VASSOIO, opera isolata - bottega di Augsburg (prima metà sec. XIX)

VASSOIO, post 1800 - ante 1849

Sezione ovale; integralmente ornato da motivo a sbalzo su fondo finemente cesellato. La tesa è profilata da fascia filettata cui segue un'ampia fascia con motivo continuo a coppie di girali vegetali, parte opposte e parte affrontate. Cavetto con corolla floreale centrale dalla quale si dipartono, simmetricamente, girali vegetali che, ai lati, formano due cartelle mistilinee entro le quali sono poste foglie di acanto. Manici, fissati a mezzo di perni metallici, mistilinei profilati da foglie accartocciate presenti anche nel punto di innesto; i loro profili descrivono cartelle a giorno entro le quali si dispongono coppie di foglie e, nella parte più esterna, una corolla di fiori

  • OGGETTO VASSOIO
  • MATERIA E TECNICA argento/ cesellatura
    argento/ doratura
    argento/ sbalzo
    METALLO
  • MISURE Altezza: 2 cm
    Lunghezza: 51 cm
    Larghezza: 25.5 cm
  • AMBITO CULTURALE Bottega Di Augsburg
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il vassoio figura negli inventari patrimoniali della Cappella della SS. Sindone dal 1880 ove viene definito di "stile barocco". L'assenza di punzoni, fatto che potrebbe certificarne una produzione antica, più precisamente seicentesca, quando la normativa in relazione alla produzione di orefici non era ancora precisamente definita non solamente in ambito Piemontese, non permette di individuare con certezza la provenienza dell'esemplare, né la sua datazione, ma esso presenta caratteristiche tipologiche e, soprattutto, nell'ornato che non sono rintracciabili nella produzione locale. Particolari affinità possono essere rintracciate con la produzione barocca tedesca, la cui eccellenza fu raggiunta dalle botteghe di Augsburg, conosciute ed apprezzate in tutta Europa, contraddistinte da un'estrema esuberanza dell'ornato, che raramente lascia ampi spazi liberi e che afferisce, anche, parzialmente, ad una cultura tardocinquecentesca. Si veda, pur, nella parziale diversità dell'ornato, arricchito da smalti policromi, un bacile, parte di un servizio di ampolline, conservato nel Tesoro del Duomo di Udine, datato al 1735 e genericamente attribuito ad argentiere tedesco, cfr. G. Ganzer, scheda XI.10, in G. Bergamini (a cura di), Ori e tesori d'Europa. Mille anni di oreficeria nel Friuli Venezia Giulia, catalogo della mostra (Codroipo, Villa Manin di Passariano, 20 giugno-15 novembre 1992), Milano, 1992, p. 307. Si segnalano, inoltre, per un confronto, due servizi, il primo, conservato nella Camera del Tesoro della Cattedrale di Esztergom, opera di Johann Jakob Vogelhund, datato 1717-1718, con ornato a forte rilievo, come nel caso in esame, il secondo, dalla camera del tesoro del Duomo di Osnabrück, nuovamente arricchito da smalti di Johann Philipp I Schuch (1705-1710), H. Seling, Die kunst der Augsburger Goldschmiede 1529-1868, München, 1980, vol. I, p. 305, vol. II, figg. 665-666. Si osservino ancora due vassoi, parte di servizi di ampolline, conservati in Trentino, il primo del Museo Diocesano Tridentino, opera Johannes Zeckel (documentato dal 1691 al 1728), datato nei primi cinque anni del Settecento, il secondo, realizzato da Franz Taddaus Lang (notizie dal 1719 al 1773), presente nella chiesa della Natività di Maria Vergine di Pergine, risalente agli anni 1747-49, più vicino agli stilemi rocailles ormai largamente affermatisi, cfr. P. dalla Torre-M. Thierbach, schede nn. 51, 70, in D. Floris (a cura di), Argenti del Nord. Oreficerie di Augsburg in Trentino, catalogo della mostra, Trento (Museo Diocesano Tridentino, 26 giugno-6 novembre 2005), Trento, 2005, pp. 256-257, 294-295. Tale produzione, incontrando larga fortuna internazionale, si prestò anche ad essere rielaborata e parzialmente ripresa e, talora, copiata, come attesta, a titolo di esempio, un piatto da parata, datato all'inizio del Settecento, opera dell'orefice romano Fabrizio Lem (Roma, 1672-dopo il 1726), conservato nel Tesoro di San Pietro a Bologna, cfr. F. Varignana (a cura di), Il Tesoro di San Pietro in Bologna e papa Lambertini, catalogo della mostra (Bologna, San Giorgio in Poggiale, 20 settembre-14 dicembre 1997), Bologna, 1997, p. 187, n. 30, tav. 41. Si tenga presente che oggetti come l'esemplare in esame furono eseguiti più per ragioni ornamentali che litugiche e, per lo più, potevano essere utilizzati in occasione di importanti solennità
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087780
  • NUMERO D'INVENTARIO 2005/ 102 S.M
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI fondo/ su etichetta rettangolare adesiva - 2005 - caratteri numerici - a penna/ rosso -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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