TECA-LUNETTA, opera isolata di Riva, Giovanni (primo quarto sec. XIX)

TECA-LUNETTA, post 1800 - ante 1824
Riva, Giovanni (notizie Tra Il 1802 E Il 1824)
Notizie tra il 1802 e il 1824

Contenitore e coperchio a sezione circolare; superfici lisce, internamente dorate. Profili esterni perlinati. Al suo interno, contiene una lunetta di ostensorio dorata

  • OGGETTO TECA-LUNETTA
  • MISURE Diametro: 9.5 cm
    Altezza: 3.5 cm
  • ATTRIBUZIONI Riva, Giovanni (notizie Tra Il 1802 E Il 1824)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
  • INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'esemplare fu acquisito nel patrimonio di argenterie della Reale Cappella della SS. Sindone, come risulta da una nota a margine nell'inventario delle suppellettili del 1911, con bolletta di carico n. 10 del 12 Gennaio 1927, indicante la provenienza da Moncalieri, unitamente all'ostensorio che lo ospita. Lo stesso ostensorio, inoltre, è registrato in una Bolletta di Carico relativa alla Cappella della SS. Sindone, datata al 12 gennaio 1926, con la medesima indicazione. Nell'inventario del castello di Moncalieri del 1909 è indicata, a margine, una nota di scarico del 1 marzo 1926, bolletta n. 19 e l'pggetto risulta conservato nella Reale Cappella della residenza al piano terreno ove è documentato, attraverso le indicazioni inventariali, almeno dal 1860 con il turibolo e la navicella. Negli anni tra il 1926 e il 1939 si smantellarono diversi ambienti aulici nella residenza di Moncalieri, in particolare l'appartamento di Maria Letizia e di suo figlio il conte di Salemi, e buona parte dell'arredo venne ridistribuito tra le altre sedi della corte sabauda e vari enti pubblici, compresa la Provincia di Torino che ottenne dipinti, alcuni arredi e sculture, in parte provenienti dalla cosiddetta "Sala Gialla" del castello, per decorare la sala da pranzo del Prefetto e altre stanze di rappresentanza nella sede allora sita in piazza Castello 9 (C. E. Bertana, Note sull'arredo degli Appartamenti Reali del Castello di Moncalieri nel XIX e XX secolo, in F. Pernice (a cura di), Il Castello di Moncalieri. Restauri 1989-1990, Torino, 1990, pp. 116-117). Non dovette trattarsi, forse, della prima volta in cui l'oggetto giungeva alla Cappella della SS. Sindone dal momento che è ripetutamente documentata tra il XVII ed il XIX secolo la circolazione e lo spostamento di sede delle suppellettili sacre, come confermava anche, nell'inventario del 1860, il concierge, Luigi Fino, che, riguardo alla Cappella del Castello di Moncalieri, precisava, a margine dell'inventario nella voce Annotazioni: "N. B. Tutti gli oggetti d'arredo della Cappella R.le e della Sacrestia non sono per uso invalso propriamente dati in custodia al Concierge, ma ne tiene cura il sacrista, il quale provvede alle esigenze del servizio concertandosi con il sacrista della Cappella della SS. Sindone in Torino, il quale prende poi gli ordini superiori in proposito dal R. Guardamobili cosiché sovente succedono cambi di paramenti, ed arredi senza che il concierge locale ne sia informato." Pur in assenza di punzoni, appare pertanto probabile che la teca, con relativa custodia, sia stata commissionata contemporaneamente all'ostensorio (1814-1824); la prima dovrebbe dunque attribuirsi all'argentiere Giovanni Riva, documentato per la prima volta nel 1802, in un rapporto del Prefetto del Po, ammesso mastro argentiere nel 1815, consigliere della Congregazione degli Orefici dal 1820 al 1822 e presente per il deposito del punzone nel 1824, quando la regolamentazione nel Regno di Sardegna subì ulteriori modifiche, cfr. Ibidem, pp. 217, 296, fig. R 66; la seconda all'ambito degli artigiani periodicamente impegnati per commissioni da parte della corte sabauda, tra i quali risulta ripetutamente documentato, negli anni in esame, Luigi Vernulfo. La teca eucaristica si usa, di norma, per la conservazione delle grandi ostie consacrate; la tipologia in esame, piatta, a sezione rotonda, risponde al modello normalmente diffuso. Benché non sia prescritta la materia nella quale deve essere realizzata, trattandosi di un complemento ad un vaso sacro, dovrebbe essere dorata, come nel caso in esame, cfr. B. Montevecchi, I vasi sacri, in B. Montevecchi-S. Vasco Rocca (a cura di), 4. Dizionari terminologici. Suppellettile ecclesiastica I, Firenze, 1987, pp. 134-135; J. Perrin-S.Vasco Rocca (a cura di), Thesaurus des objects religieux. Meubles, objects, linges, vêtements et instruments de musique du culte catholique romain/ Thesaurus of Religious Object. Furniture, Objects, Linen, Clothing and Musical Instruments of the Roman Catholic Faith/ Thesaurus del corredo ecclesiastico. Arredi, oggetti, lini e strumenti musicali della chiesa cattolica romana, Parigi, 1999, pp. 158-159.||
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087801
  • NUMERO D'INVENTARIO 1999
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • ISCRIZIONI esterno teca/ su etichetta rettangolare adesiva - 1999 - caratteri numerici - a impressione/ rosso -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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