reliquiario - a ostensorio, serie - bottega piemontese (metà, prima metà sec. XVII, sec. XVIII)

reliquiario a ostensorio, 1700 - 1749

Ad un semplice piedistallo tornito è fissata la mostra costituita da una cornice ovale argentata e dorata, con un intaglio a volute vegetali e teste di cherubini alternati. Vistose differenze tra i due reliquiari sono ravvisabili nella foggia della tornitura del fusto e nell'organizzazione delle teche, una delle quali è stata interamente sostituita. Quella verosimilmente più antica presenta un fondo di legno dorato e percorso da un motivo a foglioline blu cupo, con incavi circolari e quadrangolari a fondo rosso vivo in cui sono adagiate le reliquie. Al centro una teca con cornice in filigrana d'argento. I nomi dei Santi, scritti in oro su minuscoli cartigli cerulei, sono indecifrabili. La teca del secondo reliquiario presenta invece un fondo ligneo recente ricoperto da una vernice rosso spento cui sono applicati fiorellini di carta verde e giallo pallido. Le sei reliquie (SS. Domenico, Giacinto, Caterina da Siena, Giulia, Giovanni e Giuseppe), racchiuse in sei piccole cornici in filigrana d'argento, sono inserite in incavi circolari praticati nel legno di fondo

  • OGGETTO reliquiario a ostensorio
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ argentatura/ doratura/ pittura
    CARTA
    argento/ filigrana
  • MISURE Altezza: 59
    Larghezza: 30
  • AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Basilica minore della B. V. di Loreto
  • INDIRIZZO via Sada, Tortona (AL)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nessun documento sicuro è finora emerso circa la datazione e la provenienza dei due reliquiari. La tipologia della mostra ovale decorata con volute vegetali e teste di cherubini richiama modelli diffusi in epoca barocca, qui riproposti in un intaglio di non altissima qualità e uscito probabilmente da una bottega locale. La sobrietà della decorazione e la disposizione ordinata degli elementi fa propendere per una datazione alla metà del XVII secolo. Va rilevata però la non perfetta coincidenza dei due oggetti, che denunciano ad un confronto attento una serie di sottili differenze, tali da rendere plausibile l'ipotesi dell'intervento di due artigiani distinti. Il reliquiario con i sei astucci filigranati palesa uno scadimento nella qualità dell'intaglio ravvisabile nella più tozza tornitura del fusto e nella realizzazione del motivo della cornice ovale: i cherubini sono segnati da una schematizzazione che irrigidisce le ali in una serie di falde parallele o (è il caso di quello in alto) la riduce a geometriche virgole, mentre il ricciolo delle volute fogliate si è trasformato in una piccola sfera. Sembrerebbe pertanto legittimo avanzare l'ipotesi si una realizzazione più tarda, costruito ad imitazione del reliquiario più antico. Purtroppo le manomissioni cui sono state sottoposte le teche e la parziale illeggibilità dei cartigli non fornisce ulteriori appigli. E tuttavia dagli inventari di Luigi e Ottavio Agostino Scorza sappiamo che le reliquie di S. Orsola vennero ad una data imprecisata suddivise in due reliquiari di legno dorato (cfr. Inventari Scorza 1755-56 e 1782). Le reliquie della santa e delle sue compagne erano oggetto di una speciale venerazione da parte dei confratelli di Loreto e venivano esposte ogni anno il 21 ottobre. E nel 1622, per sollecitarne il culto, era stata eretta una Compagnia di donne sotto la protezione di S. Orsola (cfr. E. Bussa, "Memorie dell'inelita Tortona", 1766, ms). Si tratta pur sempre di indizi molto vaghi e tuttavia si sarebbe tentati di avanzare l'ipotesi che dette reliquie fossero in origine conservate nel più antico di questi due reliquiari e che successivamente venissero ridistribuite commissionandone uno nuovo, forse intorno alla prima metà del Settecento. Quale fosse poi l'originaria disposizione delle reliquie all'interno dell eteche è difficile arguire, dato che un intervento piuttosto recente ne ha pressocchè cancellato le tracce. In un caso al centro della teca è stato adattato un astuccio filigranato con le reliquie di otto santi (SS. Caterina, Cristoforo, Filippo, Beatrice, Pudenziana, Felice, Cosma, Damiano, Gregorio Magno) riposte, come suggerisce l'autentica del 6 aprile 1844 "in theca ex auricalco ovalis figurae" (cfr. Autentiche n° 10 reliquie quali si conservano nelle finestre del Presbiterio, ms). Sul secondo reliquiario l'intervento fu più radicale e comportò l'intera sostituzione del fondo e l'inserimento di sei astucci in filigrana contenenti una serie di reliquie tutte autenticate tra 1843-44 (SS. Domenico, Giacinto, Caterina da Siena, Giuseppe, Giovanni, Giulia; cfr. Autentiche n° 10 reliquie quali si conservano nelle finestre del Presbiterio, ms.). Purtroppo la genericità della descrizione non consente il riferimento agli oggetti qui presi in esame. E' probabile però che un'ulteriore ricognizione d'archivio possa portare alla luce notizie meno ambigue su tutte le fasi dell'intera vicenda
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100030963
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1982
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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