RELIQUIARIO A MEDAGLIONE, serie - produzione italiana (seconda metà sec. XVIII)

RELIQUIARIO A MEDAGLIONE, post 1753 - ante 1767

Cornice a forma circolare dorata con motivo ad ovuli. Teca a luce circolare con vetro. Interno profilato da cannutiglia dorata e carta dorata variamente ripiegata; al centro è posta la reliquia con cartiglio esplicativo con iscrizione su una riga

  • OGGETTO RELIQUIARIO A MEDAGLIONE
  • MATERIA E TECNICA cannuttiglia
    CARTA
    carta/ doratura
    VETRO
  • MISURE Altezza: 4.5 cm
    Larghezza: 3.5 cm
  • AMBITO CULTURALE Produzione Italiana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
  • INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Non essendo stato possibile estrarre il reliquiario dalla teca, non sono state rintracciate né iscrizioni, né indicazioni inventariali, né eventuali punzoni che permettano di individuare le modalità di acquisizione, la provenienza e la datazione dell'oggetto, certamente conservato in una teca non originale e non descritto nell'unico inventario in cui è ricordato, ovvero quello del 1966. Anche un'analisi stilistica non permette di affermare con ampi margini di probabilità una possibile cronologia dell'oggetto dal momento che la tipologia a medaglione, di piccolo formato, spesso per devozione privata, da portarsi appeso al collo o da conservarsi, in ogni modo, vicino alla propria persona, appare largamente diffuso per secoli. Gli esemplari in esame rispondono alla tipologia di una particolare forma di reliquiario, detto "paperole", documentato a partire dal XVII secolo, il cui nome deriva dal termine francese con il quale sono chiamate le strisce di carta dorate, variamente arrotolate, che costituiscono l'elemento dominante della composizione ornamentale, che spesso imita o trae spunto da ricami, miniature o dall'oreficeria. La costanza con la quale tale produzione è stata ripetuta, fino al XX secolo, rende difficile la datazione del reliquiario, in assenza di ulteriori riferimenti. Le paperoles, eseguite in quasi tutti i paesi cattolici, sono documentate, per quanto limitati siano ad oggi gli studi sull'argomento, soprattutto in Francia, Austria ed Italia. In Torino, in particolare, oltre alla produzione da parte delle monache carmelitane, spiccarono le visitadine e le suore del Cottolengo. Raramente tali reliquiari potevano essere acquistati; per lo più venivano dati in dono ad importanti benefattori dei conventi o erano confezionati per ornare cappelle interne a chiese dei rispettivi ordini religiosi. La disposizione delle reliquie, all'interno dell'elaborata decorazione, risponde, solitamente, ad un piano teologico preciso, talvolta non immediatamente identificabile (L. Borello-P. P. Benedetto, Paperoles le magnifiche carte, Torino, 1998, pp. 8-15). La presenza di reliquiari di provenienza conventuale, nell'ambito delle collezioni sabaude, è confermato da una lettera, datata 3 maggio 1872, dell'ispettore del Regio Mobiliare, Francesco Lubatti, all'Amministrazione della Casa di S.M. in Torino, nella quale si ricorda la presenza, nel Regio Guardamobili, di numerosi esemplari donati alle regine Maria Teresa Asburgo Lorena (Vienna, 1801-Torino, 1855) e Maria Adelaide Asburgo-Lorena (Milano, 1822-Torino, 1855) in occasione delle ripetute visite ai monasteri femminili torinesi. Entrambi i reliquiari contengono, infatti, frammenti di ossa di santi francescani, fatto che ne confermerebbe la produzione in ambito conventuale. L'uno conserva un frammento di s. Francesco d'Assisi, (Assisi/PG, 1181-1226), fondatore dei tre Ordini Francescani e l'altro di s. Giuseppe da Copertino (Copertino/LE, 1603-Osimo, 1663). Pur in assenza di qualsiasi riferimento documentario, ai fini di una possibile datazione, si tenga presente che il secondo venne beatificato il 24 febbraio 1753 da Benedetto XIV e canonizzato da Clemente XIII il 16 luglio 1767, cfr. P. Doria, voce Giuseppe da Copertino, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, 2001, vol. 57, pp. 141-142; dal momento che la cedula riporta l'indicazione di Beato, l'esemplare in esame e il suo pendent possono essere datati tra il 1753 e il 1767. Per alcuni confronti si vedano, U. Bock-G. Sporbeck-Bressem-K. Weinbrenner, schede , in A. Legner (a cura di), Reliquien verehrung und verklärung, catalogo della mostra, Köln, 1989, pp. 255, n. 131, 259-260, n. 143, 262, n. 146, 264, n. 150, 274-276, nn. 176-182, 292-293, n. 220, 305-306, nn. 262-266, 307-311, nn. 274-290, 329-331, nn. 359-363; A. Bicchi-A. Ciandella (a cura di), Testimonia Sanctitatis. Le reliquie e i reliquiari del Duomo e del Battistero di Firenze, Firenze, 1999, pp. 69-70, n. 29; M. G. Molina, Un'analisi dei gioielli genovesi nei dipinti, negli inventari, nei tesori, in F. Boggero (a cura di), Gioie di Genova e Liguria oreficeria e moda tra Quattro e Ottocento, Genova, 2001, p. 112, figg. 73-74; J. Andlaver, scheda n. 339, in Les domenicaines d'Underlinden. Catalogues des oeuvres, Parigi, 2001, vol. II, pp. 185-186
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087894C
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • ISCRIZIONI teca/ interno/ su cartiglio - Ex Præcordijs/ B. Joseph/ à Cupertino - corsivo - a penna/ nero - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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