decorazione pittorica, opera isolata - bottega piemontese (primo quarto sec. XVI)

decorazione pittorica 1517 - 1517

L'iscrizione è dipinta in color mattone cotto e nero in un nicchione che si apre nel lato Sud del chiostro, dietro un pilastro, sul secondo strato di intonaco che ricopre i mattoni sottostanti

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Vercelli (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'iscrizione venne riportata per intero, come appariva a metà Ottocento, da P. Gualino (P. Gualino, "Cenni storici sulla Basilica ed Abbazia di S. Andrea Apostolo in Vercelli", Vercelli 1857). Il testo, di chiaro significato funerario, senz'altro accompagnava un atomba: "Siste gradum viator et inspice mortis vires: Alcydes hic alter brevi concluditur tumulo/ Hercules Rusca comes: Mediolanensis patricius, equitatus ductor Cesareusque dearatus miles/ Qui hoc unum pietatis munus postulas ut dicas: Avete dulces exuvies et in spe requiescite/ Rursus refermandi cineres/ MDXVII Quarto idus novembris". La posizione dell'iscrizione, collocata in una nicchia appositamente ricavata dietro uno dei pilastroni che sorreggono le volte a vela del chiostro (nella parete Sud) e la data ivi apposta, consentivano a Gualino di ritenere posteriore al 1517 la costruzione dei pilastroni, realizzati in corrispondenza dei contrafforti della chiesa. Ciò gli forniva conferma dell'indicazione riportata dalla 'Series Abbatum' che data al triennio 1519-1522 l'intervento cinquecentesco relativo al chiostro abbaziale ('Series Abbatum', in 'Indice ovvero sommario categorico dell'Archivio della Reverenda Abbazia et Monastero di S. Andrea di Vercelli'; copia microfilmata presso l'Archivio di Stato di Vercelli). La stessa iscrizione veniva poi riportata da Cesare Faccio nel 1903 nel catalogo del Museo Lapidario Bruzza da lui redatto quasi trent'anni dopo la costituzione del nucleo museale collocato nel chiostro dell'abbazia. Sulle pareti Sud ed Ovest erano disposte iscrizioni, lapidi, anfore dell'antichità romana, ad Est le testimonianze pertinenti ai primi secoli del Cristianesimo, a Nord cimeli più tardi: medioevali e moderni. Nel catalogo, che segue un taglio genericamente cronologico, rispettando la disposizione degli oggetti collocati sulle pareti, Faccio si sofferma sull'iscrizione allorchè tratta del braccio Sud del porticato. Nel 1924 l'iscrizione è riportata per esteso, doveva quindi essere ancora perfettamente leggibile, sul catalogo del Lapidario redatto da G.C. Faccio. Da essa egli prendeva lo spunto per ricordare come diverse tombe dovessero essere anticamente collocate lungo il fianco Nord della chiesa. Quando, in occasione dei lavori promossi dal Pettenati (si veda la scheda di catalogo relativa al Chiostro) si costruirono dei muri di sostegno allineati in corrispondenza degli speroni della chiesa, esse furono distrutte, ad eccezione di questa tomba (con relativa iscrizione), preservata perchè recentissima (G. C. Faccio, "Catalogo del Museo Lapidario Bruzza di Vercelli", Vercelli 1924). I caratteri epigrafici adottati ben si adattano con la data apposta in basso. Essi imitano, infatti, una scrittura capitale del I-II sec. d.C. e si collocano nell'ambito della ripresa umanistica dell'antichità classica. Vi permangono però dei retaggi medioevali ad indicare, per la redazione del testo, non un filologo umanista, un antiquario, ma un anonimo personaggio genericamente influenzato dalla ripresa dei moduli colti della classicità; si vedano l'abbreviazione di "Cesareusque", la cediglia al posto del dittongo (terza riga) e la "d" che rivela una contaminazione tra la capitale e l'onciale.. Anche il latino non è del tutto depurato dal rettaggio tardo medioevale. I caratteri epigrafici e l'impaginazione complessiva dell'iscrizione ne rivelano la stretta affinità con due lapidi vercellesi esposte al Museo lapidario Bruzza, ora, dopo il trasferimento del Lapidario, avvenuto negli anni Trenta, murate al Museo Leone di Vercelli, schedate rispettivamente al n° 199 e al n° 200 nel catalogo Faccio del 1924 e datate 1509 e 1495 (Faccio, op. cit.). Non si hanno purtroppo notizie sul personaggio cui l'iscrizione funeraria era dedicata
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034287
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI parete, in basso - [---] E [---] MORT(IS) [---] (ES HIC) [---] ER BREVI CONCLUDITUR TUMULO/ [---] OMES M[---] EN PAT [---] (ATUS DU)CTOR CESAREUSQUE DEAURATUS MILES/ [---] DULCES EXUVIE ET IN SP[---] QUIESC[---]/ XV [---]/ [---] NOVEMBRIS - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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