cena in Emmaus
dipinto,
1590 - 1599
Fiori Federico Detto Barocci (attribuito)
1535/ 1612
Il dipinto, inquadrato da cornice dorata con la parte più interna lavorata a torciglione, presenta una composizione incentrata sulla tavola, posta di sghembo, uno degli spigoli in primo piano, coperta da tovaglia bianca e apparecchiata. Gesù siede sul lato destro e sta spezzando il pane. A sinistra i due discepoli; in piedi un giovane garzone con un piatto in mano. I colori usati per le vesti sono chiari: azzurro, rosa corallo, giallo, verde pallido. Sfondo quasi uniforma: di intravede sulla destra un'arcata
- OGGETTO dipinto
-
MISURE
Altezza: 74
Larghezza: 57
-
ATTRIBUZIONI
Fiori Federico Detto Barocci (attribuito): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Camillo Leone
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Langosco
- INDIRIZZO Via Camillo Leone, 19, Vercelli (VC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Fu acquistato dal Leone nel 1887 presso l'Opera Pia S. Luigi, che lo aveva avuto in eredità insieme a molti altri dipinti dal Can. Iginio Martorelli (cfr. SBAS TO scheda cartacea n° 28). A quest'ultimo si riferisce infatti l'indirizzo scritto sul retro della tela, in occasione della sua spedizione da Torino per ferrovia, come attesta l'etichetta incollata accanto. Il Leone così descrive il dipinto nel suo elenco manoscritto: "Altro dipinto ad olio sopra tela con una piccola e lavorata cornice indorata rappresentante: la Cena in Emmaus. Sonvi n° 4 figure, il Salvatore compreso, seduto dietro ad una tavola apparecchiata per la cena. Bella composizione e misura in altezza centimetri 73 e in larghezza centimetri 57". E' da identificare con il n° 122 del vecchio inventario del Museo, con attribuzione a F. BArocci. A sostegno di questa attribuzione, nell'inventario dattiloscritto vi è la nota a margine: "B. V. (Baudi di Vesme) ritiene appropriata l'attribuzione", ripetuta dal cartellino, applicato alla cornice, risalente all'esposizione in Museo del dipinto. Pur non entrando nel merito dell'attribuzione, in questa sede si vuole sottolineare come i caratteri formali riportino in effetti allo stile del maestro urbinate: l'impressione generale di una scena più convenzionale che drammatica, nonostante i gesti e le espressioni di stupore dei discepoli; le fisionomie, in particolare quella di Gesù, dall'espressione ispirata e dalla carnagiopne chiara, illuminata da un intenso rosa sullo zigomo che "Par belletto" (cfr. A. Venturi, "Storia dell'arte italiana.", Milano 1943, vol. IX, parte VII, p. 946); gli accordi cromatici (verde spento, giallo oro, rosa corallo, giallo, rosa-azzurro). Sul dipinto sono visibili tracce di un vecchio restauro: il dipinto è stato reintelaiato ed il telaio è stato sostituito
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100042163
- NUMERO D'INVENTARIO 84
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1986
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0