bussola d'ingresso, coppia di Facelli Eusebio (secondo quarto sec. XIX)

bussola d'ingresso, 1825 - ante 1840

Le bussole hanno in pianta la forma di un rettangolo privo di uno dei lati maggiori; agli angoli sono addossate delle colonnine poggianti su alte basi e sormontate da capitelli. I due battenti della porta sono formati da quattro pannelli ornati da una cornice lignea in cui è inserito un motivo a croce di S. Andrea. La zona superiore, sopra l'architrave, è divisa in due fasce orizzontali. Quella più bassa è ornata da due file sovrapposte di aperture oblunghe, chiuse da vetri, costruite sul modello dell'arco a tutto sesto, ora diritto ora capovolto, terminanti rispettivamente, quella inferiore in basso, quella superiore in alto, con un arco trilobato. La zona superiore, in notevole aggetto rispetto al corpo della bussola, è costituita da due cornici parallele al cui interno è inserita una griglia che descrive dei motivi a losanga o a mezza losanga, succedentisi per tutta la larghezza dei tre lati. Al loro interno, nella parte traforata, essi formano dei fiori a quattro petali stilizzati. In basso la cornice orizzontale è ornata da un motivo continuo di archetti trilobi che si ripetono anche in alto, capovolti e variati nelle proporzioni, sormontati da piccole ghiande a tutto tondo. Continua al campo 'OSSERVAZIONI'

  • OGGETTO bussola d'ingresso
  • MATERIA E TECNICA ferro/ battitura
    legno di pioppo/ intaglio
    Ottone
  • ATTRIBUZIONI Facelli Eusebio (notizie Sec. Xix)
  • LOCALIZZAZIONE Vercelli (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Lo storico Gualino riporta la notizia secondo la quale le due bussole laterali furono eseguite nel 1840 ad opera del "signor minusiere Eusebio Facelli" (P. Gualino, "Cenni storici sulla Basilica ed Abbazia di S. Andrea Apostolo in Vercelli", Vercelli 1857). Lo stesso autore attribuisce il disegno delle due bussole e delle due porte laterali della chiesa (costruite nel 1840 utilizzando i resti di un vecchio cassone di sacrestia, cfr. schede relative) a Carlo Emanuele Arborio Mella, che dirigeva allora i lavori di restauro dell'abbazia.La partecipazione di Mella alla progettazione degli arredi per la chiesa è confermata da due acquarelli facenti parte della cartella di disegni redatti da C. E. Arborio Mella relativi al restauro del S. Andrea (conservati presso l'Istituto di Belle Arti di Vercelli), che illustrano il progetto dell'altare maggiore e di un coro ligneo - mai realizzato (cfr. I.B.A.V., B III 17, nn. 1257 e 1259). Singolare è invece la precisazione di Gualino che vuole ricavata l'idea per le due bussole come per le due porte laterali, dai pannelli antichi riutilizzati nelle due porte esterne (Gualino, op. ci.). Nelle bussole in questione, infatti, nulla ricorda i riquadri dei due portoni; esse appaiono, invece, molto più vicine al disegno della bussola centrale, da cui riprendono alcuni elementi decorativi: le colonnine angolari, i motivi ad arco trilobato, o quelli a croce di S. Andrea dei pannelli inferiori. In realtà la tipologia decorativa della bussola centrale viene qui riecheggiata genericamente, le proporzioni degli elementi decorativi vengono mutate (si veda il motivo a croce di S. Andrea che decora i pannelli inferiori). La fattura si rivela meno accurata nei particolari; meno pregiato è anche il legno adottato per le bussole laterali. Ad esse lavora certamente un artigiano diverso, il minusiere Eusebio Facelli, rispetto all'ignoto artefice della bussola centrale. Anche gli elementi in ferro battuto riprendono, in forma notevolmente semplificata, i motivi decorativi della ferramenta della bussola maggiore. Va qui segnalata ancora l'affinità tra le due bussole prese in esame ed i confessionali neogotici facenti parte, un tempo, dell'arredo dell'abbazia, di cui si è recentemente rinvenuto un esemplare nei magazzini dell'Isola, del Municipio di Vercelli. Gualino, trattandosi dell'arredo introdotto in chiesa alla fine dei restauri strutturali condotti da Carlo Emanuele Arborio Mella, ricorda i due confessionali barocchi restituiti dal capitolo eusebiano al S. Andrea, due piccoli confessionali che "si provvidero da Biandrate" e altri due confessionali "di stile gotico", opera del Revelli realizzati tra il 1823 e il 1824 (Gualino, op. cit.). A questi elementi si aggiunsero, dopo il 1833, altri cinque esemplari, realizzati da Eusebio Facelli (Ibidem). Benchè Gualino non ne precisi la foggia non c'è ragione di credere che non fossero anch'essi improntati al medesimo gusto che segna in generale la realizzazione degli arredi in questa fase dei lavori. In esso appare evidente il richiamo a forme genericamente neogotiche, per quanto sovrapposte ad un impianto di fondo neoclassico. Quest'ipotesi trova conferma, per i confessionali, in vecchie fotografie. Una lastra del fondo Masoreo del Museo Borgogna di Vercelli (lastra fotografica non numerata, la scatola che la contiene reca un bigliettino, relativo ad una catalogazione recente, con la scritta: 21 S. Andrea 1893) mostra infatti quattro confessionali neogotici, identici all'esemplare rinvenuto nel deposito comunale di Vercelli, addossati alla parete destra dell'abbazia. Essi presentano evidenti affinità con il coro ligneo più su ricordato, progettato da Mella per il S. Andrea negli stessi anni. L'esemplare superstite è un confessionale angolare. E' ornato agli spigoli da una colonna, con relativo capitello, molto simile alle colonnine che decorano le bussole laterali. Presenta inoltre due pareti cuspidate in cui sono inserite aperture ad arco acuto, delimitate in alto da un pesante cornicione sormontato da pinnacoli a tronco di piramide. Almeno tre confessionali neogotici dovevano costituire parte dell'arredo abbaziale ancora nei primi anni Cinquanta, come si evince da una foto conservata presso la fototeca della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici del Piemonte, ivi pervenuta nel dicembre del 1954 (negativo nà 11107, è indicato come appartenete al Museo Civico di Torino). Essa mostra un confessionale addossato alla parete della navatella sinistra dell'abbazia, ed altri due contigui alla parete opposta. Il confessionale superstite venne allontanato dalla chiesa degli anni Sessanta, insieme ad un altro esemplare di cui si sono perse le tracce, perchè ritenuto opera artisticamente poco pregevole (comunicazione orale dell'abate Dal Negro). Fu quindi destinato ad un convitto comunale femminile da cui poi, in data imprecisata, pervenne nei depositi comunali in cui si trova tuttora
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034293
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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