stendardo processionale, opera isolata di Colombo Pietro (primo quarto sec. XIX)

stendardo processionale, 1817 - 1818
Colombo Pietro (notizie Primo Quarto Sec. Xix)
notizie primo quarto sec. XIX

Lo stendardo, sostenuto da due bastoni verticali e da uno trasversale con un cherubino all'estremità, presenta su ognuna delle due facce un medaglione centrale rettangolare e un bordo che funge da cornice, con quattro ovali figurati per parte. Il lato inferiore del gonfalone è finito da un bordo a tre festoni, più due dimezzati, con motivi simili a quelli della cornice, e bordato da una frangia dorata con nove fiocchi pure dorati

  • OGGETTO stendardo processionale
  • MATERIA E TECNICA filo di seta/ ricamo
    seta/ raso
    seta/ pittura
    seta/ tessuto/ ricamo
    metallo/ sbalzo/ doratura
    seta/ ricamo a punto erba
    filo/ ricamo a punto piatto
    seta/ ricamo a punto catenella
    filo d'argento
    seta/ ricamo in oro
    seta/ ricamo a punto lanciato
    filo dorato/ lavorazione a telaio
  • MISURE Altezza: 244
    Larghezza: 165
  • ATTRIBUZIONI Colombo Pietro (notizie Primo Quarto Sec. Xix): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Oleggio (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'oggetto è stato trasferito nella collocazione attuale perchè non più in uso nelle funzioni di culto. Lo stendardo esaminato potrebbe identificarsi con quello ordinato il 21 ottobre 1817 dalla Confraternita della S.ma Annunziata di Oleggio al ricamatore Pietro Colombo, secondo i 14 capitoli della convenzione sottoscritta da entrambe le parti, per le somme di L. 2.750 Milanesi, con la supervisione dell'ing. Gio Pizzotti e del pittore Gio. Ferrari, oleggesi, e benedetto solennemente il 29 marzo 1818, giorno di Pasqua e ricorrenza dell'Annunciazione, dal Vescovo Morozzo, all'altare maggiore della chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo (cfr. Archivio). La descrizione del gonfalone coincide, nelle scene centrali e nella composizione degli ovali del verso, mentre sul recto, al posto dello Sposalizio previsto dal Cap. 4 del contratto, ora vi è "Gesù fra i dottori", di cui non si fa menzione nel contratto. Corrispondono i colori dei bordi, anche se il buono stato della decorazione, sommato alla vivezza dei colori, più accesi rispetto alle parti figurate, la presenza dei due bastoni di sostegno anzichè i quattro previsti, e dei rosoni a testa di cherubino, anzichè a foglia d'acanto (cap. 12), fanno presumere un adattamento o un restauro dell'antico stendardo in tempi recenti, di cui non si hanno dati d'archivio. Anche la ddescrizione del materiale impiegato sembra coincidere con quello esistente, e si rivela prezioso per l'individuazione di alcuni termini quale l'oro di Lione per il ricamo dei bordi, cap. 10, e la "cascatina macchiata di buon gusto moderno", cap. 11, "d'oro fino", di diverse altezze per la frangia. La scena dell'Annunciazione è ripresa, con una certa libertà e secondo l'accordo stipulato nel contratto, (cap. 3), dalla pala omonima dell'altare maggiore della chiesa di S. Maria Annunziata, sede della confraternita omonima, e attribuita per tradizione al F. Nuvolone. Per gli ovali l'autore pare essersi ispirato alla serie di Misteri del Rosario della fine del sec. XVIII, conservati presso il Museo Oleggese, e provenienti dalla confraternita omonima. La Decollazione di S. Giovanni Battista è da ritenere una rielaborazione di un'opera di gusto ceranesco, per la ripresa prospettica dal basso, la monumentalità della figura, propria del Seicento lombardo, e forse in collegamento al dipinto che doveva trovarsi nella cappella omonima di S. Maria Annunciata sino ai primi decenni di questo secolo, per ora non rintracciabile (A.S.D.N.T. 453, 267, f. 15r, T. 290, f. 16). E' forse a questo altare che si doveva collegare "una consuetudine antichissima: si dà la benedizione con il S.mo Sacramento in tutti i lunedì dalle 11 alle 12 meridiane nella chiesa sussidiaria di S. Maria in suffragio delle anime dei poveri giustiziati, previo canto del De Profundis" (ASDN, T. 453, quesito 15, a. 1879). La corretta identificazione del soggetto iconografico degli ovali del verso si ricava dal contratto de 1817. Si tratta di santi venerati presso la chiesa di S. Maria Annunziata, da cui proviene lo stendardo. Le tre sante, Cecilia, Apollonia e Lucia, contitolari dell'altare presso l'angolo sud-ovest della chioesa, almeno fino al 1744 (ASDN, T. 267, f. 15r) sono raffigurate secondo un'iconografia abbastanza diffusa dal Martirologio Geronimiano (cfr. AA. VV., "Bibliotheca Sanctorum", Roma 1962, vol. II e vol. VIII). Ai SS. Marcellino e Severina è dedicato l'altare posto a nord della stessa chiesa, con sovrastante statua dell'Immacolata Concezione, altare con marmi neri, proveniente dalla demolita chiesa di S. Protaso di Milano mel 1930 (lapide in loco). Al 1699 risalgono le disposizioni per esporre i corpi dei due santi martiri "collocat già in due belli e preziosi depositi" (ASDN, T. 229, f. 443r) e portati da Roma nel 1655 (cfr. Archivio) i corpi. Nulla si sa della venerazione e relazione dei due santi, l'accostamento dei quali non è citato nel Martirologio, santi identificabili solo in base alla data delle loro festività: uno in S. Marcellino tribuno, festeggiato il 27 agosto secondo il Martirologio Geronimiano (cfr. AA. VV., "Bibliotheca Sanctorum", Roma 1962, vol. VIII) con altri santi martiri che ad Oleggio non compaiono, l'altra in S. Severa (o Severina?), anticamente festeggiata il 13 agosto, come ad Oleggio, e secondo il martirologio romano il 20 luglio (cfr. AA. VV., "Bibliotheca Sanctorum", Roma 1962, vol. XI). Forse è da ricercarsi qualche collegamento con la chiesa romana presso la quale venne aggregata la Confraternita dell'Annunziata nel 1586 (A.S.P.O.). Non si hanno dati esaurienti sull'autore dell'opera, Pietro Colombo ricamatore, sia oleggiese oppure che abbia un recapito oleggiese, come era abbastanza consueto per alcune ditte (ad esempio l'argentiere-orefice milanese Malacrida eseguiva alcuni lavori d'argentatura in paese, in determinati giorni della settimana; continua al campo 'OSSERVAZIONI'
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100030904-0
  • NUMERO D'INVENTARIO 63
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1982
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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