SERVIZIO DI CARTAGLORIA, insieme di Ignoto argentiere G. C (secondo quarto sec. XIX)

SERVIZIO DI CARTAGLORIA, post 1825 - ante 1849

Profilo e luce rettangolare con vetro; battuta liscia. Fascia con profilo esterno liscio; motivo decorativo continuo a palmette entro cornici polilobate alternate a corolle floreali. In corrispondenza degli angoli, si innestano ampie palmette sbalzate ai lati delle quali sono disposti, simmetricamente, fasci di foglie accartocciate al centro dei quali vi sono alcune bacche. Il foglio contenuto all'interno è ornato da motivi dipinti a girali vegetali; foglie e pampini in corrispondenza degli angoli. Testo in caratteri corsivi con iniziale ornata. Il retro è foderato in velluto tagliato ad un corpo di colore rosso bordeaux. Gancio metallico posteriore, in alto al centro, per sospensione

  • OGGETTO SERVIZIO DI CARTAGLORIA
  • MATERIA E TECNICA argento/ cesellatura
    argento/ fusione
    CARTA
    VETRO
  • MISURE Altezza: 25 cm
    Spessore: 1.8 cm
    Larghezza: 17.5 cm
  • ATTRIBUZIONI Ignoto Argentiere G. C (notizie Sec. Xix/ Secondo Quarto)
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La serie di carteglorie, dall'analisi degli inventari reperiti, risulta sempre documentata presso la Cappella della Sindone almeno dal 1880, benché l'assenza di ulteriori documenti impedisca di precisarne l'esatto momento di acquisizione. La presenza dei punzoni visibili nello spessore e sul retro delle cornici, ovvero quello del II titolo dell'argento e quello distintivo, per tale valore, della Zecca di Torino, in vigore dal 1824 all'unità d'Italia, permettono di confermare quanto appare ad un'analisi stilistica, ove la presenza del motivo decorativo della cosiddetta "palmetta palagiana", permetteva di proporre una produzione in area piemontese ed una datazione in età, molto probabilmente, carloalbertina, cfr. A. Bargoni, Mastri orafi e argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, Torino, 1976, pp. 15-18, tav. XII. Durante il regno di Carlo Felice (Torino,1765-1831), infatti, venne emanato un nuovo regolamento, basato sul sistema metrico decimale, che abolì il ruolo dell'assaggiatore, introducendo l'uso, oltre che del punzone attestante la qualità della lega, anche di quello distintivo dell'Ufficio del Marchio, fatto che permette di affermare che l'opera sia stata prodotta da un argentiere torinese, purtroppo non identificato nei repertori noti, ma appare assai probabile che si tratti di uno degli artisti solitamente attivi per la corte sabauda. Sia il motivo ornamentale con elementi vegetali entro cornice centinata, sia quello della palmetta, di derivazione classica, riconducono ad un repertorio di modelli utilizzato, sia per arredi che per decorazioni parietali, nel primo quarantennio dell'Ottocento, e, in particolare, presso la corte sabauda, durante i riallestimenti progettati da Pelagio Palagi (Bologna, 1775-Torino, 1860), su commissione di Carlo Alberto (Torino,1798-Oporto, 1849), re di Sardegna dal 1831, ed affidati alla realizzazione dei mobilieri Gabriele Capello, detto Moncalvo (Moncalvo/AT, 1806-Torino, 1876) ed Enrico Peters (Windsor, 1793-Genova, 1852). Si vedano, a titolo di esempio, una sedia, oggi di collezione privata, ma proveniente dal castello di Pollenzo, firmata dal Peters, vicina a quelle dello Studio di Carlo Alberto a Racconigi, con ornato a palmette nello schienale, una specchiera (1846) nell'Appartamento per i Principi Forestieri in Palazzo Reale che, pur nella semplicità del decoro, presenta il motivo della palmetta, analoga al decoro in esame, in corrispondenza degli angoli, oppure lo stesso motivo decorativo incluso nell'ornato impiallacciato di una poltrona dell'Appartamento Reale nella residenza de La Mandria o, ancora, una coppia di trotteuses del Gabinetto Etrusco del castello dI Racconigi cfr. R. Antonetto, Gabriele Capello "Moncalvo" Ebanista di due re, Torino, 2004, figg. 78, 139, 166, 167. Le cartegloria sono normalmente in numero di tre e ciascuna di esse contiene i testi invariabili della messa; sono entrate nell'uso della liturgia solamente con la controriforma. S. Carlo Borromeo (Arona/NO, 1538-Milano, 1584), nelle sue "Istruzioni" distinse tra quelle di uso quotidiano, realizzate con una semplice cornice in legno chiaro, e quelle per le solennità con struttura più elaborata, eventualmente in materiali preziosi, come per la serie in esame. Inizialmente fu prescritta solo la cartagloria centrale, di maggiori dimensioni, le due laterali vennero introdotte nel corso del XVII secolo, sulla base della dimensione dei testi contenuti, cfr. S. Vasco Rocca, L'arredo d'altare, in B. Montevecchi-S. Vasco Rocca (a cura di), 4. Dizionari terminologici. Suppellettile ecclesiastica I, Firenze, 1987, p. 63; J. Perrin-S.Vasco Rocca (a cura di), Thesaurus des objects religieux. Meubles, objects, linges, vêtements et instruments de musique du culte catholique romain/ Thesaurus of Religious Object. Furniture, Objects, Linen, Clothing and Musical Instruments of the Roman Catholic Faith/ Thesaurus del corredo ecclesiastico. Arredi, oggetti, lini e strumenti musicali della chiesa cattolica romana, Parigi, 1999, p. 135
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087967-0
  • NUMERO D'INVENTARIO 2100-2101
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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