San Marziano

scultura, 1689 - 1690

Figura di San Marziano vescovo

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA stucco/ modellatura/ pittura a tempera
  • MISURE Altezza: 762
    Larghezza: 270
  • ATTRIBUZIONI Martelli Giovanni (notizie Fine Sec. Xvii)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Basilica minore della Beata Vergine di Loreto
  • INDIRIZZO Piazza Antico Borgo del Loreto, s.n.c, Tortona (AL)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Da una visita pastorale del vescovo Carlo Francesco Ceva, del 22 aprile 1684 (Visita pastorale nella città di Tortona di Mons.Ceva, ms., 22 aprile 1684), apprendiamo che prima della costruzione della cappella nella chiesa esisteva già un altare dedicato a Sant'Apollinare. Nella successiva visita pastorale, datata 26 marzo 1689, Mons. Gentile, incaricato del vescovo Ceva, invita "a far un nuovo altare con una sua ancona più decente" (Visite delle chiese canonicali e confraternite della città di Tortona fatte da Mons. Viv.o Gentile, d'ordine di Mons. Carlo Francesco Ceva,ms.,26marzo1689). I confratelli non esitarono a lungo, come provano una serie di documenti dell'archivio di Santa Maria di Loreto, presso la Curia di Tortona (Confessi diversi di diversi particolari dal 1600 al 1752, C.n. 14;Spese diverse dal 1614 al 1672, ms., S. n.6) che segnalano tutte le spese sostenute durante la costruzione e decorazione della cappella che venne iniziata il 21 maggio dello stesso anno, a due mesi soltanto dalla citata visita pastorale. I lavori si protassero fino all'aprile del 1690, quando si hanno gli ultimi pagamenti per l'altare e scalino. Vent'anni dopo, intorno al 1712, anche sulla parete di fronte venne costruita una cappella decorata a stucco nel luogo in cui era collocato l'altare di Sant'Orsola, in seguito detto di Sant'Anna. Entrambe le imprese decorative sono citate nella visita pastorale di Mons. Resta del 3 agosto 1715, dove l'altare di Sant'Apollinare viene definito "decentemente ornato e ben tenuto" e quello di Sant'Orsola "nobilmente ornato di nuovo" (Visite pastorali nella città di Tortona di Mons. Resta, ms., 3 agosto 1715). Successivamente la cappella di Sant'Apollinare è descritta nel 1755 da Giovanni d'Aponte (Relazione e descrizione della pianta della chiesa, spedale e casamenti di ragione della Confraternita della S.ma Trinità, sotto il titolo de S. Vergine di Loreto, ms. 1755): l'impianto architettonico viene definito "moderno" e descritto con molta sensibilità, sottolineando la ricchezza dei rilievi a stucco e rilevando la presenza di pitture ora scomparse. A differenza dell'altare di Sant'Anna, il cui arredo venne più volte modificato fino a contenere la statua dell'Assunta, quello di Sant'Apollinare non subì trasformazioni di rilievo. Gli stucchi della cappella di Sant'Apollinare sono la prima testimonianza documentata, riguardante tale tecnica, di cui la Confraternita di Santa Maria di Loreto si fa carico tra la fine del secolo XVII e i primi decenni del secolo successivo. Oltre alla cappella di Sant'Anna, ultimata nel 1712, viene decorata a stucco, in una data successiva al 1731, anche la nicchia destinata a contenere la statua dell'Assunta. Il confronto tra gli stucchi della cappella di Sant'Apollinare e quelli della cappella di Sant'Anna, decisamente più aggiornati, mette bene in evidenza come nel primo caso ci si trovi di fronte ad un repertorio per molti versi ancora legato alla tradizione tardomanierista. Ciò è evidente nelle rigide posizioni dei vescovi e nel gusto sfrenato per la ricchezza degli ornamenti. Nello stesso tempo però si individua uno sforzo di liberazione da tali schemi, come dimostrano le eleganti figure degli angeli, colti in moviemnti arditi dall'effetto volutamente fastoso e scenografico. Per l'Alessandrino una testimonianza di rilievo riguardo la volontà d'aggiornamento si verifica verso la fine del'600 ed è costituita dagli stucchi di Dionigi Bussola, scultore lombardo che opera a Casale Monferrato nell'Oratorio della Confraternita della Misericordia influenzato da ricordi romani e dall'esperienza milanese del cantiere del Duomo (N. Gabrielli, L'arte a Casale Monferrato dall'XI al XVIII secolo, Torino, 1935, p. 122). A S. Stefano di Castellazzo Bormida abbiamo poi una testimonianza datata 1686, di soli tre anni precedente agli stucchi di Tortona, si tratta della decorazione dell'ancona d'altare, opera di alta qualità per il notevole equilibrio compositivo arricchito da un prezioso corredo ornamentale costituito da festoni, ghirlande e cascate di fiori e frutti (Itinerari artistici nell'Alessandrino, a cura di Giulio Ieni, Alessandria, 1984, p. 43). E' possibile che Giovanni Martelli, autore degli stucchi della cappella di Sant'Apollinare come attesta la documentazione d'archivio, fosse un artista proveniente dalla Lombardia, area di riferimento molto importante per Tortona e l'Alessandrino in quegli anni (Guida breve al patrimonio artistico delle province piemontesi, Torino, 1979, p. 15). La ricca documentazione d'archivio permette di ripercorrere le fasi del lavoro di bottega in modo capillare. Sono riconoscibili le varie competenze: il lavoro di costruzione eseguito dal "Maestro da Muro" con l'aiuto di alcuni garzoni, le strutture di sostegno montate dal "Maestro di Legnami" e gli stucchi compiuti da Giovanni Martelli con l'aiuto del figlio Pietro Giuseppe
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100042275-2
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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