LAMPADARIO, opera isolata - produzione piemontese (primo quarto sec. XX)

LAMPADARIO, post 1900 - ante 1925

Asta scanellatta con collarino centrale per sospensione terminante, in corrispondenza del soffitto, con nastro; da essa pendono due catenelle con medaglione centrale che si biforcano in corrispondenza della circonferenza in metallo dorato, ornata da fascia a greca e sormontata da palmette, dalla quale si dipartono filari di grani di cristallo che convergono in un piattello, al centro del quale è posta una terminazione a pigna

  • OGGETTO LAMPADARIO
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ cesellatura
    bronzo/ doratura
    bronzo/ fusione
    bronzo/ incisione
    CRISTALLO
    METALLO
  • MISURE Diametro: 62.5 cm
    Altezza: 127 cm
  • AMBITO CULTURALE Produzione Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Via XX Settembre, 88, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Pur non essendo descritto nella ricognizione inventariale del 1911, il lampadario risulta presente sul soffitto della Cancelleria della SS. Sindone sin dall'inventario del 1880 e, pertanto, dovette subire adattamenti per essere utilizzato, successivamente, con la luce elettrica. In tale inventario viene definito "antico" e, in effetti, sia il motivo ornamentale della greca che quello della palmetta, di derivazione classica, riconducono ad un repertorio di modelli utilizzato, sia per arredi che per decorazioni parietali, nel primo quarantennio dell'Ottocento, e, in particolare, presso la corte sabauda, durante i riallestimenti progettati da Pelagio Palagi (Bologna, 1775-Torino, 1860), su commissione di Carlo Alberto (Torino,1798-Oporto, 1849), re di Sardegna dal 1831, ed affidati alla realizzazione dei mobilieri Gabriele Capello, detto Moncalvo (Moncalvo/AT, 1806-Torino, 1876) ed Enrico Peters (Windsor, 1793-Genova, 1852). Sulla progettazione di arredi da parte di Palagi, con l'inserimento di motivi decorativi di gusto archeologizzante e di recupero della cultura figurativa cinquecentesca, dedotti, sia dagli importanti repertori a stampa editi negli ultimi decenni del Settecento che dal soggiorno romano (1806-1815) e dalle esperienze milanesi, nonché dai reperti delle sue collezioni, in particolare quelle di vasi antichi, cfr. L. Bandera Gregori, Palagi ornatista e arredatore, in Pelagio Palagi artista e collezionista, catalogo della mostra (Bologna, Museo Civico, aprile-settembre 1976), Bologna, 1976, pp. 177-187; E. Colle, Pelagio Palagi e gli artigiani al servizio della corte sabauda, in "Arte a Bologna. Bollettino dei Musei Civici d'Arte Antica", 1999, n. 5, pp. 59-109. Si vedano, a titolo di esempio, una sedia, oggi di collezione privata, ma proveniente dal castello di Pollenzo, firmata dal Peters, vicina a quelle dello Studio di Carlo Alberto a Racconigi con ornato a palmette nello schienale, una specchiera (1846) nell'Appartamento per i Principi Forestieri in Palazzo Reale che, pur nella semplicità del decoro, presenta il motivo della palmetta, analoga a quelle presenti sull'esemplare in esame, in corrispondenza degli angoli, oppure lo stesso motivo decorativo incluso nel decoro impiallacciato di una poltrona dell'Appartamento Reale nella residenza de La Mandria o, ancora, una coppia di trotteuses del Gabinetto Etrusco del castello dI Racconigi cfr. R. Antonetto, Gabriele Capello "Moncalvo" Ebanista di due re, Torino, 2004, figg. 78, 139, 166, 167. Appare probabile, data la sontuosità del lampadario che esso, magari abbinato ad altri esemplari analoghi, fosse stato originariamente concepito per illuminare altri ambienti di rappresentanza del primo o secondo piano, o, eventualmente, anche di altra residenza e che sia stato trasferito presso la Cancelleria solamente del 1868, quando si decise di trasferire tale ufficio, dagli ambienti "siti nel Regio Fabbricato già Quartiere della Guardia Svizzera", ove trovò collocazione l'Ufficio della Beneficenza della Real Casa, nelle stanze attigue alla sacrestia della Cappella della SS. Sindone, in precedenza occupate dal "lavatore di frutteria" Amedeo Boniscontro. In tale occasione fu utilizzato non solo l'arredo già presente, ma anche elementi tratti da altre sale smantellate o presenti nel Regio Guardamobili. Per un ulteriore confronto con un lampadario presentato a Pitti Firenze nel maggio 1993, cfr. M. Cera, L. Melegati, Piccolo antiquariato in Italia 1815-1915, Vicenza, 1996, p. 60. Da recenti verifiche l'opera sambra in reaaltà essere stata prodotta nei primi anni del XX sec. essendo nato come elemento già elettrificato
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100108150
  • NUMERO D'INVENTARIO 2357
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI fusto - 2357 - caratteri numerici - a impressione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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