Maria Brica sorprende li Francesi nel Castello di Pianezza, MDCCVI. Maria Bricca sorprende i Francesi nel Castello di Pianezza

dipinto,

In una sala del castello illuminata da un lampadario di cristallo, con volta affrescata e un fregio dipinto che corre lungo la parte superiore delle pareti, la popolana Maria Bricca fa irruzione con i suoi soldati e sorprende i francesi impegnati nelle danze. Al centro, una dama sviene sorretta dal suo cavaliere, mentre a sinistra, su un palco, i musicisti alzano le braccia spaventati. Cornice in legno intagliato e dorato con decorazioni in pastiglia a volute vegetali

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Gonin Francesco (1808/ 1889): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Convento dei Servi di Maria
  • INDIRIZZO Strada alla Basilica di Superga, 73, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il soggetto del dipinto è legato all'assedio di Torino del 1706: la popolana Maria Bricca, al comando di un manipolo di granatieri, irrompe nel castello di Pianezza dove la sera del 5 settembre i francesi si trovavano impegnati in musiche e danze, sicuri di non poter essere raggiunti per la piena dei corsi d'acqua vicini. In seguito a questo gesto coraggioso, i piemontesi poterono circondare il castello e costringere i francesi alla resa. ; Il dipinto fu realizzato su commissione di Carlo Alberto re di Sardegna nel 1844, e ricordato in quell'anno da Gonin nel proprio Diario, inedito (vedi scheda di M. C. Gozzoli nel catalogo della mostra "Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna, 1773-1861, a cura di E. Castelnuovo e M. Rosci, Torino 1980, v. I, p. 424). Il mandato di pagamento della Real Casa risale al 12 marzo 1844. La tela faceva parte della serie di dodici dipinti riferiti alla fedeltà dei sudditi ai sovrani, di vari artisti, destinati ad arredare la Sala del Caffè di Palazzo Reale, rinnovata a partire dal 1841 sia sotto il profilo architettonico sia sotto quello della decorazione (Clemente Rovere nella sua "Descrizione del Reale Palazzo di Torino" edita nel 1858 la registra sulla "parete a borea, a sinistra della porta", p. 155). Insieme ai tre ritratti sabaudi (Amedeo VIII di Arienti, Carlo Emanuele I di Molteni e Vittorio Amedeo II di Bezzuoli) e alle tre tele delle "benemerenze culturali" dei Savoia, di Storelli, che completavano l'arredo della sala, il nucleo fu inviato nel gennaio 1898 alla basilica di Superga e sistemato negli appartamenti reali annessi alla basilica (bolletta di scarico n. 6 del 31 gennaio 1898, cfr. nn. 259-276 dell'inventario di P. Reale del 1879-1898, A.S.T., Casa SM 4536). L'opera figura al n. 192 del "Catalogo della mostra dell'Industria e delle Belle Arti di Torino" tenutasi al Valentino nel 1844 (Torino 1844, p. 49). All'esposizione annuale del Valentino figuravano anche altri due dipinti provenienti da Palazzo Reale dedicati alle gesta di donne eroiche: "Caterina Segurana combatte virilmente sulle mura di Nizza al mare MDXLIII" di Michele Cusa e "La contessa Beatrice di Lucerna risponde eroicamente alle minacce del maresciallo di Brissac" di Angelo Capisani, entrambi commissionati dal re Carlo Alberto. Dopo aver visto il dipinto, Goffredo Casalis inserì la narrazione dell'episodio nel suo "Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna": "L'intrepida Maria con una scure in mano si precipita la prima nella sala, e tale fu lo stupore dei danzanti, che in sulle prime non sapevano indovinare se questa apparizione fosse un colpo di teatro od una sorpresa dei nemici" (volume XIV, Torino 1846, p. 448). La scelta dell'episodio si collega alla fortuna del tema dell'assedio di Torino del 1706, accomunante Vittorio Amedeo II con il principe Eugenio di Savoia, e in particolare dalle numerose riprese pittoriche e scultoree del gesto di Pietro Micca realizzate in quest'epoca (anche per la Sala stessa del Caffè, di Michele Cusa). Per quanto riguarda invece le fonti utilizzate per dal sovrano per la committenza di questo genere di pittura storica, rivolta alla celebrazione delle glorie sabaude, ci si deve riferire, più che alle contemporanee opere di Luigi Cibrario e Domenico Promis (autori della "Storia metallica della Monarchia di Savoia" del 1833), a trattazioni storiche di poco precedenti, di carattere più narrativo e divulgativo, come le "Mémoires historiques sur la Maison Royale de Savoie" del marchese Costa de Beauregard, Torino 1816, l'"Histoire de la Maison de Savoie" del Frézet, Torino1826-27, "I secoli della Real Casa di Savoia ovvero Delle Storie piemontesi" del Paroletti, Torino 1827-40, il "Compendio della Istoria della R. Casa di Savoia" di Davide Bertolotti, Torino 1830, ristampata nel 1833 ad uso scolastico. La finalità ideologica generale, insita nel tema del rapporto tra i sudditi e il sovrano, implicava, accanto agli episodi di storia maggiore, anche la ricerca e la scelta di personaggi e vicende di storia locale minore riproposti dalla cultura romantica, come appunto Pietro Micca o Maria Bricca. Un'incisione tratta dal dipinto, eseguita su disegno di G. Zino, figura sul risvolto di copertina del volume "Fasti della Reale Casa di Savoia e della monarchia descritti da Tommaso Vallauri e corredati d'incisioni eseguite da valenti artisti sui disegni di G. Zino" edito a Torino da G. Pomba nel 1845
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100200845
  • NUMERO D'INVENTARIO 369
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2000
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • ISCRIZIONI in basso a sinistra - F. Gonin 1844 - a penna -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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