calice,
Costituito da quattro pezzi separati: alal coppa è saldata un'asta sulla quale si innestano il fusto e la base. Base esagonale percorsa lungo il bordo da tre fasce di cornici decorative e ripartita nella parte interna in spicchi triangolari contenenti alternativamente cherubini e melagrane. Teorie di foglie ed altri elementi decorativi vegetali percorrono le superfici dei nodi e del fusto. Quello centrale, di forma ovoidale, è attualmente montato al contrario rispetto all'originario assemblaggio delle parti. Il sottocoppa è scompartito in sei facce occupate da cherubini alternati a vegetali
- OGGETTO calice
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MATERIA E TECNICA
argento/ sbalzo
- AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
- LOCALIZZAZIONE Villanova Mondovì (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'iscrizione sotto il piede nel segnala il committente o il donatore; Domenico Ramondetti apparteneva ad una famiglia legata alle élites cittadine di Mondovì, che si distinse particolamente nella seconda metà del Cinquecento per gli investimenti devozionali in area monregalese. Nel 1574, BArnaba Ramondetti appose il proprio nome sul rabernacolo a parete della parrocchiale di S. Caterina di Villanova e due anni dopo (1549) fondò la cappellania dell'Epifania nella cattedrale di Mondovì (si veda la scheda di soprintendenza di G. Dardanello), della quale, nel 1581, divenne cappellano Domenico Ramondetti (Mondovì, Archivio della Curia Vescovile, Registrum Collationum Beneficiorum ad anno 1553 ad annum1589, fasc. 2°, 1581). Nel 1583 i Ramondetti furono tra i promotori della nascita della nuova parrocchia dei Santi Michele e Giovanni Battista di Pianfei, alla guida della quale venne posto dal 1592 proprio Domenico Ramondetti (Mondovì, Archivio della Curia Vescovile, Registrum Collationum Beneficiorum ad anno 1553 ad annum1589, fasc. 4°, 1582). L'esistenza di un rituale di soggezione che obbligava il parroco di Pianfei ogni anno, nel giorno di Santa Caterina, a offrire tre libbre di cera bianca alla parrocchia madre di Villanova, era ancora documentata nel 1668 (Mondovì. Archivio della Curia Vescovile, Visita pastorale di Monsignor Michele Beggiamo (1658-1671) c. 278v.). E' possibile che il calice di Domenico Ramondetti sia pervenuto alla parrocchia di S. Caterina per motivazioni analoghe, ma non si conoscono al momento documenti che possano confermare questa ipotesi. Il calice, databile tra la fine del XVI secolo e l'inizio del successivo, appartiene a quel momento di intenso rinnovamento degli arredi liturgici più direttamente coinvolti nella celebrazione del sacrificio eucaristico, che ebbe luogo nella diocesi di Mondovì sulla spinta delle visite pastorali e dei decreti del vescovo Castruccio nell'ultimo decennio del Cinquecento. La tipologia compositiva e degli elementi decorativi di questo esemplare sono ampiamente diffuse nell'Italia nord-occidentale (si confronti il calice dell'Oratorio del Gesù a Casale Monferrato pubblicato in C. Caramellino, Argenti e tessuti inediti delle chiese casalesi, in "Quarto congresso di antichità e d'arte, Casale 1974, pp. 510, scheda 6; 523, tav. 6). E' probabile che la lavorazione del calice sia avvenuta in area locale o in territorio piemontese, ma occorre non dimenticare il lungo elenco di suppellettili (calici, pissidi, turiboli, navicelle, lampade, croci, candelieri...) "da proveder da Milano" per le parrocchie della diocesi di Mondovì, stilato dal vescovo Castruccio in appendice alla visita pastorale del 1593 (Mondovì. Archivio della Curia Vescovile, Visita pastorale di Monsignor Castruccio (1593)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100031108
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1982
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI Sotto il piede - PRESBITERI . DOMINICI . RAMONDETI - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0