Sfondo: paesaggio nei toni verde, azzurro e rosa con alberi e rocce; una croce fuoriesce da un piccolo cespuglio. Il santo è rappresentato a mezza figura, in primo piano e veste l'abito monacale bianco con ombreggiature verdi. La luce proviene da sinistra sfiorando la parte destra del volto. Tutta la figura è leggermente inclinata verso sinistra e quasi appoggiata ad un masso di pietra in primo piano. Il braccio destro è piegato ed ha la mano col palmo aperto, la sinistra è al petto. Lo sguardo rapito, in estasi, è rivolto al cielo. La velatura del dipinto è verde oliva leggero. Poche lumeggiature

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Villanova Mondovì (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Figura forse di S. Brunone. Nei documenti d'archivio esaminati il dipinto non è citato; inoltre non risulta che nella parrocchia fosse diffuso il culto a San Brunone o a santi certosini. Si tenga presente che in zona, a pochi chilometri di distanza da Villanova, erano attive dal XII secolo due importanti comunità monastiche: la Certosa di Casotto e la certosa di Chiusa Pesio; in particolare in quest'ultima si conservano ancora la pala e gli affreschi dedicati a San Brunone del XVII sec., così come nella vicina chiesa parrocchiale di Pradeboni (fraz. di Peveragno) esistono 2 dipinti e 1 affresco con santi certosini, provenienti con probabilità dalla stessa Certosa. Nell'iconografia non compaioni gli specifici attributi del Santo (sette stelle attorno al capo, pastorale e teschio ai piedi, ecc.) se si eccettua la croce che sembra nascere dal cespuglio, sullo sfondo, che può essere interpretata come la "croce arborescente" di San Brunone (sulla figura, il culto e l'iconografia del santo cfr. L. Reau, Iconographie de l'Art Chretien, Paris, 1958, v. III, p. 249). L'atteggiamento della figura inoltre richiama direttamente l'affresco, più tardo e più corsivo, dipinto sulla parete esterna della cascina, visibile dal chiostro, nella Certosa di Chiusa Pesio. Stilisticamente si rileva come, alla sommarietà del paesaggio sullo sfondo, si contrapponga la conduzione più particolareggiata della figura, specialmente nel volto e nelle mani, resi in modo molto realistico dall'abilità disegnativa del pittore. Questi particolari rendono plausibile la proposta di una datazione verso la fine del sec. XVII per le risonanze delle incisioni del Boetto (alcune aventi per soggetto proprio la Certosa e San Brunone) e del realismo del Claret entrambi presenti alla Certosa di Pesio, il Boetto dal 1659 come architetto (Carboneri/ Griseri/ Morra, Giovenale Boetto, Cassa di Risparmio di Fossano, Cuneo, 1966, p. 25) il Claret dal 1655 (V. Moccagatta, Giovanni Claret e i lavori della seconda metà del Seicento nella Certosa di Pesio, in Boll. Soc. Piem. Arch. e Belle Arti, Torino, 1967)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100042412
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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