ritratto di Carlo Felice di Savoia in uniforme

dipinto, 1830 - 1849

Cornice lignea intagliata e dorata con motivi a foglie nel bordo interno e a foglie ed ovoli sull'esterno. Carlo Felice è ritratto su fondo grigio scuro in alta uniforme con spalline ed alamari a foglie d'acanto argentati, il braccio sinistro avvolto nel manto rosso bordato d'ermellino, quello destro piegato accanto alla corona, nella mano stringe il bastone di comando; il petto è attraversato da una fascia rossa sormontata da altra blu, al collo il Collare della SS. Annunziata. Appuntate sul petto sei decorazioni dall'alto: la placca dell'Ordine della SS. Annunziata, dell'Ordine di Malta, dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, dell'Ordine di S. Gennaro e due non identificate

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Marghinotti Giovanni (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Castello Ducale
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto in esame è un ritratto ufficiale di Carlo Felice in uniforme, figlio di Vittorio Amedeo III e di Maria Antonia, nato a Torino il 6 aprile 1765. Salito al trono nel 1821 regnò fino alla morte, avvenuta il 27 aprile 1831, e con lui si estinse il ramo primogenito di Casa Savoia. La catena inventariale dell'opera, attribuita negli inventari storici a Giovanni Marghinotti, è incompleta ed in parte si confonde con altri ritratti del sovrano. Non è noto se si tratti di un originale del pittore sardo o se sia una copia di una sua tela, fatta realizzare forse dalla regina Maria Cristina. Non si hanno notizie certe sui primi anni d'attività di Giovanni Marghinotti, nato a Cagliari il 7 gennaio 1798, ma sappiamo che già nel 1819 il pittore si trovava a Roma. A Torino sarebbe giunto nel 1829 per esporre a Palazzo Reale tre tele: una copia dell'"Ecce Homo" di Guido Reni, un "Ritratto di Carlo Felice" e un'"Annunciazione", donata dal re alla chiesa dell'Annunziata di Cagliari, dove arriva nel maggio dello stesso anno. Del ritratto di Carlo Felice a grandezza naturale esegue, per ordine sovrano, una replica inviata al Palazzo Reale di Cagliari, dove è già inventariata nel 1830. Questo dipinto costituisce un precedente importante perché sarà ripreso dall'artista nel 1837, quando su commissione di Maria Cristina esegue una copia del ritratto cagliaritano, con la variante dello sfondo con il castello di Moncalieri e della statuina raffigurante la Sardegna conservato nel Castello di Agliè, nella sala blu dell'Appartamento del re. Marghinotti fu molto apprezzato come ritrattista, si ricordano in particolare la tela rappresentante "Carlo Felice munifico protettore delle Belle Arti in Sardegna" del 1830, un ritratto di Carlo Alberto del 1833, entrambi al Municipio di Cagliari, e altre effigi di Vittorio Emanuele II. Il pittore fu coinvolto anche nei progetti decorativi carloalbertini per il Palazzo Reale di Torino, mirati alla glorificazione della casa Savoia, soprattutto con dipinti di tematica storica. Per quanto riguarda gli anni Cinquanta, la sua attività a Torino è documentata soltanto dai titoli riportati nei cataloghi delle esposizioni (partecipò alle esposizioni triennali di arte e industria nel 1838 e nel '50 e a quelle della Società Promotrice delle Belle Arti con 19 opere negli anni 1845-46, 1848-52 e 1855-56), che ne rilevano la polivalenza tematica: nel 1852 ad esempio espone un "Ritratto di Vittorio Emanuele II", "La sultana" con n. 259, "La preghiera" e "Giacobbe scopre il pozzo per abbeverare il gregge di Rachele" e nel 1855 "Giovane borghigiana suonatrice di timpano, in riposo" con n. 265. Nello stesso anno l'artista compie un viaggio in Spagna forse motivato dal desiderio di conoscere l'arte di Goya; qualche traccia del viaggio si può cogliere, per il soggetto, nella "Fioraia catalana", esposta nel 1853 con n. 261 e valutazione di £. 500 alla Promotrice di Torino, dove nel frattempo è rientrato, e acquistata dalla regina madre Maria Teresa per il Castello di Agliè, dove si conserverbbe anche una "veduta di Sassari" del nostro pittore. Professore all'Accademia Albertina fino al 1856, quando dopo dieci anni d'insegnamento, Vittorio Emanuele II lo dispensò dall'incarico. Rientrato definitivamente in Sardegna, Marghinotti continuò a lavorare per commissioni pubbliche e private fino all'anno di morte, il 1865. Come datazione dell'opera si propongono gli anni compresi tra il 1830 e il 1849 e per confronti si rimanda ad una replica presente in castello, in deposito al secondo piano (catalogato con n. 00204073), al ritratto aulico di Carlo Felice a figura intera, firmato dal Marghinotti nel 1837 e conservato nella sala blu del'appartamento del re, ad un ritratto al Quirinale (cfr. Laureati L.-Trezzani L. "Il patrimonio artistico del Quirinale. Pittura antica. La quadreria". Milano 1993, p. 196 n. 222), ad un ritratto conservato nella villa d'Orri vicino a Cagliari, luogo di dimora del sovrano nei diciotto anni di permanenza stabile nell'isola (cfr. M. G. Scano "Pittura e scultura dell'Ottocento", Nuoro 1997, p. 72), al ritratto litografico di Angelo Boucheron (del 1823), ad un ritratto in abiti civili conservato in Palazzo Reale a Torino (cfr. Rosalba Tardito Amerio, "La Galleria Sabauda", Torino 1984, p. 44)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100137724
  • NUMERO D'INVENTARIO 1698
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2002
    2006
  • ISCRIZIONI retro, cornice, in basso, a sinistra - 1698 su etichetta rettangolare in materiale plastico rosso - a penna -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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