San Giovanni Nepomuceno

dipinto,

Sullo sfondo grigio si apre in alto a destra una tenda rossa con cordone e fiocco rossi, dietro la quale si intravede una colonna di marmo grigio con alto basamento; il santo in cotta bianca bordata di pizzo e mantella di ermellino, è in piedi al centro. Nella mano sinistra tiene il libro; ha lo sguardo rivolto al crocifisso che è appoggiato sul tavolo coperto di drappo rosso, a sinistra del dipinto, sul quale poggia pure il cappello a tre punte. Ai piedi del santo è assiso un angelo panneggiato di giallo; nella mano destra tiene la palma del martirio, l'indice della sinistra alla bocca, nel gesto di silenzio. La testa del santo è circondata da luce chiara

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Villanova Mondovì (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il santo è individualbile per l'abito e per il gesto dell'angelo che, con l'indice al bocca, allude al silenzio e che rimanda al martirio subito per non voler tradire il segreto confessionale. Sono presenti anche altri attributi: la palma, il crocifisso, la luce attorno al capo. Protettore dei confessori, dei preti e dei ponti, il santo è invocato contro la calunnia (sulla figura, il culto e l'iconografia del santo cfr. L. Reau, Iconographie de l'Art Chretien, Paris, 1955-58, v. III; J.V.Polc, in Bibliotheca Sanctorum, Istituto Giovanni XXIII della Pontificia Università Lateranense, Roma, 1965, v. VI, p. 847-854). Il culto, largamente diffuso in Piemonte dal'700, è tardoriformistico, diffuso dai Gesuiti e praticato soprattutto dai sacerdoti e nelle Confraternite della Misericordia. In zona esistono altri dipinti del santo: a Mondovì, nella Confraternita della Misericordia (due dipinti e un reliquiario), nella Cattedrale di San Donato, sala capitolare, (un dipinto con l'attributo del ponte). A Cavallermaggiore è presente in due dipinti nella confraternita della Misericordia (cfr. M. Leone, in AA.VV., Per i Quattrocento Anni della Misericordia, Catalogo della Mostra, 1980, p. 114). Un adattamento al culto in ambito agrario e locale è attestato alla Misericordia di Canale d'Alba dove il Santo è invocato contro la brina (cfr. G. Galante Garrone, in Vita religiosa a Canale. Documenti e testimonianze, Torino, 1978, p. 139). La presenza del dipinto nella sacrestia di S. Caterina può essere messa in relazione alla fondazione di una società eretta sotto il titolo di Luigi Gonzaga e San Giovanni Nepomuceno l'8 giugno 1743 (cfr. Archivio Curia Vescovile Mondovì, Visita Casati, 1758, f. 243v). L'iconografia, in particolare i dettagli dell'abito, si ricollegano alla scultura di Stefano Maria Clemente nella chiesa di S. Massimo a Collegno (v. tav. 61 in AA.VV., Mostra del Barocco Piemontese, catalogo a cura di V. Viale, v. II). Stilisticamente la tela non pare lontana dal ritratto di Pio V che trovasi nel medesimo luogo e, soprattutto nell'angelo, dai dipinti a firma di Carlo Mytens presenti nella sacrestia della chiesa della Pieve a Cavallermaggiore
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100042409
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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