acquasantiera - a fusto, opera isolata - bottega lombardo-piemontese (fine sec. XVI)

acquasantiera a fusto,

Il piede, a pianta quadrata, si restringe progressivamente verso l'alto nella metà superiore, che presenta una scanalatura parallela agli spigoli esterni ripetuta sulle quattro facce. Ad esso si sovrappone la base a sezione circolare del balaustrino, composta da un toro e una scozia dalla quale nasce una corona di foglie racchiuse su due livelli a formare un calice da cui si sviluppa il gambo che va restringendosi verso l'alto fino ad espandersi in una modanatura sulla quale è poggiata la coppa. Quest'ultima porta, sulla faccia esterna al di sotto del bordo, un giro di baccellature separate da una cornice a nastro che ne segue il profilo e ricorda la corolla di un fiore. Nella parte amteriore del fusto è scolpito, a bassorilievo stiacciato, un cartiglio ovale che inquadra uno stemma. L'interno della vasca è tramezzato da una lastra di marmo bianco e il fondo è forato da un tubo di piombo che sporge di pochi centimetri dalla parte posteriore

  • OGGETTO acquasantiera a fusto
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Lombardo-piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Vicoforte (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questa acquasantiera, che il Vacchetta (cfr. G. Vacchetta, "Nuova storia artistica del Santuario della Madonna di Mondovì a Vico", Savigliano 1984) vide collocata nell'atrio di Ponente del Santuario, fu venduta nel 1953 alla parrocchiale di S. Giuseppe di Pianfei, frazione Blangetti, dove venne trasformata, mediante l'incastro del tramezzo marmoreo e l'inserimento del tubo di scolo in piombo, in fonte battesimale. In quella occasione venne probabilmente apposta una targa sulla faccia anteriore dello zoccolo, su cui rimangono ancora i quattro fori di attacco. Fortunatamente riacquistata nel 1978 (Archivio della Sacrestia del Santuario), ricevette l'attuale collocazione. Il Vacchetta ravvisando nello stemma scolpito sul fusto le insegne della famiglia Invrea di Genova, e appoggiandosi alla data incisa sul bordo della coppa, riferì a questa acquasantiera l'accenno compiuto in un documento del 1595, in cui si ricorda come "In un pellagrinaggio genovese di signori, che non vollero si sapesse il loro nome, fu portata ed offerta, fra altri ricchi doni, una pila per l'acqua santa in marmo di Carrara". La sua ipotesi è però contraddetta dalle seguenti osservazioni: trattandosi dell'offerta di un gruppo di pellegrini che desiderano rimanere anonimi è inverosimile che vi compaia, invece, a chiare lettere e con l'aggiunta dell'arma gentilizia, il nome di un donatore; il marmo impiegato non proviene da Carrara ma, dal sistema di cristallizzazione e dalle venature verde-ceruleo, particolarmente evidenti nella vasca, appare tipico delle Alpi Occidentali; infine, lo stemma è del tutto incongruente con il nome, e infatti non appartiene agli Invrea di Genova, distinti da un albero di quercia (cfr. V. Spreti, "Enciclopedia storico-nobiliare italiana", Milano 1930, v. III), bensì ai Carpano originari di Milano, nel cui blasone è raffigurato un carpino dalla chioma slanciata che fuoriesce dal margine superiore (cfr. Biblioteca Reale di Torino). La "pila per l'acqua santa" citata nel documento del 1595 è probabilmente quella deposta, smontata e in frammenti, nella stessa sala del Museo Ghislieri (cfr. scheda OA, SBAS TO, NCTN 01/00039165), mentre nel cnostro caso le caratteristiche stilistiche confermano una derivazione dall'area culturale lombarda, già estesa al Piemonte all'inizio del secolo (cfr. R. Brenzoni, "I Sanmicheli maestri architetti e scultori del XV e XVI secolo, oriundi di Porlezza di Valsolda", in "Arte Lombarda", anno V, n. 1, 1960), dove assume una declinazione che, passando attraverso modelli come l'acquasantiera di S. Antonio Abate a Fossano e quella della crociata di Boves, datata 1531 (cfr. G. Vacchetta, "Vasche battesimali e per l'acqua santa", in "Fossano nel settecentesimo anno della costituzione del Comune. 1236-1936", Fossano), evolve verso una maggiore snellezza di forme, accompagnata da una stilizzazione decorativa più equilibrata. Un puntuale riferimento è così possibile, a fine secolo, con l'acquasantiera della chiesa di S. Maria della Neve a Fossano, fraz. Murozzo (cfr. scheda OA, SBAS TO, NCTN 01/00002026, di M. Leone, del 30/12/1973), e in modo particolare con quella datata "Anno pacis 1598" e probabilmente proveniente dal Santuario (che ha tre ingressi), trasportata ultimamente nella parrocchiale di Vico, nel giardino della Casa di Riposo di via Galliano 2, dove è stata adattata - con un intervento inqualificabile che ha oltretutto comportato la foratura della vasca in corrispondenza dell'iscrizione - a fontanella
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100039164
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI orlo della vasca - NOBILE ANDREA CARPANO DE VENASCHA 1595 - lettere capitali - a incisione - latino
  • STEMMI fondo della vasca - religioso - Emblema - monogramma cristologico - IHS, sormontato da una piccola croce
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE