PARAMENTO LITURGICO,
1875 - 1899
Il parato, formato da una pianeta, un velo, una borsa ed una stola, è confezionato con velluto tagliato ad un corpo nero. I pezzi sono foderati con taffetas di seta nero. I pezzi sono rifiniti con galloni in argento filato e seta bianca. Quello più alto ha entrambi i lati rifiniti con un motivo smerlato e sono decorati con un rametto dal quale nasce un fiore stilizzato, i rametti, che si affrontano con andamento contrapposto, sono separati da losanghe traforate. Il gallone più sottile, presenta solo un lato rifinito con un motivo smerlato ed è impreziosito da palmette stilizzate intervallate da losanghe
- OGGETTO PARAMENTO LITURGICO
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MATERIA E TECNICA
argento filato/ tessitura a telaio
altri
- AMBITO CULTURALE Manifattura Torinese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
- INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il parato testimonia il ruolo e l'importanza del velluto nell'arredo liturgico: fin dalla sua comparsa, questo tessuto, estremamente costoso per la quantità di seta impiegata per la tessitura e per l'esigenza di avvalersi di tessitori altamente specializzati,per i ricchi colori impiegati per tingere i filati e per la presenza, in molti casi, di complessi disegni spesso campiti con filati auri e argentati, assunse un valore di vero e proprio "status symbol" scelto dalle classi dominati, per rappresentare il prorio prestigio e il proprio ruolo sociale, e dalla chiesa. I parati, comìè noto, avevano anche la funzione di simboleggiar la gloria e la maestà di Dio ed è proprio per tale motivo che, per la loro confezione, vennero scelti i tessuti più preziosi: attraverso la luminosità della seta, il bagliore dell'oro e dell'argento, complessi strutture compositive che richiedevano lavorazione lunghe e complesse, i fedeli potevano entrare nella Gerusallemme Celeste. Ed anche quando, con l'introduzione del telaio meccanico e delle tinture sintetiche, si abbassarono altissimi costi d produzione, il velluto conservò un rolo di prestigio (sul velluto si rimanda a F. DE' MARINIS (a cura di), Velluto Fortune Tecniche Mode, Milano 1993; A. KRAATZ, Velours, Parigi 1995; A. ZANNI, M. BELLEZZA ROSINA, M. GHIRARDI (a cura di), Velluti e Moda tra XV e XVII secolo, catalogo della mostra di Milano, Milano-Ginevra 1999). L'assenza di decoro rende assai problematica la datazione del manufatto, già citato nell'inventario del 1911 e quindi anteriore a questa data, mentre nell'inventario della S. Sindone redatto il 1880 sono ricordate due pianete "di velluto nero in seta guernita di gallone grande e piccolo in argento fino, foderata di taffetà nero, con annessi stola, manipolo, borsa e velo med. stato" che facevano parte di un paramentale completo (ASTO, SR., Inventario degli oggetti di spettanza di S. M. esistenti nella R. Cappella della S.S. Sindone, fol. 3, n. inventario 36-37). In assenza di precisi riferimenti, si data il parato all'ultimo quarto del XIX secolo e si attribuisce il velluto ad ambito torinese, sottolineando che i Savoia, per i propri acquisti, si rivolgono soprattutto a manifatture locali (si veda, solo per citare tre esempi, l'acquisto di damasco verde "per formare due pianete compite, e due paliotti per la Cappella della SS. Sindone" del fabbricante Giuseppe Fedele Cerruti, effettuato il 1828, cfr A.S.TO, S.R., Casa di sua Maestà, mazzo 997, Ministero della Real Casa, Azienda Generale della Real Casa. Regni di Vittorio Emanuele I e Carlo Felice, 1828, liste dal n. 398 a 727, fol. n.n.; la fattura, datata il 13 febbraio 1892 per un parato in damasco rosso, della ditta Guglielmo Ghidini di Torino, cfr. AATO, Cappella Palatina, mazzo 41, Lettere da gennaio 1882 a tutto 1911, fol. n.n.; oppure il preventivo, presentato sempre dalla ditta Gugliemo Ghidini del 4 aprile 1924 per una pianeta della ditta "Guglielmo Ghidini", cfr. A.S.TO, S.R., Casa di sua Maestà, mazzo 8536: Casa di sua Maestà, Ministero della Real Casa; Direzione Provinciale della Real Casa di Torino, fol. n.n. ).||||||
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100105328-0
- NUMERO D'INVENTARIO 2189/ 17D.C
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1993
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0