LAVABO DA SAGRESTIA, opera isolata - produzione piemontese (fine/ inizio secc. XVII/XVIII)

LAVABO DA SAGRESTIA, post 1690 - ante 1710

L'oggetto è adossato alla parete, poggia su alto zoccolo modinato. Fusto profilato da due elementi a voluta affrontati. Al centro, pannello con cornice modinata in marmo venato con pareti laterali convesse, sormontato da valva di conchiglia con rastremature. Vasca a sezione rettangolare con fascia liscia e bordo con profilo modinato. E' sormontata da pannello in marmo venato profilato da elementi a voluta divergenti che, all'interno, presenta cornice mistilinea. La struttura regge una vasca in marmo con, al centro, rubinetto moderno in metallo per uscita dell'acqua

  • OGGETTO LAVABO DA SAGRESTIA
  • MATERIA E TECNICA marmo giallo
    marmo grigio
    MARMO ROSSO ANTICO
    marmo/ scultura
    marmo venato
    METALLO
  • MISURE Profondità: 60 cm
    Altezza: 142 cm
    Larghezza: 81 cm
  • AMBITO CULTURALE Produzione Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Cappella della SS. Sindone
  • INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Privo di indicazioni di carattere inventariale in quanto ritenuto arredo fisso della sacrestia, il lavabo in marmo policromi, pur in assenza di specifiche testimonianze documentarie, appare stilisticamente riconducibile alla prima metà del XVIII secolo, probabilmente opera di un marmoraro attivo per la corte che, a seguito dell'arrivo di Filippo Juvarra (Messina, 1678-Madrid, 1736) a Torino nel 1714, e della poltica di promozione delle arti intrapresa dal sovrano, Vittorio Amedeo II (Torino,1666-Rivoli, 1732), al fine di trasformare Torino, sede della corte, in capitale confrontabile con quelle delle principali monarchie europee, vide aprirsi numerosi cantieri che, spesso, trovarono effettiva conclusione solo nella seconda metà del secolo. Un interessante confronto può essere individuato con il lavabo della sacrestia monumentale della chiesa dei SS. Martiri di Torino, ove tradizionalmente, pur in assenza di documenti, si fa riferimento ad un intervento dell'architetto messinese, presente, nello stesso edificio, per il progetto dell'altare maggiore alla romana (1727-1730). Ciò che appare certo è che i gesuiti posero mano alla costruzione della nuova sacrestia tra il 1724 ed il 1728, come attestato da un elenco di spese sostenute, cfr. B. Signorelli, "Una chiesa per maggior servitio di Dio, aiuto delle anime et ornamento di questa città", in B. Signorelli (a cura di), I Santi Martiri: una chiesa nella storia di Torino, Torino, 2000, pp. 199-200; B. Signorelli, Gli altari della chiesa, ibidem, pp. 270-271. Tra le poche indicazioni documentarie reperite risulta che nel 1842, in occasione dell'Ostensione della Sindone per il matrimonio tra Vittorio Emanuele II e Maria Adelaide, venne dal celebre minusiere Gabriele Capello detto il Moncalvo "fatto il coperchio del lavabo che è nella Sacrestia della Cappella della SS.ma Sindone lungo metri 0.70 largo 0.35 spessore 0.04 di legno noce intestato ad "arigletti" (?) e contornato come il marmo" per un "importo tra legno e mand'opera L. 6.50"; lo stesso artigiano esegui anche il coperchio del lavabo della cappella regia, uguale al precedente.||
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087937
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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