Madonna del Rosario con San Domenico e Santa Caterina da Siena

decorazione pittorica,

Sul fondo rosso dei teli sono applicate le figure di due santi inginocchiati su basi ovali, nell'atto di venerare la Madonna col Bambino, incoronata da due putti. La Vergine, con ai piedi la luna, porge un lungo Rosario al santo posto alla destra, in abiti domenicani. Alla sua sinistra vi è una santa incoronata di spine con in mano una corona stella; ai piedi croce e gigli. Il disegno del tessuto di fondo è definito da foglie composite disposte a maglie ovali al centro delle quali è posta una infiorescenza a palmizio. Lettura tecnica del tessuto di fondo: damasco ras: r.d.d. cm. 60 ca. x n.r. Orditi: uno di fondo in seta cremisi 60 fili/cm. Trame: una di fondo in seta cremisi 36 colpi/cm. Costruzione tecnica: il damasco è definito dalle facce di una stessa armatura da raso da 8 in seta cremisi: il fondo in faccia ordito, il disegno in faccia-trama. Le figure di colore prevalentemente grigio bruno, sono composte e ricavate da ritagli di taffetas ricamato, applicate al fondo cremisi con cuciture a mano e fili in seta colorata

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ stuccatura
    filo dorato
    filo/ lamellatura
    seta/ damasco
    seta/ pittura
    seta/ taffetas
    seta/ tessuto/ ricamo
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana Manifattura Novarese
  • LOCALIZZAZIONE Oleggio (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Lo stendardo proviene dall'oratorio di S. Pietro, già antica parrocchiale di Marano Ticino, dedicato in origine ai SS. Pietro e Paolo (Barlassina-Picconi, Cressa, in Novara Sacra, Novara, 1929, p. 167) presso la quale esiste ancora l'altare dedicato alla Madonna del Rosario, curato un tempo della confraternita omonima. Il paramento processionale è stato realizzato con teli di damasco di seta simili per il disegno a quelli utilizzati per pianete, parati liturgici completi o per addobbi interni di chiese, quindi abbastanza comune nella zona e nel novarese. Le figure applicate sul fondo, di materiali diversi, per la rigidità delle forme e della disposizione delle figure paiono copie ottocentesche di modelli più antichi, forse secenteschi. Tale supposizione pare confermata dallo stato di conservazione dei fliati che pare buono in più punti. Il pessimo stato di conservazione di alcune parti del reperto sarebbe invece da imputare, non ad una lenta consunzione o lacerazione delle parti, ma ad infiltrazioni d'acqua e conseguente parziale lacerazione e logorazione della fibra. La semplicità della composizione, un poco disorganica, la mancanza di decorazione della controfacciata suggeriscono, per la mediocrità dell'opera, una esecuzione dello stendardo in ambito locale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034307-1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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