stendardo processionale, opera isolata - manifattura italiana (metà, primo quarto, fine/inizio sec. XVIII, sec. XIX, secc. XIX/ XX)
Lo stendardo, sorretto da sei bastoni, presenta due diverse figurazioni su recto e verso. Armatura: raso da 5 , faccia ordito di seta color avorio. Ricamo in cornice architettonica: canotiglia (?) in rame dorato e filato, rame lamellare, rame riccio, con anima di seta gialla, paillette; ricamo a punto piatto e a punto pieno, con anima di cartone per uno spessore minimo di sc. 5 per il cherubino; ricamo con fili di seta policromi con ricamo a punto lanciato ed erba per i fiori. Scena centrale: dipinta, ricamata con fili di seta policroma ad agopittura, a punto lanciato, a punto stuoia, a punto erba. Integrazioni con fili di seta e cotone (?) a punto erba e punto piatto. Fodera: interna di sostegno doppia tela di seta grezza (?) color corda. Frangia e fiocchi: metallo dorato riccio. Cimasa: metallo dorato, sbalzato e stampato. Rosoni: metallo dorato, sbalzato, a volute. Bastoni: n° 6 bastoni vertoicali di canna dorata a foglia con incisioni e in parte rivestiti di seta color rosso cremisin n° 1 trasversale di metallo (ottone). Basamenti: n° 4 ottagonali di granito rosa e ferro battuto
- OGGETTO stendardo processionale
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MATERIA E TECNICA
GRANITO
Ottone
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MISURE
Altezza: 280
Larghezza: 160
- AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana
- LOCALIZZAZIONE Oleggio (NO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1924 la Confraternita del S.mo Sacramento o del Corpus Domini, da cui proviene lo stendardo, risulta "la più fornita di documenti e di privilegi" (C. Beltrami, "Ordini religiosi e Confraternite in Oleggio, memorie", Novara 1924). Ora, delle Confraternite nell'Archivio Parrocchiale sono conservati un Libro dei Conti e pochi documenti. Si spera di riuscire a rintracciare anche gli altri citati nel 1924. Le poche notizie ricavate dal Libro dei Conti e dalle Visite Pastorali riguardano riparazioni generiche eseguite per gli stendardi negli anni 1773/1816, notizie che non permettono l'identificazione dei paramenti citati. Del 21 febbraio 1773 è la seguente nota: "Al sig. Cordera orefice - acquistato croce d'argento dello stendardo - lire 35"; poi, senza data, "Pagato al sig. Pietro Donato Colombo ricamatore per un emblema del stendardo dell'Oratorio acordato in lire 135"; e il 10 novembre 1816: "Pagato... per seta per giustare il stendardo... lire 14.3". (Frequenti sono invece i riferimenti del baldacchino di saglia d'oro acquistato nel 1774). Nel 1819 la Confraternita acquista un nuovo stendardo di damasco rosso con il Crocifisso e due immagini dei SS. Pietro e Paolo con due angeli, di cui non vi è traccia in Museo, e nel 1822 paga lire 60 a Pietro Donati Colombo "per aver rifatto lo stendardo come da mandato del sig. Priore lire 60". Le scene raffigurate nelle due facciate hanno temi strettamente connessi al'intitolazione della Confraternita: il Cenacolo e l'Adorazione dell'Eucarestia da parte dei contitolari della chiesa parrocchiale oleggese, i SS. Pietro e Paolo, secondo lo schema della Pala d'altare dell'Oratorio della Confraternita, conservato nel Museo Oleggese. Il discreto stato di conservazione delle imponenti cornici architettoniche, soprattutto quella del verso che pare integra nella sua composizione, suggerisce quale doveva essere la bellezza e la preziosità del ricamo anche delle scene, sfigurato ora da un paesante intervento di frainteso restauro integrativo, eseguito negli anni 1950/1954 circa, che ha svilito nell'esecuzione di un ricamo privo della ricca gamma delle gradazioni dei colori che componevano l'originale, riscontrabile nei pochi tratti salvatisi dall'intervento, la ricca policromia del ricamo basato su una svariata gamma di colori sfumati e la delicatezza degli incarnati in gran parte liberi ma pesantemente contornati dal ricamo aggiunto. Lo stato di conservazione del fondo dello stendardo può ritenersi buono, forse perchè rinnovato e integrato con i tralci fioriti (?) delle cornici nel corso del secolo XIX ad opera del ricamatore Colombo, che già nel 1817 e 1818 aveva realizzato un importante lavoro ad Oleggio: lo stendardo per la Confraternita dell'Annunziata (Museo Religioso, inv. n° 63) e che fornisce la stessa Confraternita del S.mo Sacramento di "Torchie e candeglieri nel 1819". Infatti le cifre di Lire 60, non poco nel 1822, potrebbero giustificare tale operazione. Le cornici architettoniche del gonfalone esaminato si collegano ad un gusto proprio della prima metà del secolo XVIII, consueto anche per le suppellettili sacre, quali reliquiari d'argento con motivi architettonici arricchiti da motivi fitomorfi reso in modo più o meno naturalistico (N. Gabrielli, "Arte e cultura ad Asti attraverso i secoli", Istituto Bancario S. Paolo, Torino 1977; "Arte e vita religiosa a Carignano", catalogo della Mostra, Carignano 1972; "S. Francesco di Cassine", Torino 1979; "L'arredo sacro e profano", Parma 1979; A. Bondi, "Inventario Trinese. Fonti e documenti figurativi", catalogo della mostra, Trino 1980) e da motivi a griglia romboidale presenti anche nei tessuti nel Setecento (D. Devoti, "L'arte del tessuto in Europa", Milano 1974) ripresi sovente nel corso del secolo XIX nei paramenti realizzati da importanti ditte milanesi quali la Bertarelli fino al 1911 ("Forniture generali per chiese: Catalogo generale della ditta Fratelli Bertarelli", Milano, s.d. ma 1911) e la Ditta Morera, di cui si conserva in archivio ad Oleggio un foglietto pubblicitario della seconda metà del XIX secolo. Lo stendardo oleggese potrebbe essere quindi il risultato del lavoro di riporto, nella prima metà del secolo, verso il 1816-1822 e forse di altri anni, eseguito da parte di P.D. Colombo, di uno stendardo più antico, realizzato in data anteriore al 1756, anno in cui si apre l'unico Libro dei Conti della Confraternita rimasto, e nel quale non è segnato l'acquisto. Lo stendardo fu sicuramente oggetti di altri interventi verso la fine del secolo XIX e l'inizio del XX, che potrebbero essere individuati con un ulteriore esame del manufatto, anche se in gran parte sfigurato e appesantito dal "restauro" degli anni '50.)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100030912-0
- NUMERO D'INVENTARIO 511
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1982
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0