reliquiario - a ostensorio, opera isolata - bottega piemontese (secondo quarto sec. XVIII)

reliquiario a ostensorio, 1725 - 1749

Base con zoccolo rialzato; alzata costituita da foglie salienti trattenute da un anello centrale. Teca ovale con bordo modanato decorata in alto da elementi fogliacei. Contiene un piccolo frammento di tessuto

  • OGGETTO reliquiario a ostensorio
  • MATERIA E TECNICA CRISTALLO
    legno/ doratura/ intaglio/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Andezeno (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE E' il reliquiario "ex ligno Sanctissimae Crucis" citato dal Roero nel 1750 come appartenente alla parrocchia (Torino, Archivio Curia Vescovile, Visita Pastorale Roero, 1750, vol. 7.1.29, f. 154) e descritto più attentamente dal Rorengo di Rorà nel 1774 (Torino, Archivio Curia Vescovile, Visita Pastorale Rorengo di Rorà, 1774, f. 186) "particulae ex ligno crucis D.N.J.C. aptae in parva theca argentea ad utroque parte crystallo abducta, sigillo... in Episcopi Casalensis J. Petri Hieronymi Caravadossi firmata, cuius authenticum documentum prolatum sacri pignoris recognitione et approbatione rev.mi Ordinar i Taurinensi. Hanc autem sacra reliquia continuo apernat in thabernaculo altaris B. M. Virginis Dolorum, quod interius nondum estitutum". Conservata dunque nel tabernacolo dell'altare della Madonna dei Dolori, di patronato della famiglia Villa, è ricordato ancora dalla Marzano (L. Marzano, La storia della chiesa parrocchiale di Andezeno, s.d. ma 1923, p. 50). L'indicazione della sua collocazione originaria permette di individuare il committente dell'oggetto come un componente della famiglia Villa, assolutamente prestigiosa per il gusto e la ricercatezza degli oggetti di cui fece dono alla parrocchiale. Esso completava simbolicamente l'iconografia della cappella dedicata alla salvazione. La sua collocazione va letta in stretta contiguità con la pala della Madonna dei Dolori collocata sull'altare e con il paliotto raffigurante la Sindone. Manca purtroppo la lettera d'autentica firmata dal vescovo di Casale Gerolamo Caravadossi. Per via stilistica si può datare l'oggetto al secondo quarto del XVIII secolo; è uno degli esempi del suo genere più alti in chiesa. La preziosità dell'intaglio delle testine dei cherubini che fungono da nodo bipolare per reggere l'urna raggiata, le volute di gusto squisitamente rococò pongono il manufatto all'interno del gusto tardojuvarriano di cui non è l'unico esemplare presente in chiesa. Altro reliquiario contenente un analogo frammento sacro è quello conservato presso la cappella privata della famiglia Berra dedicata al crocifisso: "Asservatur in hoc sacello sacrum pignum ex ligno S. S.ma Crucis D. N. J. C. in parva theca argentea forma ovalis filigrana argentea virum ornata ab utroque a parte crhystallo obductus sigillo R.mi Decessoris Archiepiscopi Rotarii firmata, cuius etiam prolatum fuit authenticum documentum" (Torino, Archivio Curia Vescovile, Visita Pastorale Rorengo di Rorà, 1774, f. 205 - 205v)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100055727
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI All'interno della teca, su cedula - sign(o) vinces - a penna - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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