pettorina,
Giacomino Benedetto (notizie 1751-1799)
notizie 1751-1799
Gioiello a struttura in argento, di forma e andamento triangolare costituito da un fitto intreccio di racemi, fiori e volute a nastro che ripropongono un roseto fiorito stilizzato. La parte frontale è decorata da diamanti, smeraldi, rubini, zaffiri, granate e rosaline in una composizione armonioso di colori e misure. Il retro reca due graffe unite da una traversina
- OGGETTO pettorina
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MATERIA E TECNICA
gemma
ARGENTO
ORO
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ATTRIBUZIONI
Giacomino Benedetto (notizie 1751-1799): esecutore
- LOCALIZZAZIONE Cassa di risparmio di Biella e Vercelli
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La pettorina o pettorate fu eseguita dail'orefice torinese Benedetto Giacomino, con la supervisione dell'orafo Giovanni Amedeo Tempia, su commissione, nel 1756, dell'Amministrazione dei Santuario di Oropa. Benedetto Giacomino, torinese, fu ammesso Mastro Orafo Gioielliere nel 1751, nel 53 compare in un elenco di Mastri, dal 1756 al 1758 e dal 1772 al 1775 fu consigliere, nel 1765 era Sindaco e dal 1789 al 1799, tesoriere (A. BARGONI, Maestri orafi e argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, 1976, p. 137), il suo punzone è "Una colomba con Ramo d'Olivo fra il Rostro" (Ibid., G-83); Giovanni Amedeo Tempia, di origine biellese e residente a Torino fu ammesso Mastro Orafo Gioielliere nel 1736 e dal 1741 al 1765 fu Consigliere. Il suo punzone è 1a Vergine Santissima dei Rosario dipinta e colorita in bosco con piccola cornice dotata" (1bid., p. 238; T-15). I due autori furono incaricati per espressa volontà dell'allora rettore dei santuario Canonico Giuseppe Tommaso Martinelli (1754 - 1757). Infatti nell'Ordinato dei 28 aprile 1756 si legge che il Martinelli propone "siccome nel petto dei SS.mo Simolacro di Maria Vergine d'Oropa vi sono diverse gioje non ben ordinate, e leggiermente attaccate con piccoli fili di rame, facili a distaccarsi, e disperdersi, in occasione massime della Raccogniz.ne solita farsi in contingenza dell'Inventario, la quale si rende più difficile, per la diversità de' pezzi nei quali sono incastrate, ed in occasione pure che devonsi tali gioje purgare dalla polvere, sendo eziandio di già accaduto, che alcuna d'esse attaccate così si è distaccata con pericolo di smarrirsi, onde per sicurezza delle med.me, ed maggior decoro di d.o Simolacro, stimerebbe necessario fare ... incastrare con dissegno, e secondo l'Arte moderna, preced.e raccogniz.e, peso ed estimo loro, da farsi in presenza di loro SS.i, o di chi verrà da essi deputtato con far ... una cifra esprimente il nome SS.mo di Maria, che copri ed adomi il petto della Sagra Statua, (...)» (ASO, Ordinato, 1756). Il Martinelli continua poi la sua esposizione sottoponendo gli amministratori a "bilanciare con la loro prudenza li addotti motivi, che sono primeriamente la necessità di tal opera per sicurezza delle gioie (...) - e - il maggior decoro dei Santissimo Simolacro, fine principale de' Benefattori, che hanno fatto i preziosi Regali, quanto l'obbligo che hanno li Signori amministratori di seguire la mente di essi Benefattori, qual'è in specie di tenervi affissi al Simolacro tali preziosi Cari doni. ( ... )» (lbid.); proseguendo poi la disamina di tutti i vantaggi offerti dall'esecuzione dell'opera: la facilità di togliere e rimettere il gioiello, la maggiore chiarezza nel riconoscere le pietre e nel descriverle negli inventari, oltre al fatto che è un mezzo efficace per adempiere 1a volontà dei donanti».Gli amministratori aderirono al progetto, abbracciando tutti i propositi espressi dal Rettore con il fine che 1'opera di detto maggior ornamento venga riuscita alla possibile più perfetta e grandiosa si riservano d.ti Sig.ri di stabilire coi Sud.o giojegliere numero e qualità di d.e gioje e che dovranno servire per d.o nattualmente adornano il sacro Simolacro, rimaner debbono al loro posto, ove si ritrovano, e perfino pregano d.o Sig.r Can.co rettore Martinelli di scrivere al sud.o Sig.r Tempia giojegliere per il fatto predetto.» (Ibid.).Il 19 maggio dello stesso anno un altro Verbale dell'Amministrazione rivela come Giuseppe Dury (notizie dal 1741, quando è ammesso Mastro Orafo e Gioielliere, nel 1757 è eletto sindaco edal 1786 al 1793 compare nel catalogo a stampa, iisuo punzone era un angelo con il compasso in mano - BARGONI, 1976, p. 112) e Giovanni Amedeo Tempia, dopo aver analizzato i gioielli messi a disposizione dal santuario per la realizzazione dei gioiello, ne giudicassero la quantità insufficiente e che usecondo il loro giudicio ve ne mancava ancora una notabile quantità" (ASO, Verbale , 1756), per cui il rettore Martinelli e l'amministratore Lodovico Vialardi dovettero "supplicare S.M.a, accioché si degnasse a seconda della sua solita pia Munificenza di supplire al mancamento delle suddette gioje con far provvedere tutto quel numero d'esse gioje, che sarebbero state necessarie per perfezionare, e compire la pred.a pettorina, (...)" (ASO, Ibid.). L'estimo delle gioie donate dal duca, eseguito da Giuseppe Dul e da Amedeo Tempia ammontava a quattrocento cinquanta lire per gli smeraldi e cento cinquanta cinque per i rubini, diciannove lire per le scaglie di smeraldi , due lire per gli opali e duecento e undici lire, soldi dieci per i diamanti, per un valore complessivo di ottocentoventisette lire e dieci soldi. A queste pietre i gioiellieri aggiunsero altre 310 perle, tra cui una uperia grossa, formata a cuore con due diamanti nella freccia attraversante la med.a di valore di lire cento» (ASO; Ibid.), per il valore di " lire 400 e sei". 1 gioielli furono consegnati al Tempia, mentre l'esecuzione dell'opera fu affidata a %
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100137661
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1995
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- ISCRIZIONI sul verso sulla traversa - BENEDETTO ANNO 1758 GIACOMINO FEC - Giacomino - a incisione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0