PARAMENTO LITURGICO, frammento - manifattura torinese (prima metà sec. XX)

PARAMENTO LITURGICO, 1900 - 1949

Il parato, formato da un velo e due stole, è confezionato in damasco di seta ecru, decorato con una struttura a maglie chiuse formate da carnose foglie arricciate, all'interno di ogni maglia si dispone, con andamento a scacchiera, un trionfo vegetale creato da una grande foglia a ventaglio, sulla quale si staglia un fiorellino sostenuto da piccole foglioline. I pezzi sono rifiniti con un gallone, in oro filato e seta gialla, con un bordo smerlato e decorato con sinuose foglie di quercia intervallate da un fiorellino stilizzato. Sia il velo, sia le la stole sono foderate con rasatello di cotone giallo

  • OGGETTO PARAMENTO LITURGICO
  • MATERIA E TECNICA cotone/ raso
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Torinese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
  • INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sulle due stole sono presenti i numeri di inventario 331 - 332 che corrispondono a "Due pianete, complete dei suoi accessori, di broccato bianco in seta e oro fino con gallone oro fino a colonna e foderate di taffetas seta bianca" acquistate nel 1914 dalla ditta Bellacomba (A.S.TO, S.R., Casa di sua Maestà, mazzo 12603, R. Cappella di Torino. Inventario Arredi Sacri, ecc. D. C., fol. 22) che per non corrisponde ai nostri parati. Si potrebbe ipotizzare che, in un momento non precisato, vennero sostituiti il velo e le stole del parato menzionato nell'inventario, ai quali vennero dati i medesimi numeri d'inventario. Il damasco illustra il perdurare, soprattutto in ambito ecclesiastico, di alcuni motivi ornamentale che vengono ripetuti, prive di varianti stilistiche per secoli ( si rimanda a C. BUSS, Un prezioso tessuto settecentesco di fattura lionese, in "Rassegna di studi e di notizie", 1983, Vol. XI, pp. 91-96). Fra le tipologie ornamentali maggiormente richieste si devono citare i disegni "a rete": la struttura compositiva ben si adattava alla foggia degli abiti liturgici ed esprimevano quella ricchezza e sontuosità richiesta dalla Chiesa (P. MARABELLI, La fortuna della tipologia disegnativa "a rete", in T. BOCCHERINI, P. MARABELLI, "Sopra ogni sorte di drapperia...". Tipologie decorative e tecniche tessili nella produzione fiorentina del Cinquecento e Seicento, catalogo della mostra, Firenze 1993, pp. 29-36). Il disegno del tessuto è di origine tardo seicentesca (si veda, ad esempio , D. DAVANZO POLI, La Collezione Cini dei Musei Civici Veneziani. Tessuti antichi, in "Bollettino dei Civici Musei Veneziani d'Arte e Storia, 1989, vol. XXXIII, n 1-4, pp. 85-87, schede nn. 67-69) ed ebbe un notevole successo per tutto il Sette e l'Ottocento, come illustranono i numerosi esempio ( L. SEELIG, Kirchliche Schatze aus bayerischen Schlossern. Liturgische Gewander und Gerate des 16.-19 Jahrhunderts, catalogo della mostra di Monaco, Berlino 1984; pp. 228-231, scheda n. 153;D. DEVOTI, G. ROMANO (a cura di), Tessuti antichi nelle chiese di Arona, catalogo della mostra, Torino 1981, pp. 220-223, scheda n. 30 di I. Silvestri; A. F. FIORI, I paramenti della Basilica: note storiche e tecniche, in San Giulio e la sua Isola, Novara 2000, p. 232; A. M. COLOMBO (a cura di), Le "ancone adorate" dell'alta Valstrona. La raccolta di arte sacra di Forno e Campiello, Novara 1997, p. 130, scheda n. 41 di E. Salzotti; R. ORSI LANDINI, I paramenti sacri della Cappella Palatina di Palazzo Pitti, Firenze 1988, pp. 151-152, schede nn. 85-86; (G. SCARAMELLINI (a cura di), I tesori degli emigranti. I dono degli emigranti della provincia di Sondrio alle chiese di origine nei secoli XVI-XIX, catalogo della mostra di Sondrio, Cinisello Balsamo 2002, p. 281, scheda n. 114 di G. Scaramellini; D. DEVOTI, M. CUOGHI COSTANTINI (a cura di), Musei Civici di Modena. La collezione Gandini. Tessuti dal XVII al XIX secolo, Modena 1993, p. 241, scheda n. 497 di D. Digilio; L. FORNARI SCHIANCHI (a cura di), Le trame della storia fra ricerca e restauro. Risultati di un censimento nel Comune di Borgotaro, Parma 2000, pp. 163, 245; P. GIOS e A. M. SPIAZZI (a cura di), Il Seminario di Gregorio Barbarigo. Trecento anni di arte, cultura e fede, Noventa Padavana 1997, pp. 268-269, scheda n. 95457; p. 281, scheda n. 95563; pp. 270-271, scheda n.95475; pp. 268-269, n. 95457; p. 281, n. 95563; pp. 270-271, n.95475; D. DEVOTI, D. DIGILIO e D. PRIMERANO (a cura di), Vesti liturgiche e frammenti tessili nella raccolta del Museo Diocesano Tridentino, Trento 1999, pp. 187-188, scheda n. 145 di D. Digilio). Ancora agli inizi del nostro secolo è presente nel catalogo di arredi sacri della ditta bertarelli (Catalogo generale della ditta Fratelli Bertarelli, n. 106, Milano s.d., pp. 475, 481, nn. 38 e 40). La diffusione di tale tipologia ornamentale e l'assenza di precisi riferimenti documentari non permettono una precisa collocazione cronologica; in questa sede si colloca il parato alla prima metà del XX secolo e lo si ascrive a manifattura torinese. CONTINUA NEL CAMPO OSS
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100105305A-0
  • NUMERO D'INVENTARIO 331 - 332
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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