angelo adorante
statua,
Plura Carlo Giuseppe (cerchia)
1665 ca./ 1737
Figure: angelo. Abbigliamento religioso
- OGGETTO statua
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ATTRIBUZIONI
Plura Carlo Giuseppe (cerchia): esecutore
- LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Benché si tratti di una scultura non prevista nei disegni di Baroni di Tavigliano, la sua esecuzione, insieme a quella della statua che l'affianca, è da collegarsi verosimilmente all'arredo dell'altare, sia per la postura degli angeli, che per i rimandi stilistici con le statue poste sulla trabeazione superiore. Bisogna precisare, tuttavia, che le analogie con questi ultimi non sono così stringenti da stabilire un'identità di mano, ma piuttosto una stessa orbita di appartenenza. Si tratta di uno scultore che sembra essere condizionato, al pari dell'artefice degli angeli soprastanti, dall'operato di Carlo Giuseppe Plura, sebbene in questo caso la semplificazione del panneggio (congruente con la forma del corpo, ma tracciato poi in modo quasi frettoloso), dei dati fisionomici e soprattutto la sproporzione e la grossolanità delle mani e dei piedi fanno ipotizzare che operi uno scultore assai meno esperto, anche di quello che esegue gli angeli soprastanti. Non si riconosce un'identità di mano neppure con gli angeli che affiancano l'altare prospiciente. L'esecuzione sembra collocarsi cronologicamente in stretta successione ai lavori di rivestimento marmoreo della cappella.La Confraternita della SS. Trinità fu fondata nel 1577 nella chiesa di S. Pietro del Gallo, trasferita nel 1598 presso la chiesa di S. Agnese. In questi anni la moglie del pittore Carracha aveva donato alla chiesa di S. Pietro la tavola della Madonna del Popolo, poi rivendicata dalla parrocchia di S. Pietro e dalla Confraternita della SS. Trinità, e ora conservata presso l'altare sinistro della chiesa. In questa stessa epoca la Confraternita bandì un concorso per la costruzione della chiesa, ma non essendo rimasta soddisfatta dell'esito attribuì l'incarico ad Ascanio Vitozzi, già iscritto alla Confraternita e successivamente sepolto nella chiesa. Nel 1606 la chiesa fu aperta al culto, anche se mancante ancora della cupola. Nel 1627 furono immessi i Teatini, secondo il desiderio del Card. Maurizio, priore della compagnia, e tre anni dopo furono costretti ad andarsene. Nel 1635 si iniziò la sistemazione dell'altare della Madonna del Popolo, finanziata dal confratello Silvestro Monteoliveto, sepolto nella chiesa, che incaricò dei lavori Carlo Castellamonte. L'anno precedente la cappella antistante, dedicata ai SS. Stefano e Agnese, era stata concessa all'astigiano Marcantonio Gambetta. La cupola fu compiuta soltanto nel 1664. Nel 1699 fu iniziato l'altare maggiore, eseguito dal luganese Francesco Aprile sul modello di Giovanni Valle. Nel 1707 fu eseguito il pavimento, su disegno dell'ingegner Bertola, sostituito poi tra il 1848 e il 1850. Entro i primi due decenni del XVIII secolo venne eseguita la decorazione a stucco del coro, destinata a fungere da cornice ad una galleria di dipinti, con l'ovato della Trinità di Daniel Seiter e due sculture di Carlo Antonio Tantardini. (segue in OSS)
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100142187
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1996
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0