GLORIA DELLA CROCE, PROFETI E ANGELI

dipinto, 1683 - 1683

L'ottagono centrale, incorniciato da una prospettiva architettonica, rappresenta la figura della croce con la Sindone portata in gloria da un gruppo di angeli. Nei campi definiti dalle finte architetture compaiono angeli con i simboli della passione che si alternano a figure allegoriche poste entro cartigli. Nelle vele sono affrescati, entro nicchie i quattro profeti

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Taricco Sebastiano (1641/ 1710): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Vicoforte (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Al 1683 è datato il pagamento per la volta della cappella di San Benedetto: Sebastiano Taricco riceve 950 fiorini. Sono inoltre saldate le spese per i suoi collaboratori: sono elencati "Emilio uno degli aiuti", che è pagato fiorini 207, "Salvatore" indicato come garzone, che riceve per due mesi 50 fiorini e infine Giuseppe Nuvolone. La quietanza riguarda solo la parte centrale della volta: nel novembre del 1683 Sebastiano Taricco si impegna con l'abate del Santuario Marcantonio Carretto a "perfezionare le pitture della cappella di San Benedetto" promettendo di "ripigliare il lavoro delle suddette pitture, ch'ancora restano da farsi di quattro profeti nè quattro peducci della volta di detta cappella, nella facciata al di dentro sopra le porte, et ne' campi dietro ai due archi di marmore", indicando la "prossima ventura primavera" come data di inizio dei lavori. La conlcusione definitiva degli affreschi è dell'ottobre del 1686 data della ricevuta di pagamento di Sebastiano Taricco per la somma di "doppie venticinque Savoia quali sono per compito pagamento per pittura da me fatta nella cappella della Ser.ma Infante. Gli studi critici hanno riconosciuto negli affreschi del santuario l'importanza dell'aggiornamento sulla pittura di Andrea Pozzo, che nel 1675-1679 aveva affrescato la volta della chiesa della Missione a Mondovì, un confronto che gli permette di superare la formazione torinese presso i cantieri di corte e soprattutto l'impronta di Giovanni Andrea Casella. Giovanni Romano definisce la decorazione della cappella di San Benedetto "un esito tra i migliori" della carriera di Taricco, da confrontare con gli affreschi del palazzo Gotti di Salerano a Cherasco. Rispetto agli affreschi di Sant'Agostino a Cherasco, realizzati tra il 1671 e il 1676, la gamma dei colori si schiarisce e si rinforza (come è già visibile nella pala della Visitazione, datata 1682, per la chiesa di San Filippo a Fossano), l'effetto della decorazione per l'apporto di Padre Pozzo, è molto più spettacolare, ma anche caricaturale, soprattutto nelle figure dei Profeti. Un'ironia giocosa che dimostra la capacità di Taricco di confrontarsi con modelli anche prestigiosi, conservando però una sua corposa "vena personale"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100167001-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1997
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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