mano indicante
Il braccio-reliquiario poggia su una base esagonale decorata sulle sei facce da un motivo a traforo di rosette quadrilobate. Il braccio, fissato alla base tramite dei ganci, presenta nella parte inferiore una finestrella apribile contenente la reliquia del braccio di San Giacomo Minore (racchiusa in un ricettacolo a forma di croce). L'avambraccio è decorato da tre bande, due disposte in senso orizzontale ed una in senso verticale. Tutte e tre le bande sono decorate da un motivo perlinato lungo i bordi e presentano 12 piccole formelline a losanga con le immagini a mezzo busto degli Apostoli in smalto traslucido (paletta: verde, giallo, rosso, nero e azzurro per i fondi). Attorno a ciascuna formella smaltata sono disposte quattro piccole piastrine circolari in rame dorato con tre fori ciascuna, cui sono fissate, tramite filo d'argento- tre palline argentate. Alle formelle con smalti si alternano grosse paste vitree "en cabochon" (verde, rosse e trasparenti) (continua in NSC)
- OGGETTO reliquiario antropomorfo a braccio
-
MISURE
Altezza: 57
Lunghezza: 19.5
Larghezza: 17.5
- AMBITO CULTURALE Ambito Vercellese
- LOCALIZZAZIONE Vercelli (VC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE (prosegue da DESO) a loro volta incorniciate da quattro paste vitree colorate più piccole. La fascia verticale è arricchita da dieci sferette in rame dorato con paste vitree rosse e verdi alternate incastonate all'interno. La mano in argento sbalzato è raffigurata nell'atto di benedire, presenta infilato al dito indice un anello in argento inciso con l'immagine di un rametto di palma fissato ad un cuore (ad evocare la croce del Sacro Cuore), verosimilmente aggiunto al reliquiario dopo il XIV secolo.Il reliquiario venne commissionato e donato al capitolo dall'Arcidiacono Martino Bulgaro (morto nel 1362): si tratta dello stesso personaggio che commissionò la statuetta argentea con S. Eusebio e donò alla sua chiesa l'alberello di corallo con pietre preziose, più tardi fissate al "reliquiario della Beata Vergine di S. Caterina e S. Barnaba". I necrologi eusebiani registrano infatti che Martino Bulgaro: "multa laudabilia opera per canonicos et capitulum in hac ecclesia fieri procurant videlicet brachium argenti in duo residet os beati Iacobi". Il reliquiario è successivamente ricordato nell'Inventarium del 1426 "item brachium Sancti Iacobi minoris ornatum argento cum manu signante duobus digitis et certis ornamentis circhum appositis et lapidibus diversorum colorum multis". Assai arduo un giudizio stilistico sugli smalti del reliquiario, danneggiatissimi e quasi completamente illeggibili. Data l'origine senz'altro locale del braccio-reliquiario, s'impone un confronto con la miniatura vercellese del 1340-1360, ma tra i codici trecenteschi attualmente conservati in Capitolare non vi è nulla che si avvicini a questi smalti. Il ritratto meglio conservato, quello dell'apostolo con barba nera posto sulla banda orizzontale inferiore, sembra piuttosto in sintonia con alcuni affreschi vercellesi del 1350-1360 (gli allievi di Tommaso Gallo, nella tomba di Tommaso Gallo nella chiesa di S. Andrea) che guardavano al filone realistico della pittura lombarda del primo Trecento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100171263
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1998
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0