tavole della legge
decorazione a ricamo,
1700 - 1709
Fra nuvole di fumo sulle quali si riflettono rosse lingue di fuoco uscenti da corni, si trova il monte Sinai sovrastato dalle Tavole della Legge e cinto da una staccionata argentata e animato da cespugli, arbusti e sul retro da cipressi. Ai lati del monte, sin dalla base del parokhet, sono raffigurati in posizione speculare due tralci nascenti da una fontana, entro breve recinto a balaustri fiancheggiato da cipressi. Dal tralcio, serpeggiante verso l'alto nascono foglie, fiori e frutti di vario tipo fra cui uva, pere, grandi fiori esotici, fiorellini e pampini verticali
- OGGETTO decorazione a ricamo
- AMBITO CULTURALE Manifattura Francese Manifattura Italiana Ambito Ebraico
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Tempio Israelitico
- INDIRIZZO piazzetta Primo Levi, 12, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nella scena della presentazione delle tavole della Legge puntuali sono i riferimenti biblici alla costruzione del recinto destinato a tenere il popolo lontano dalle pendici del Sinai, alla densa nube che copriva il monte, al fortissimo suono di trombe (corni), al fuoco e al fumo che accompagnano la manifestazione di Dio sul Sinai, riferimenti che trovano corrispondenza nella sottostante iscrizione (Esodo 19). Questa raffigurazione allude alla ricorrenza del Shavuot, festa primaverile dedicata alla presentazione a Mosè dei dieci comandamenti e dell'intero Pentateuco o Torah e contemporaneamente al raccolto e in particolare alla mietitura. La presenza dei rigogliosi tralci richiama l'usanza di ornare la sinagoga in quest'occasione gioiosa con fiori e piante, anche da frutto. Un motivo simile è presente in un altro parokhet veneziano, prossimo al nostro per datazione e interamente ricamato da "Stella moglie di Isacco Perugia" (cfr. S. CUSIN, Arte nella tradizione ebraica, Milano, 1963, pp.non numerate). Di influenza orientale e particolarmente persiana, dovrebbe essere la presenza dei cipressi che troviamo anche in raffigurazioni ebraiche arcaiche. I tralci fioriti laterali sono singolarmente vicini a ricami centro-europei eseguiti in lana. Questi indizi geografici suggeriscono già di per sè una provenienza del parokhet dall'Italia nord-orientale, ipotesi rafforzata da una breve indagine sui cognomi che compaiono nell'iscrizione dedicatoria: se infatti tipicamente veneto anche se non probante per l'ampia diffusione, è il cognome Luzzatto, più raro è il cognome Hefez. Questo poi italianizzato in Gentili appare diffuso nel periodo in quesitone proprio in area veneto-friulana fra Gorizia, Trieste, Verona e Venezia (cfr. Encyclopedia Judaica, ad vocem Gentili e F. Luzzatto, 1964, p. 74). La mancanza di documenti d'archivio non permette di chiarire come l'arredo sia giunto in Piemonte. Si veda V. NATALE, scheda n. 4 in AA. VV., Ebrei a Torino, catalogo della mostra, Torino, 1984, p. 172
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso non cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034212-1
- NUMERO D'INVENTARIO 172
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- ENTE SCHEDATORE Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia Onlus
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
2018
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0