VITTORIO AMEDEO II E ANNA D'ORLEANS ASSISTONO IL BEATO SEBASTIANO VALFRE' NELLA RAMMENDATURA DELLA SS. SINDONE. IL BEATO SEBASTIANO VALFRE' CUCE LA FODERA DELLA SS. SINDONE ALLA PRESENZA DI VITTORIO AMEDEO II E DI ANNA D'ORLEANS

DIPINTO, post 1700 - ante 1749

In primo piano, sulla sinista, è rappresentato, inginocchiato, il Beato Sebastiano Valfrè, intento a cucire la fodera alla SS. Sindone; indossa la veste sacerdotale, cotta e stola sulle spalle. Il sacro lenzuolo è adagiato su un tavolo ricoperto con una tovaglia di colore verde. All'estremità opposta della tavola è rappresentato, di tre quarti, Vittorio Amedeo II, in atto di tenere due lembi della reliquia. Indossa parrucca bianca con lunghi riccioli, una marsina di colore azzurro profilata da gallone dorato e una sottomarsina celeste; sulla marsina placca dell'ordine della SS. Annunziata. Di fronte al Valfrè si trova Anna d'Orleans, con parrucca marrone con boccoli ricadenti sulle spalle e veste da corte di color giallo con fiocchi bianchi sulle maniche engageants e sul petto. Sullo sfondo è rappresentata un'ampia tenda rossa, parzialmente sollevata. Il pavimento è in palchetto; in primo piano, sulla destra vi è uno sgabello con gambe a biscia sul quale è posto un drappo rosso.||

  • OGGETTO DIPINTO
  • MATERIA E TECNICA legno/ doratura
    legno, intaglio
    METALLO
    tela/ pittura ad olio
  • MISURE Altezza: 87 cm
    Larghezza: 68 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Castello di Racconigi
  • INDIRIZZO via morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera venne esposta alla mostra, tenutasi in Palazzo Madama, organizzata in occasione dell'esposizione della Sindone nel 1931, ove figura di proprietà di Angela Dematteis di Oglianico. Dal momento che, sul retro del dipinto, figura solo il numero inventariale relativo all'inventariazione del 1966 appare probabile che, dopo l'esposizione, esso sia stato donato al principe Umberto II (Racconigi, 1904-Ginevra, 1983), collezionista di opere raffiguranti la SS. Sindone, che aveva partecipato personalmente alla mostra. Infatti, la tela non figura nell'inventario Oggetti d'Arte 12937 (1911-1940), dal momento che si trattava di una proprietà personale del Principe di Piemonte. L'opera raffigura il Beato Sebastiano Valfrè (Verduno/CN, 1629-Torino, 1710) mentre cuce la fodera della SS. Sindone, alla presenza del duca Vittorio Amedeo II di Savoia (Torino,1666-Rivoli, 1732) e della sua consorte, Anna d'Orleans (Parigi,1669-Torino,1728) che gli porge le forbici, in occasione del trasferimento della preziosa reliquia nella nuova cappella guariniana (26 giugno 1694). L'episodio è narrato nella Vita del venerabile servo di Dio padre Sebastiano Valfrè, edita a Torino nel 1748 e dedicata a Carlo Emanuele III (Torino, 1701-1773). Si narra che il sacro lino fosse stato deposto su un lungo tavolo e che, esaminato attentamente dal religioso, questi vi trovasse uno strappo in corrispondenza del bordo superiore e, immediatamente, per evitare danni maggiori, si mettesse a ricucirlo, cadendo in uno stato estarico, assistito dalla duchessa di Savoia. In occasione dell'ostensione per le nozze (1868) del principe Umberto (Torino, 1844-Monza, 1900) con la cugina Margherita di Savoia-Genova (Torino, 1851-Bordighera/IM, 1926) si rese necessario sostituire tale antica fodera che divenne una preziosa reliquia, essendo stata a contatto con la stessa Sindone. Il lavoro di sostituzione venne effettuato dalla principessa Maria Clotilde Napoleone (Torino, 1843-Moncalieri, 1911), sorella di Umberto, assistita dalla contessa Clementina di Brianzone, stando in ginocchio, il 28 aprile 1868. Bibliografia di riferimento: G. Lanza, La Santissima Sindone del Signore che si venera nella R. Cappella di Torino, Torino, 1898, pp. 21-22; L'ostensione della Santa Sindone-Mostra Storica, Torino, 1931, pp. 14, 68, nn. 14, 56, tav. XXIX; G. Cambursano-C. Bertana, I duchi di Savoia ed il Beato Sebastiano Valfrè mentre rammenda la Sindone, in La Sindone di qua dai monti documenti e testimonianze, Torino, 1978, tav. XVIa; C. E. Bertana, scheda n. 44, in B. Ciliento, M. Macera (a cura di), La collezione sindonica e la Cappella Reale, catalogo della mostra (Racconigi, castello, 1998), Beinasco, 1998, pp. 100-101. L'episodio ebbe una particolare fortuna figurativa, nonché devozionale e venne divulgato mezzo stampa; tra esse la più celebre, pur non direttamente derivata dal dipinto in esame che sembrerebbe essere precedente, fu quella realizzata da Giacomo Stagnon (attivo tra il 1750 e il 1772) su disegno del pittore di corte Vittorio Blansery (Torino, 1735-1775), ambientata all'interno della Cappella guariniana. Un esemplare dell'incisione ad acquaforte e bulino, acquerellato, parimenti dono fatto dal marchese Faustino Curlo di Torino al principe di Piemonte ed esposto alla mostra del 1931, si conserva nelle raccolte del Castello di Racconigi, cfr. C. Arnaldi, scheda R 890-17, in B. Ciliento, M. Macera (a cura di), La collezione sindonica e la Cappella Reale, catalogo della mostra (Racconigi, castello, 1998), Beinasco, 1998, pp. 70-71. Nella scheda della mostra del 1998 di Cesare Enrico Bertana è stata proposta, per il dipinto in esame, una datazione alla fine del XVII secolo, poco dopo, dunque il 1694; tuttavia, ad un'analisi stilistica dell'opera, e, in particolare, degli elementi dell'acconciatura, con i capelli raccolti intorno alla nuca che ricadono con boccoli laterali, trattenuti da fermagli ornati e della veste di Anna d'Orleans, non in uso alla fine del secolo, appare assai più probabile che l'opera sia stata realizzata tra il terzo e il quinto decennio del XVIII secolo quando tali elementi di moda risultano largamente utilizzati, cfr. G. Buttazzi, La moda e l'apparire: uno specchio della condizione femminile nel Seicento e nel Settecento, in A. Cottino (a cura di) La donna nella pittura italiana del Sei e Settecento. Il Genio e la Grazia, catalogo della mostra (Torino, Museo Pietro Accorsi, 28 marzo-27 luglio 2003), Torino, 2003, pp. 41-47. La tela è posta entro cornice a luce rettangolare, dorata; fascia modinata e battuta liscia. In occasione della attuale revisione non è stato rinvenuto l'oggetto già schedato nel 1993. Si trova, probabilmente, al castello di Racconigi ove fu trasferito per la mostra del 1998
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087943
  • NUMERO D'INVENTARIO 2352/ 36 S.M
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI retro cornice/ in basso/ su etich. rett. ad. stamp - 2352 - caratteri numerici - a impressione/ rosso -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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