busto ritratto di Gaudenzio Bellini

busto, 1850 - 1899

Il busto del benefattore è collocato su un intercolumnio del lato Ovest. Sopra la lapide, decorata da cornicette e baccellature, è una specchiatura marmorea impreziosita da due rosette laterali, che rilega la mensola su cui è appoggiato il busto ricordo, definendo un insieme unitario. Il patrizio novarese è raffigurato in posizione frontale, con una leggerissima torsione del capo rispetto al busto. L'assialità e la compattezza dei volumi sono sottolineate dall'abbigliamento ottocentesco che concentra tutti i particolari decorativi lungo una linea verticale, posta al centro del busto. L'immagine che ne deriva è severa e imponente: tale impressione è accentuata dal modellato del volto, reso con masse squadrate e fortemente chiaroscurate, privo di espressività

  • OGGETTO busto
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco di Carrara/ scultura
  • MISURE Profondità: 30
    Altezza: 100
    Larghezza: 60
  • AMBITO CULTURALE Bottega Novarese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Ospedale Maggiore della Carità, USL 51
  • INDIRIZZO Corso Mazzini, 18, Novara (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'Ospedale Maggiore della Carità di Novara fu beneficiato anche dal Conte Carlo Gaudenzio Bellini, il quale con testamento datato 13/2/1818 dispone che nel caso di mancanza di figli maschi, l'Ospedale divenisse erede dei poderi di Casaleggio e Zottico, con l'obbligo di gravare il Pio Luogo di £. 4.000 da pagarsi alla fabbrica di S. Gaudenzio per la costruzione stessa (cfr. G. B. Morandi-S. Ferrara, "L'Ospedale Maggiore della Carità di Novara. Memorie storiche", Novara 1907). Di queste sostanze l'Ente entrò in possesso nel 1821, alla morte del figlio Marco. Al testatore venne perciò eretto un busto-ricordo, in adempimento alla delibera datata 18 maggio 1848, la quale proponeva la realizzazione di effigi marmoree che avrebbero dovuto sostituire i precedenti ritratti su tela dei benefattori. Seguendo le indicazioni dell'Amministrazione, autore del progetto e delle opere più significative, fu Giuseppe Argenti, scultore di precisa impostazione accademica, che ben si accordava con la cultura di tipo neoclassico a cui ancora a questa data (seconda metà del XIX secolo) aderiva la classe notabile della città. Come per il busto dell'Avogadro, con cui questa esecuzione presenta affinità di impostazione e di modellato, può essere ipotizzato un intervento proprio dell'Argenti, sia per i caratteri stilistici che la scultura presenta, sia perchè il lascito testamentario avviene nella prima metà del secolo. Inoltre è da sottolineare l'attribuzione di "parecchi busti" all'Argenti, annotazione che compare nell'articolo apparso su "La Verità" del 1865 (cfr. "La Verità", Novara, anno II, 1865). I busti dell'Argenti di cui fino a questo momento è stata possibile documentare l'esecuzione sono stati fatti oggetto di catalogazione in questa stessa campagna di schedatura. A Novara la presenza dell'Argenti conferma il prolungarsi dell'influsso dell'Accademia di Brera esercitato e in città e nel circondario dalle opere pubbliche di Pompeo Marchesi, successore del Pacetti dal 1826 alla cattedra di scultura. L'Argenti, allievo del Marchesi è scultore famoso e molto attivo nel verecllese e nel novarese fino al 1876, anno della sua morte. Anche questo busto si presenta perciò realizzato con un modellato incisivo e fortemente chiaroscurato, che trova nell'espressione austera del volto, seppure abbondantemente studiata nelle caratteristiche somatiche e nella rigidità espressiva, la piena aderenza alle tipologie della scultura accademica
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100038123
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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