ostensorio architettonico, opera isolata di Balbino Carlo Agostino (primo quarto sec. XIX)

ostensorio architettonico,

Piede circolare con bordo decorato da fogliette frastagliate in rilievo; decorato da festoni, volute a ricciolo e cherubini. Sulla base sono le lettere CA intrecciate. Nodo a balaustrino a sezione circolare, scanalato con cherubini. Coppa bombata con foglie; campana in vetro con montanti a volute vegetali e motivi di drappi retti da cherubini in alto. Coperchio rialzato con ghirlande di rose e crocetta apicale

  • OGGETTO ostensorio architettonico
  • MATERIA E TECNICA argento/ cesellatura/ doratura/ fusione/ sbalzo
    VETRO
  • ATTRIBUZIONI Balbino Carlo Agostino (1777/ 1858-1867)
  • LOCALIZZAZIONE Vicoforte (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il punzone dell'argentiere è ascrivibile al torinese Carlo Balbino, documentato come argentiere tra 1798 e 1824 (A. Bargoni, Mastri Orafi e Argentieri in Piemonte, Torino 1976, p. 45, fig. B17; E. Castelnuovo - M. Rosci, Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna. 1773-1861, catalogo della mostra, Torino 1980, vol. II, p. 628). Il punzone con il toro è quello in uso presso l'Ufficio del Marchio di Toribo dal 1824, anno della nuova regolamentazione decimale; l'aquila coronata attesta iinvece il primo titolo dell'argento (950 %) e fu introdotta nel 1824, con successivi provvedimenti fino al 1829 (A. Bargoni, Mastri Orafi e Argentieri in Piemonte, Torino 1976, pp. 16-17, tav. XII 1-4). Balbino è documentato come attivo per il santuario negli anni 1822-1823; si legge infatti nei conti (Vicoforte, Archivio Santuario,Conti (1816-1860): "1822, 9 gennaio - A Balbino orefice in Torino a conto dei lavori ad esso affidati £. 3000"; "1823, 22 luglio - A Balbino orefice in Torino per due grandi lampadari d'argeno coma da nota e quittanza £. 6200". Databile con sicurezza agli anni intorno al 1824 è anche un calice conservato in museo dello stesso argentiere, però molto più semplice e riecheggiante stilemi seicenteschi. Anche riguardo all'oggetto in questione non è dato riscontrare in Archivio la documentazione, sebben ele iniziali "CA" sul piede facciano pensare ad una donazione di Carlo Alberto; la corona sul monogramma è quella del Principe di Carignano (Carlo Alberto divenne re nel 1831. Per i problemi riguardanti la committenza artistica di Carlo Alberto si rimanda a E. Castelnuovo - M. Rosci, Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna. 1773-1861, catalogo della mostra, Torino 1980, vol. I, p. 367). Il partito decorativo dell'oggetto è molto complesso e raffinato, proprio di quest'epoca, con motivi vegetali ancora ispirati ai disegni ed agli argenti del Boucheron. Si possono istituire confronti con altri argenti coevi conservati in sacrestia: il calice dell'argentiere Domenico Biesta (meno raffinato) e l'ostensorio dell'argentiere Duretti, le cui teste di cherubino si staccano allo stesso modo dalla base
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100030921
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1982
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI Sulla base - CA - lettere capitali - a rilievo -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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