CRISTO CROCIFISSO

CROCIFISSO, post 1814 - ante 1824

Croce latina; le estremità dei bracci, profilati da cornice, sono decorate da medaglioni circolari con foglie di palma stilizzate ed elementi a voluta. Nella porzione superiore del braccio maggiore è fissato con un chiodo un cartiglio accartocciato. Sul retro, in corrispondenza dell'incrocio dei bracci, è apposta una fitta e compatta raggiera. Il Cristo, di minute proporzioni, ha il capo reclinato da un lato; i chiodi sono posti in corrispondenza dei palmi delle mani e dei piedi, disposti parallelamente. Perizoma con fitte pieghe, ginocchia piegate e convergenti. La parte inferiore del braccio maggiore termina con un motivo a palmette stilizzate e poggia su un piede, analogamente, formato da foglie stilizzate e piegate a ricciolo. La croce poggia su base a sezione quadrangolare sorretta da quattro piedi ferini. Nella parte centrale della base, entro cartelle, una per ciascuna delle quattro facce, sono posti i tre chiodi circondati dalla corona di spine

  • OGGETTO CROCIFISSO
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ cesellatura
    bronzo/ doratura
    bronzo/ fusione
    FERRO
  • MISURE Profondità: 11.5 cm
    Altezza: 56 cm
    Larghezza: 24.5 cm
  • AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
  • INDIRIZZO piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE [continuazione DESO] Il Cristo, il cartiglio e la raggera sono fissati con perni metallici alla croce nella quale fusto e piede sono anch'essi assemblati. La croce è ricordata negli inventari patrimoniali della Cappella della SS. Sindone con sicurezza, dato il reperimento di etichette, a partire dal 1880. Pur non disponendo di riferimenti certi, appare interessante rilevare che nel 1825 l'indoratore Angelo Belmondo, ripetutamente attivo per la corte, venne pagato per aver realizzato, oltre a varie serie di nuovi candelieri, anche un crocifisso da abbinare ad essi. Inoltre, L'analisi stilistica dell'oggetto permette di confermare una datazione intorno al primo quarto dell'Ottocento, data la presenza dei piedi ferini, su cui poggia la base, del particolare uso, come fosse un medaglione, della corona di spine e dei tre chiodi, ed un certo irrigidimento dei motivi decorativi vegetali a foglie di acanto. Potrebbe trattarsi di un esemplare commissionato a seguito del rientro dei Savoia nei propri domini per compensare le perdite di suppellettile sacra, realizzata in materiali preziosi, avvenuta durante l'occupazione francese. Per alcuni confronti che attestano la diffusione di tali modelli, anche al di là dei confini del Regno di Sardegna, si vedano un crocifisso conservato nel duomo di Valenza, datato all'inizio del XIX secolo e forse appartenente alla compagnia del SS. Sacramento, cfr. M. G. Molina, L'arredo ligneo, in Argenti, oggetti e paramenti del Duomo di Valenza, Torino, 1991, pp. 46-47, n. 7, tav. XIII/c; oppure una croce d'altare conservata in Cherasco, datata al tardo Settecento, cfr. R. Bonfante Tibaldi-M. G. Sangalli Taricco-B. Taricco, Sala Prima, in B. Taricco (a cura di), Arte sacra a Cherasco devozione, committenze e artigianato artistico tra Seicento e Ottocento, catalogo della mostra (Cherasco, Palazzo Salmatoris, 3 giugno-27 agosto 2000), Peveragno, 2000, pp. 32-33, n. 15. La circolarità di modelli che contraddistingue la produzione di gusto neoclassico, non permette di evidenziare distinzioni nei repertori decorativi prodotti in una corte rispetto ad un'altra, si osservi, pertanto, per un confronto, un crocifisso astile di ignoto intagliatore piacentino, cfr. P. Ceschi Lavagetto (a cura di), Il Museo della Collegiata di Castell'Arquato, Piacenza, 1994, p. 169, n. 6. Oppure alcune croci d'altare rintracciate nella provincia di Parma, tutte indicate con datazione al XIX secolo, quali l'esemplare della chiesa di S. Pietro di Porcigatone, o quello, abbinato a una serie di candelieri e inserito nella produzione del primo quarto del secolo, di S. Benedetto Abate a Baselica, o, infine, la croce, con analoga cronologia e piede con motivo a greca, del S. Giovanni Battista di Tiedoli, cfr. S. Pighi, schede, in L. Fornari Schianchi (a cura di), Le trame della storia fra ricerca e restauro. Risultati di un censimento nel Comune di Borgotaro, Parma, 2000, pp. 145, 255, 327.||
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087890
  • NUMERO D'INVENTARIO 1998/ 132 S.M
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • ISCRIZIONI sotto piede/ su etichetta rettangolare adesiva - 1998 - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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