servizio di cartagloria, insieme - bottega lombarda (seconda metà sec. XVII)

servizio di cartagloria, 1650 - 1699

L'impianto architettonico sorge da uno zoccolo profilato da cornici modanate e scandito dagli aggetti del corpo centrale e dei due laterali. La zona mediana presenta due teche rettangolari ed una più piccola, centinata, al centro chiusa tra due lesene piatte. Nel fastigio si apre uno specchio quadrangolare fiancheggiato da volute in cui è inserito un riquadro in lamina lavorata a sbalzo e a cesello con l'immagine della Trinità, sormontato da un timpano cui è fissata l'effige a sbalzo di San Paolo. Le superfici, dipinte in nero, sono arricchite da applicazioni in lamina ad andamento nastriforme e con volute vegetali in cui inscrivono minuscoli fiori. Analogo è l'impianto semplificato che incornicia, nelle due cartegloria più piccole, un'unica teca rettangolare

  • OGGETTO servizio di cartagloria
  • MISURE Altezza: 72
    Larghezza: 60
  • AMBITO CULTURALE Bottega Lombarda
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Basilica minore della Beata Vergine di Loreto
  • INDIRIZZO Piazza Antico Borgo del Loreto, s.n.c, Tortona (AL)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sul retro della cartagloria sono visibili frammenti incollati di carta e di tela di canapa, probabilmente residui di un'antica foderatura. La faccia posteriore dell'elemento centrale presenta incongruenze e tracce di manomissioni recenti. I due specchi laterali sono stati piallati lungo i perimetri forse in occasione di una sostituzione dei vetri primitivi con altri più spesi che resero difficoltoso l'incastro delle asticelle e il loro fissaggio mediante chiodi. I due piedistalli che sovrastano i mezzi timpani laterali recano un foro dove erano fissate due effigi di santi simili a quella di S. Paolo che corona il fastigio, come già segnalava la scheda del 1928 redatta dal priore Giovanni Valdi. I prototipi di queto impianto architettonico sobrio e di eleganti proporzioni vanno cercati nella vasta produzione di oggetti a intaglio con applicazioni in lega d'argento che si diffond nell'Italia Settentrionale a partire dai primi decenni del Seicento e che conta diversi esempi anche in Piemonte. Dalla aggraziata cornice che inquadra la piccola Natività di Bartolomeo Schedone a Trino Vercellese (A. Bondi, "Inventario Trinese. Fonti e documenti figurativi", catalogo della mostra, Trino 1980) alla cassa reliquiario di S. Carlo Borromeo a Testona ("Ricerche a Testona. Per una storia della comunità", catalogo della mostra, Testona 1980-1981), fino al finissimo reliquiario donato da Massimiliano d'Austria della Chiesa di S. Filippo a Casale (cfr. N. Gabrielli, "L'arte a Casale Monferrato dall'XI al XVIII secolo", Torino 1935). Oggetti che si inseriscono in una corrente di gusto che trova significativi riscontri nella produzione degli orafi e artigiani della Germania Meridionale ("Wittelsbach und Bayern, Um Glauben und Reich Kurfurst Maximilian I", catalogo della mostra, Monaco 1980, vol. II/1) come già indicava G. Romano in occasione delle due mostre di Trino e Testona. Tuttavia una datazione ai primi decenni del Seicento appare troppo precoce per le cartegloria di Tortona, caratterizzate da una ridondanza decorativa ravvisabile sia nella decorazione in lamina che nel motivo ondulato delle volute addossate sui fianchi verticali e ai lati del fastigio. Un esempio stilisticamente più prossimo, tanto nell'impianto che nelle applicazioni in lega d'argento con volute a ricciolo ed elementi floreali è il tabernacolo dell'Assunta di Locarno, datato alla seconda metà del XVII secolo e uscito probabilmente da botteghe milanesi (V. Gilardoni, "Locarno e il suo circolo", Basel 1972). E a Milano infatti rimangono numerose testimonianze di questo genere di produzione, come alcuni oggetti conservati nei tesori del Santuario di S. Maria preso S. Celso (F. Reggiori, "Il Santuario di S. Maria presso S. Celso e i suoi tesori", Milano 1968) e di S. Maria della Passione ("S. Maria della Passione e il Conservatorio Giuseppe Verdi", Milano 1981), cui vanno collegati anche i due reliquiari a edicola di Arona, anch'essi databili alla seconda metà del XVII secolo (G. Gentile in G. Romano (a cura di), "Arona sacra. L'epoca dei Borromeo", catalogo della mostra, 1977). Vale la pena infine di segnalare a confronto di questa datazione anche un labile e ambiguo indizio documentario. Nell'ultima parte della scritta incisa a fuoco sul retro della cartagloria centrale sembra di leggere un "65", mentre la parola "Crotta" potrebbe riferirsi, se non a quell'Antonio Francesco Crotta amministratore della Confraternita tra il 1689 e il 1690, almeno ad uno dei membri della sua famiglia
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100030953
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1982
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI retro cartagloria maggiore, su cartellino - LORETO 55 - a impressione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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