reliquiario a teca - a cassetta, opera isolata - bottega tedesca (secondo quarto sec. XVII)

reliquiario a teca a cassetta, 1625 - 1649

Piccola cassetta lignea la cui faccia anteriore è caratterizzata da un vetro ottagonale attraverso cui si vedono le reliquie di San Giuseppe da Copertino

  • OGGETTO reliquiario a teca a cassetta
  • MATERIA E TECNICA argento/ laminazione/ sbalzo
    legno, intaglio
    VETRO
  • AMBITO CULTURALE Bottega Tedesca
  • LOCALIZZAZIONE Andezeno (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'urna contenente le reliquie di S. Giuseppe da Copertino non è citata in nessuna delle visite pastorali. La Marzano informa invece che tra i reliquiari in forma di urna vi è una cassetta nera, ornata con lamine d'argento e munita di cristalli contenente un gran cilicio ed altri oggetti di San Giuseppe da Copertino; essa fu offerta da P. Gioacchino Villa, delfino perpetuo e custode dei Padri Minori Conventuali della provincia di Torino (L. Marzano, La storia della chiesa parrocchiale di Andezeno, s.d., p. 50). P. Gioacchino Villa è ricordato dal Bosio come teologo della Città di Chieri e maestro di teologia (p. 154) senza specificare in quali anni, mentre non è menzionato dal Manno nella genealogia della famiglia. La collocazione e l'utilizzo delle reliquie doveva rispondere, nel XVII secolo, alle raccomandazioni lasciate da San Carlo Borromeo circa la cura cui dovevano essere oggetto nelle "Instructiones fabricae et suppellectiles ecclesiasticae" (Milano 1577, Libro I, cap. XV).La straordinaria importanza annessa da Federico Borromeo al problema delle reliquie favorisce l'ideazione di modelli per la loro conservazione, formulati su tipologie nordiche. Modello in Italia settentrionale fu la cassetta per gli abiti di San Carlo in S. Ambrogio a Milano, la cui tipologia è riconoscibile in numerosi reliquiari di area novarese e torinese (Arona, Orta, Miasino, Canobbio). In quest'ultimo territorio il più bell'esemplare è quello di Testona, contenente le reliquie di San Carlo (G. Romano, scheda 51, in Ricerche a Testona, Testona 1980, pp. 84-87) datato al 1620 che stilisticamente è molto prossimo al nostro al punto da poter costituire un prototipo anche per questo di Andezeno. Comune a entrambi è la preziosa tetraggine adorna di applicazioni in lega d'argento ed alleggerita dalle pareti di vetro per poter contemplare il contenuto. Ad Andezeno, però, gli ornamenti vanno collocati più tardi nel tempo, intorno alla metà del secolo perché più vicini tipologicamente a quelli che adornano le cartaglorie in ebano e argento della cattedrale di Alessandria, collocati cronologicamente intorno alla metà del Seicento (C. E. Spantigati, La cattedrale di Alessandria, Torino 1988, p. 118). Le volute ed i girali sono più pieni, più rigonfi. Allargando il repertorio dei dati vanno citati il reliquiario dei SS. Innocenti donato da Massimiliano di Baviera alla chiesa di S. Filippo a Casale, precoce esempio di produzione tedesca in area piemontese, la cassetta reliquiario di Frassinetto Po parrocchiale, e quella contenente il cranio di S. Columba nella chiesa di S. Martino a Villanova d'Asti (scheda OA n. 141 C. Ghibaudi) di fattura più povera perché i fregi argentati sono dipinti anziché applicati in lega. Tale tipo di produzione non era estranea ai gusti della corte torinese, ne fa fede la cassetta ottagonale proveniente dalla Germania meridionale (datata 1620-1630) in Palazzo reale a Torino (Diana Trionfatrice, Catalogo della mostra, Torino 1989, p. 164)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100055722
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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