balaustrata, complesso decorativo di Agliaudi Ignazio detto Giovanni Pietro Baroni, Casella Antonio (e aiuti) (sec. XVIII)
balaustrata,
Casella Antonio (e Aiuti)
1677/ 1748
Balaustrata ad andamento flessuoso con zoccolo digradante. Le estremità non saldate ai pilastri laterali si chiudono in ampie volute. I balaustri a sezione quadrangolare compongono una fila scandita da piedritti contenenti riquadri di una diversa varietà di marmo
- OGGETTO balaustrata
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MATERIA E TECNICA
marmo verde delle Alpi
marmo bigio
marmo giallo di Verona
marmo rosso di Francia
marmo/ scultura
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ATTRIBUZIONI
Agliaudi Ignazio Detto Giovanni Pietro Baroni (1705/ 1769): disegnatore
Casella Antonio (e Aiuti): esecutore
- LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Come sembra indicare la varietà di marmi adottata corrispondente a quella che compone il rivestimento della chiesa, le balaustrate appartengono al progetto di rinnovamento interno della chiesa iniziato da Juvarra e proseguito da Baroni di Tavigliano: la loro realizzazione è da fissare verosimilmente in quest'ultima fase dei lavori, in dipendenza con la decorazione in marmo degli altari laterali e dei fianchi del presbiterio.La Confraternita della SS. Trinità fu fondata nel 1577 nella chiesa di S. Pietro del Gallo, trasferita nel 1598 presso la chiesa di S. Agnese. In questi anni la moglie del pittore Carracha aveva donato alla chiesa di S. Pietro la tavola della Madonna del Popolo, poi rivendicata dalla parrocchia di S. Pietro e dalla Confraternita della SS. Trinità, e ora conservata presso l'altare sinistro della chiesa. In questa stessa epoca la Confraternita bandì un concorso per la costruzione della chiesa, ma non essendo rimasta soddisfatta dell'esito attribuì l'incarico ad Ascanio Vitozzi, già iscritto alla Confraternita e successivamente sepolto nella chiesa. Nel 1606 la chiesa fu aperta al culto, anche se mancante ancora della cupola. Nel 1627 furono immessi i Teatini, secondo il desiderio del Card. Maurizio, priore della compagnia, e tre anni dopo furono costretti ad andarsene. Nel 1635 si iniziò la sistemazione dell'altare della Madonna del Popolo, finanziata dal confratello Silvestro Monteoliveto, sepolto nella chiesa, che incaricò dei lavori Carlo Castellamonte. L'anno precedente la cappella antistante, dedicata ai SS. Stefano e Agnese, era stata concessa all'astigiano Marcantonio Gambetta. La cupola fu compiuta soltanto nel 1664. Nel 1699 fu iniziato l'altare maggiore, eseguito dal luganese Francesco Aprile sul modello di Giovanni Valle. Nel 1707 fu eseguito il pavimento, su disegno dell'ingegner Bertola, sostituito poi tra il 1848 e il 1850. Entro i primi due decenni del XVIII secolo venne eseguita la decorazione a stucco del coro, destinata a fungere da cornice ad una galleria di dipinti, con l'ovato della Trinità di Daniel Seiter e due sculture di Carlo Antonio Tantardini. (segue in OSS)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100142122
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0