camilla Gandolfi Guiscardi, insieme a Ferdinando Cavalleri e a Luigi Gandolfi, rappresentavano i maggiori ritrattisti attivi all'epoca in Piemonte (cfr. Casassa A., La corte, l'aristocrazia, la borghesia nei ritratti e nelle scene d'interno, in Dalmasso F./ Maggio Serra R., Francesco Gonin 1808-1889, catalogo della mostra, Torino 1991, p. 88). Alcuni di questi ritratti risultano già sistemati nella galleria nell'aprile del 1840, come dimostrano alcuni documenti rinvenuti nell'Archivio di Stato di Torino (Sezione Camerale, Fondo Real Casa) da Silvia Ghisotti, dai quali risulta che fin dal 1837 Gabriele Capello lavorava al restauro di cinquantaquattro cornici "predisponendone la numerazione nello scudetto" (cfr. scheda documenti n. 121238), numeri che, nello stesso anno, gli indoratori S. Bonzanigo, P. Fagiani e F. Martini s'impegnavano a dipingere in nero (cfr. scheda documenti n. 121253). Nel 1840 è nuovamente G. Capello ad eseguire "delle cartelle da mettere sotto 43 quadri della Galleria del Daniel, tra i quali il ritratto di Emanuele Filiberto posto nel mezzo" (cfr. scheda documenti n. 121563), su ventisette delle quali Felice Spilmann esegue iscrizioni (cfr. scheda documenti n. 121574). [prosegue in Osservazioni]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100201131
  • NUMERO D'INVENTARIO 577
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2000
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI cornice, in basso al centro entro cartiglio - ANASTASIO GERMONIO - lettere capitali - a pennello nero -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Gonin Francesco (1808/ 1889)

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1840 - 1840

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'