CALICE, opera isolata di Borrani, Giuseppe Felice, Borrani Giovanni Battista (prima metà sec. XIX)

CALICE, post 1814 - ante 1839

Piede a sezione circolare profilato da fascia con motivo ad ovuli su fine cesellatura. La parte centrale del piede presenta, invece, fitte scanellature. Fusto delimitato, alle estremità, da due anelli con scanellatura analoga a quella del piede che si ripete anche nel nodo piriforme centrale. Base della coppa decorata con scanellature fortemente rilevate e bordata all'estremità superiore da motivo a merletto stilizzato. Coppa dorata internamente ed esternamente. L'oggetto è conservato entro custodia in cartone pressato, dotato di cartellino con iscrizione in lettere su una riga "Torino SS. Sindone"

  • OGGETTO CALICE
  • MATERIA E TECNICA argento/ cesellatura
    argento/ doratura
    argento/ fusione
    argento/ punzonatura
  • MISURE Diametro: 14.2 cm
    Altezza: 24 cm
  • ATTRIBUZIONI Borrani, Giuseppe Felice (1766/ Notizie Fino Al 1838): argentiere
    Borrani Giovanni Battista (notizie 1824-post 1872)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
  • INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dalle indicazioni presenti nell'inventario delle suppellettili sacre della SS. Sindone appartenenti al patrimonio di S.M., l'esemplare risulta pervenuto presso la Sacrestia della cappella della SS. Sindone con bolletta di carico n. 5 del 29 aprile 1899. Lo stesso calice è registrato in una Bolletta di Carico relativa alla Cappella della SS. Sindone che presenta la medesima indicazione, senza informazioni circa la provenienza. Data la prassi della corte sabauda, ampiamente documentata, sia nel corso dell'Ottocento che della prima metà del Novecento, di trasferire, a seconda della necessità, arredi da una residenza all'altra, appare, pertanto, assai probabile che il calice provenga da un'altra cappella, sia essa interna al Palazzo Reale di Torino o facente parte di altro complesso piemontese. L'unico punzone, solo parzialmente leggibile, presente sul calice appare essere quello di un argentiere individuabile nei piemontesi Giuseppe Felice Borrani o Giovanni Battista Borrani, cfr. A. Bargoni, Mastri orafi e argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, Torino, 1976, pp. 66-67, fig. B 181, B 186. Giuseppe Felice Borrani (Torino, 1766 ca.-notizie fino al 1838), mastro argentiere dal 1787, fu ripetutamente attivo per la corte sabauda - con produzione sia di oggetti liturgici che di servizi da tavola, scrittoio e toeletta - dalla quale ricevette nel 1815 il Brevetto di Fornitore con Privilegio di Casa Savoia. Sindaco della corporazione degli orefici nel 1820 e consigliere nel 1822, è ricordato, unitamente ai nipoti - la cui attività, documentata sino al terzo quarto del XIX secolo, risulta ancora da indagare - nelle guide commerciali di Torino tra il 1815 ed il 1822, fu premiato alle Esposizioni Torinesi del 1829, 1832 e 1839. Si caratterizzò per una produzione di estremo rigore qualitativo e tendente, da un punto di vista stilistico, ad un certo eclettismo, specialmente in date tarde, cfr. G. Sambonet, Maestri Argentieri Italiani Tra Settecento e Ottocento, Padova, 1996, p. 75. Tra le opere di soggetto sacro, su commissione dello stesso Carlo Felice (Torino,1765-1831) e della consorte, appare rilevante segnalare nel 1818, a ridosso della realizzazione dell'esemplare in esame, un calice con patena destinato al Santuario della Consolata di Torino, cfr. L. Borello, La Consolata: un Santuario, una città, Torino, 1988, pp. 77-78. Il profilo biografico di Giovanni Battista Borrani (notizie nel 1824), anch'egli ripetutamente attivo per la corte, non appare ancora delineato; l'unico riferimento risulta essere il deposito del punzone nel 1824 e la produzione di alcune argenterie da tavola, parte delle quali conservate presso il Palazzo Reale di Genova, cfr. F. Simonetti, Argenti da tavola sabaudi a Genova, Genova, 1993, pp. 49-50, 56-58, nn. 1, 7 e di un acquamanile e bacile, dalla linea sobria, conservati presso il Museo Diocesano di Sassari, cfr. M. Porcu Gaias, Il Museo Diocesano di Sassari ori, argenti, paramenti, Nuoro, 2002, p. 93, nn. 65-66. Bibliografia di riferimento per entrambi: A. Griseri, Argentieri piemontesi a Palazzo Reale, in A. Griseri-G. Romano (a cura di), Porcellane e argenti del Palazzo Reale di Torino, catalogo della mostra (Torino, Palazzo Reale, settembre-dicembre 1986), Milano, 1986, pp. 144-145. Appare certo, dalla presenza dei punzoni della Zecca di Torino, indicanti il I titolo dell'argento e dal marchio dell'assaggiatore Giuseppe Vernoni, infatti, una produzione in ambito torinese, molto probabilmente da parte di uno degli argentieri abitualmente attivi per la corte. L'utilizzo del punzone con stemma sabaudo coronato affiancato dall'iniziale D e dal numero 11 risulta essere utilizzato tra il 1814 ed il 1824, inoltre, il periodo di attività dell'assaggiatore (1754-notizie fino al 1824), permette di proporre una datazione tra la metà del secondo e la metà del terzo decennio del XIX secolo, cfr. A. Bargoni, Mastri orafi e argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, Torino, 1976, p. Si veda, per un confronto del simile decoro a baccellature, un calice, datato alla metà del XIX secolo, conservato nella confraternita di S. Ambrogio a Genova Voltri, punzonato con il delfino e la croce dei ss. Maurizio e Lazzaro, cfr. F. Franchini Guelfi, Argenti e metalli, in La Liguria delle Casacce devozione, arte, storia delle confraternite liguri, catalogo della mostra (Genova, Palazzo Reale, Teatro del Falcone, Palazzo Spinola, Palazzo Doria Spinola, 8 maggio-27 giugno 1982), Genova, 1982, pp. 158, 331, n. 209, fig. 225. La soluzione decorativa con la baccellatura, tuttavia, non risulta essere peculiare della produzione della prima metà del XIX secolo, come attestato, a titolo di esempio, dalla presenza dello stesso ornato su una pisside conservata nella chiesa di S. Anna di Acceglio, frazione Chialvetta, opera di argentiere piemontese e databile intorno al 1790, S. Damiano, scheda n. 45 in B. Ciliento-G. Einaudi (a cura di), [le Notizie storico-critiche continuano in Annotazioni]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087916
  • NUMERO D'INVENTARIO 2180/ 178 S.M
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • ISCRIZIONI piede/ interno/ su etichetta rettangolare adesiva - 2180 - caratteri numerici - a penna/ rosso -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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