ritratto di Carlo Felice di Savoia

dipinto, ca 1816 - ca 1816

Dipinto entro cornice lignea intagliata e dorata con motivi a perline, foglie ed ovoli. Raffigura Carlo Felice di Savoia a figura intera in uniforme, con spada a sinistra e feluca nella mano destra poggiata su tavolo con zampe a forma di sfinge. Il personaggio ritratto indossa una marsina con apllicazioni in argento e argento e rosso ai polsi; sul petto fascia blu e collare e placca dell'ordine della SS.ma Annunziata; croce dell'ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro e altra placca dorata. Pavimento a losanghe bianche e grigie, sfondo grigio costituito da un basamento marmorizzato, colonne e tendaggio

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Berger Giacomo (1754/ 1822)
  • LOCALIZZAZIONE Castello Ducale
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I due ritratti presenti nel salone, raffiguranti Carlo Felice di Savoia duca (Torino 1765 - 1831) e la consorte Maria Cristina, sono opera del pittore savoiardo Giacomo Berger (Chambéry 1754 - Napoli 1822), che li inviò da Napoli, dove l'artista soggiornò per lungo tempo. L'allestimento delle due tele in tale sito è documentato dalla catena inventariale soltanto a partire dal 1964 e risalirebbe al periodo compreso tra il 1941 e il 1964, probabilmente per volontà dell'allora soprintendente Umberto Chierici. Nato a Chambéry nel 1754, a venticinque anni Jacques Berger si recò a Torino, dove dal 1779 al 1783 studiò all'Accademia di Belle Arti, sotto la direzione di Lorenzo Pécheux. Si trasferì a Roma intorno al 1784 per studiare sui capolavori della capitale e in tale occasione frequentò l'ambiente dell'Accademia di Francia allora diretta da Lagrenée, entrando in contatto con la pittura di David, dal cui esempio derivò l'interesse per i soggetti eroici tratti dalla storia antica. Rientrato a Torino nel 1799, Berger fu poi chiamato a Napoli dal neodirettore dell'Accademia di Belle Arti, Jean Baptiste Wicar, dal quale ottiene la cattedra di pittura storica; nel 1815 entrò a far parte dei pittori ufficiali della corte di Murat lavorando per la Reggia di Caserta e per il Palazzo della Prefettura a Napoli. Nel 1816 seguì i ritratti in esame, unici documenti di un rapporto diretto con la corte piemontese in periodo di Restaurazione, che però non ottennero largo consenso a Torino (S. PINTO, "Dalla Rivoluzione alla Restaurazione. Gli ex allievi dell'Accademia Reale: Berger, Revelli, Monsignore", in S. PINTO, a cura di, "Arte di Corte a Torino da Carlo Emanuele III a Carlo Felice", Torino 1987, p. 121). In essi traspare, come ha scritto Edith Gabrielli, "il debito con il grande Jacques Louis David, evidente sia nel tentativo di penetrazione psicologia sia nell'interesse per l'ambiente circostante" (cfr. D. Biancolini - E. Gabrielli, "Il Castello di Agliè. Gli Appartamenti e le Collezioni", Torino 2001, p. 35, nn. 107-108 p. 90). Il ritratto, presente anche nel testo a cura di D. Biancolini "Il Castello di Agliè. Alla scoperta dell'Appartamento del Re", Torino 1995, p. 14, è confrontabile con uno a mezzo busto pubblicato da Noemi Gabrielli (in "Racconigi", Torino 1972, p. 215)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100036007
  • NUMERO D'INVENTARIO 9
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Complesso Monumentale del Castello Ducale, Giardino e Parco d'Agliè
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2002
    2006
  • ISCRIZIONI cornice, lato destro, in basso - 9 su etichetta rettangolare in materiale plastico rosso - numeri arabi -
  • STEMMI indossato dal personaggio ritratto - cavalleresco - Emblema - croce dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro - croce a quattro bracci con terminali trilobati
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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