CALICE, opera isolata di Ignoto argentiere G. C (secondo quarto sec. XIX)

CALICE post 1825 - ante 1849

Piede a sezione circolare; bordo liscio; fascia con profilo filettato formata da motivo continuo di foglie dentellate lavorate a cesello. Il rimanente della superficie è liscia. Anello di raccordo filettato; fusto con nodo rotondo ornato da corolle di fiori e foglie a rilievo; nella parte inferiore del fusto sono incise foglie lanceolate stilizzate. Sottocoppa con foglie lanceolate a rilievo, alterntate ad elementi vegetali; profilo modinato; coppa dorata internamente ed esternamente

  • OGGETTO CALICE
  • MATERIA E TECNICA argento/ cesellatura
    argento/ doratura
    argento/ fusione
    argento/ punzonatura
    argento/ sbalzo
  • MISURE Diametro: 14 cm
    Altezza: 24.5 cm
  • ATTRIBUZIONI Ignoto Argentiere G. C (notizie Sec. Xix/ Secondo Quarto): argentiere
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
  • INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'oggetto risulta indicato negli inventari patrimoniali della Cappella della SS. Sindone a partire dal 1911 e non sono stati rintracciati documenti che permetteno di specificare il preciso momento in cui entrò a far parte del gruppo di suppellettili sacre di dotazione di tale importante sede di culto, né se, pur rimanendo nell'ambito dell'argenteria prodotta su istanza della corte sabauda, sia stato commissionato espressamente per tale sede. La presenza dei punzoni visibili sulla coppa e sul bordo del piede, ovvero quello del I titolo dell'argento e quello distintivo, per tale valore, della Zecca di Torino, in vigore dal 1824 all'unità d'Italia, permettono di ipotizzare una datazione al secondo quarto dell'Ottocento, cfr. A. Bargoni, Mastri orafi e argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, Torino, 1976, pp. 15-18, tav. XII. Durante il regno di Carlo Felice (Torino,1765-1831), infatti, venne emanato un nuovo regolamento, basato sul sistema metrico decimale, che abolì il ruolo dell'assaggiatore, introducendo l'uso, oltre che del punzone attestante la qualità della lega, anche di quello distintivo dell'Ufficio del Marchio, fatto che permette di affermare che l'opera sia stata prodotta da un argentiere torinese, purtroppo non identificabile nei repertori noti, ma ripetutamente attivo per argenterie attualmente conservate presso la Cappella della SS. Sindone. Tale datazione è confermata dalla presenza di motivi decorativi di gusto classicista, resi, tuttavia, grazie alla qualità della cesellatura, con estrema abilità ed intenti naturalistici evidenti soprattutto nel lieve movimento impresso alle foglie lanceolate del sottocoppa e che denuncia l'affermarsi, parallelamente ad un repertorio ormai consolidato, di una nuova sensibilità. Per la diffusione di tali stilemi a livello internazionale, a partire dalla produzione orafa romana e diffusa nello Stato Pontificio, si veda, a titolo di esempio, il decoro di un calice conservato nella basilica concattedrale di San Cassiano di Comacchio, opera dell'argentiere bolognese Alessandro Zanetti (notizie dal 1776 al 1826), cfr. F. Faranda, scheda 8, in N. Clerici Bagozzi-A. Zamboni (a cura di), I tesori nascosti delle chiese di Comacchio, catalogo della mostra (Comacchio, Palazzo Vescovile, 10 giugno-5 novembre 2000), Ferrara, 2000, pp. 259-260
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087770
  • NUMERO D'INVENTARIO 2020/ 188 D.C
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • ISCRIZIONI piede/ interno/ su etichetta rettangolare adesiva - 2020 - caratteri numerici - a penna/ rosso -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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