San Secondo
La scultura rappresenta il santo patrono di Asti con abiti e armatura da cavaliere. La testa, lievemente inclinata in avanti, ha una ricca e ondulata capigliatura; la tunica che ricopre l'armatura ha un'allacciatura formata da bottoni a forma di fiore. Altri fiori decorano la cintura che gli cinge i fianchi. Un ampio mantello gli copre le spalle e scende fino sotto i piedi, ai piedi sono due speroni. Nella mano destra porta una spada e nella sinistra regge il modellino della città. La statua poggia su un piedistallo dagli angoli smussati, con decorazioni a rose. Nella parte anteriore dello stesso vi sono tracce di stemmi in gran parte abrasi. La statua si trova collocata entro una nicchia a sesto acuto, la cui cornice è formata da vario materiale di spoglio. La cornice della nicchia che contorna la statua presenta alla base un frammento di cornice romanica (XII sec.) con decorazioni a fogliami; la parte inferiore dei due stipiti è realizzato con frammenti di angolari di lesene romaniche a foglie di acanto, sormontati da tracce a nastro che a loro volta sorreggono la parte restante della cornice costituita da formelle in terracotta, con decorazioni a girali entro i quali sono scolpite rosette a cinque petali
- OGGETTO statua
- AMBITO CULTURALE Bottega Italiana
- LOCALIZZAZIONE Asti (AT)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La statua è databile all'ultimo quarto del secolo XIV e più precisamente agli anni 1380-1390 se si analizza la foggia dell'abito del santo, come è stato rilevato dalla Gabrielli (Arte e cultura ad Asti attraverso i secoli, Torino 1977, p. 57). La statua si trovava, fino al 1870, esposta in una nicchia aperta sopra il rosone della facciata della Collegiata. Non si sa con esattezza quando fosse stata collocata in quella posizione; probabilmente in precedenza si trovava in una collocazione diversa, tale da poter essere osservata da vicino (A. Maggiora Vergano, La statua di S. Secondo patrono d'Asti, in Bollettino della Soc. Piemontese di Archeologia e Belle Arti, 1928, anno XII n. 3-4, pp. 7-11). Al momento del restauro della facciata, condotto verso il 1870, si potè esaminare da vicino la statua che apparì in cattive condizioni. Si giudicò di scarso valore artistico e, viste anche le precarie condizioni, si decise di distruggerla. Il Comm. Ernesto Maggiora Vergano, conosciuta l'intenzione, offrì un compenso ed un contributo per i restauri della chiesa manifestando il desiderio che la statua non venisse demolita e chiedendo di poterla conservare in casa sua. La sua offerta venne accettata ed egli la fece trasportare nella sua abitazione, dove rimase fino al 1879, anno della sua morte. In seguito fu di comproprietà dei figli del Maggiora Vergano, fino a quando uno dei due fratelli cedette la sua parte di proprietà alla figlia dell'altro, Gioconda. La statua venne quindi trasportata nell'abitazione di quest'ultimo, nella villa detta il "Capitolo", in località Quarto d'Asti, a circa 4 km dalla città. Qui si trova ancora oggi, divenuta proprietà di Paolo Bonaccorsi, marito della defunta Gioconda Maggiora Vergano. Nel 1886, su iniziativa del parroco della chiesa di San Secondo Pietro Mignatta, si decise, a dodici anni dal compimento dei lavori radicali di restauro della chiesa e di tutti gli oggetti artistici in essa custoditi, di realizzare una copia della statua e relativa nicchia da collocare in facciata della chiesa di San Secondo. L'opera, terminata a maggio 1987, fu realizzata dal prof. Raffaele Mondazzi, insegnante di scultura presso l'Accademia Albertina di Torino
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100046887
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
2020
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0