compianto sul Cristo morto

dipinto,

L'affresco, collocato nel dossale della mensa, raffigura in tinte pastello, secondo i canoni tradizionali, la deposizione di Gesù, che è circondato dalla Madonna, dalle pie donne e da S. Giovanni nell'atto di baciargli i piedi

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Danedi Giovanni Stefano Detto Montalto (1608/ 1689)
    Danedi Giuseppe (notizie 1609/ 1690)
  • LOCALIZZAZIONE Arona (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Non si hanno documenti relativi all'esecuzione di questo affresco nè alla sua originaria collocazione. Esso è menzionato per la prima volta nel 1749 sulla fronte della mensa dell'altare maggiore (A.P.A., Pozzobonelli, Visita pastorale, 1749, p. 8). Tale trasporto fu effettuato nel 1882, come attestato dalla convenzione in cui si progetta di separarlo dalla mensa con un taglio verticale, di ritirarlo e di rimetterlo al suo posto solo dopo il trasporto dell'altare (A.P.A., Convenzione per il trasporto dell'Altare Maggiore della Collegiata di S. Maria, 21-7-1858. Cartella l). Tale trasporto fu effettuato nel 1882, come attestato dalla convenzione in cui si progetta di separarlo e di rimetterlo al suo posto solo dopo il trasporto dell'altare (A.P.A., Convenzione con l'Ing. Gaudenzio Valle per il trasporto dell'Altare Maggiore della Collegiata, 26-6-1882. Cartella m fasc. S.). L'affresco è tradizionalmente attribuito ai fratelli Giuseppe e Stefano Danedi detti Montalto (F. Medoni, Memorie storiche di Arona, Novara 1844, rist. Anastatica, Bologna 1976, p. 127; P. Tosi, Storie di Arona, v. II, Milano 1964, p. 355), pittori bergamaschi allievi del Morazzone operanti tra il 1640 e il 1683 in Lombardia. Per quanto venga spesso fatto riferimento ad opere eseguite in collaborazione, poco si sa fino a quale punto essa sia giunta: è scarsamente documentata l'attività di Giuseppe, che risulta quasi sempre semplice collaboratore del ben noto fratello. Questi pittori manifestano un gusto proprio negli affreschi, che sono molto luminosi, in cui vengono fuse in modo personale componenti tratte dai lombardi, da Pietro da Cortona e dai veneti, come testimoniano ad esempio le pitture della cappella della trasfigurazione al Sacro Monte di Varallo, gli affreschi mitologici a corbetta in Palazzo Frisiano, e quelli nella cappella dell'Annunziata alla Certosa di Pavia (P. Tirloni, I Danedi detti Montalto, in "I pittori bergamaschi dal XIII al XIX secolo". Il'600, v. III, Bergamo 1985). Rispetto ad essi l'affresco della Collegiata presenta analogie nel modellato delle figure e nei chiari cromatismi. Potrebbe pertanto essere stato eseguito nel corso del 1600 ed inserito successivamente nella mensa. L'affresco ha subito consolidamento e pulitura ad opera del restauratore Sinopia di Belluomini nel 1985, sotto la direzione del Dott. Venturoli
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100042254
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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