monumento funebre, insieme - bottega novarese (seconda metà sec. XIX)
monumento funebre,
1850 - ante 1865
Il monumento è costituito da una lapide e dal busto sorretto da una mensola fiancheggiata da una fascia marmorea con rosette e decorata da foglie d'acanto scolpite, volute e corolle
- OGGETTO monumento funebre
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MISURE
Profondità: 30
Altezza: 179
Larghezza: 66
- AMBITO CULTURALE Bottega Novarese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Ospedale Maggiore della Carità, USL 51
- INDIRIZZO Corso Mazzini, 18, Novara (NO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il busto di Gerolamo gritta (per la cui collocazione si rimanda alla pianta allegata alla prima scheda cartacea della serie) fa parte della galleria dei benefattori collocati nella loggia al piano superiore del cortile d'onore secondo le intenzioni della delibera del 18 maggio 1848. Tutti i busti sono completati da lapidi con iscrizioni con profili decorati da fuselli. Il Gritta è ricordato per aver lasciato in eredità all'Ospedale, in mancanza di ifigli maschi, il tenumento di Vicolungo (con documento del 6 giugno 1601). Il lascito divenne effettivo solo l'8 giugno 1686 (G. B. Morandi - S. Ferrara, L'Ospedale Maggiore della Carità di Novara. Memorie storiche, Novara 1907, p. 65). Non si sono rintracciati documenti nè bibliografia su quest'opera. I busti, per la stessa destinazione, si pongono come immagini stereotipate, rappresentative di un certo tipo di umanità, e con una certa impostazione celebrativa e pochi scultori cercheranno di differenziarsi fornendo ritratti più vicine alle qualità psicologiche dei ritrattati. La superficialità dello sguardo ed il distacco sono molto evidenti in queste sculture, la cui imponenza è sottolineata dalla presenza del collarino che, isolando il capo dal busto, ne determina una certa fissità. Il personaggio è riprodotto facendo riferimento ad una certa ritrattistica accademica, i cui modelli risultano irrigiditi in soluzioni formali ripetitive e da una modellazione per ampi piani levigati. I volumi, definiti da linee morbide con passaggi chiaroscurali soffusi, e l'imponenza della struttura rimandano ad una formazione comune a quasi tutti gli scultori attivi in questo complesso: l'Argenti, il Donati, il Dini, Il Tasso e, forse in misura minore, il Cassano, il Bisetti, l'Albertoni, lo Sterna. Per questo motivo l'attribuzione diventa difficoltosa. La presenza di nomi noti come autori dei busti inserisce il complesso decorativo in quello sviluppo ampio che - nella seconda metà del XIX secolo - interessa la modellazione plastica. Le motivazioni di questo intensificarsi delle richieste di opere scultoreeper monumenti funerari o celebrativi (documentabile anche dal maggior numero di richieste di sussidio per l'iscrizione ai corsi di scultura rispetto ai corsi di pittura inviate dai giovani novaresi al Collegio Caccia) è ben sottolineata oltre che dal restucci (A. Restucci, Città e architetture nell'Ottocento, in Storia dell'Arte Italiana, Vol. VI, Torino 1982, p. 756) anche dal Marchiori: "L'Ottocento è il secolo della scultura celebrativa e funeraria: un secolo d'oro per i cavatori di marmo ed i fonditori di bronzo ai quali la vanità dei principi degli aristocratici e dei borghesi assicurò il pane quotidiano" (G. Marchiori, 1960, p. 7)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034627-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0