assunzione della Madonna

dipinto, ca 1700 - ca 1724
Mari Giovanni Antonio (attribuito)
1660/ notizie fino al 1742

Entro una sottile cornice intagliata e dorata, il dipinto mostra la Madonna, illuminata dalla luce che scende dall'alto, trasportata in cielo su nuvole da angeli e angioletti, uno dei quali porge delle rose e un altro una palma. In basso, intorno al sepolcro, gli Apostoli in atteggiamenti di costernazione e meraviglia; in primo piano, a destra, Giovanni indica all'osservatore il volo della Madonna; dietro il sepolcro, alle spalle di un Apostolo, due giovani teste femminili. Sul lenzuolo, sopra il sepolcro, delle rose. A destra, alle spalle delle figure, l'inizio di un colonnato corinzio accenna ad una apertura in profondità

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Mari Giovanni Antonio (attribuito): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Un dipinto di questo soggetto si trovava nella seconda cappella a sinistra della chiesa della Confraternita al tempo del Bartoli, che in essa cita "La Tavola colla Assunzione di M. V. e i due laterali, uno con Gesù Cristo che si licenzia dalla Madre per incominciare la sua Passione, e l'altro collo stesso che le apparisce dopo d'essere risorto" e annota: "Sono dell'ultime operazioni del suddetto Antonio Mari", di cui ha prima citato l'Annunciazione che si trovava nel Coro (Bartoli, 1776, pp. 5 e 4). Uguale collocazione e attribuzione si leggono nella guida del Derossi (1781, p. 11) e in quelle del Paroletti (1819, p. 174 e 1834, p. 90). Il curato Trucchi, nell'Inventario delle spese parrocchiali (1835/ 1891), ripete le informazioni che il suo collega teol. Maurizio Marocco raccoglie per lui nelle guide citate e nel Lanzi (cfr. foglio a firma teol. Marocco, tra le pagine dell'Inventario citato). Ricapitolando le spese e le attività del 1862, al n. 5, Trucchi segnala: "quest'anno fu anche ripulito l'altare della Assunta a spese dei Veluttai. La balaustra che era in linea retta colle lezzene della Cappella fu allontanata di alcuni centimetri e portata alquanto nel campo della Chiesa"; e, dopo aver ricordato l'Annunciazione del coro attribuita ad Antonio Mari e di recente scambiata con un altro quadro (cfr. scheda 01/00028804), afferma: "per conoscere il merito artistico del Mari basta osservare l'ancona e i due quadri laterali che sono nella Cappella dell'Assunta; sono tutti opere sue. Ha anche alcuni lavori nella chiesa di S. Rocco". L'informazione, riportata ancora nelle schede Vesme (II, p.653), cade successivamente; già nell'opuscolo Notizie storiche sulla Confraternita della SS. Annunziata, del 1861 (p. 21), peraltro pieno di equivoci, l'Assunzione è citata come opera di "Francesco Nuvolino Milanese detto il Panfilo" e sono omessi gli altri riferimenti. La guida dell'Arneudo (Torino Sacra, 1898, p. 62) cita la cappella ma non i quadri e tacciono più tardi il curato Bianchetta celebrando il centenario della parrocchia (La chiesa, ecc.1934) e la Confraternita nell'opuscolo del 1964 (La Confraternita, p.14), che cita genericamente ed erroneamente quadri di Alessandro Mari: ma è comprensibile, poichè i quadri della cappella dell'Assunta non vennero riutilizzati nella nuova chiesa. Così, sia il Tamburini (1968, p. 174) sia il Caramellino, nella voce Giovan Antonio Mari del Dizionario Bolaffi (vol. VII, p. 191), danno per perduti l'Assunta e i due laterali. Non credo che possano esserci dubbi sul fatto che il dipinto ritrovato sia l'ancona della cappella dell'Assunta retta dai Vellutai; tanto più che nel salotto piccolo del primo piano della casa parrocchiale, alloggio del parroco, sono conservati i due laterali, individuabili perfettamente per il soggetto (schede 01/00033672 -33673). Antonio Mari, o forse meglio Maro, come viene citato nei documenti torinesi, priore dell'Accademia di San Luca di Torino nel 1700 e registrato nel censimento torinese del 1705 come pittore di anni 45 abitante nell'isola di San Ludovico, fu attivo per committenze private, ecclesiastiche e di corte certamente dal 1690 al 1727 (Mossetti, 1993, pp. 346-351). Nel 1982 ci chiedevamo se l'attribuzione tradizionale corrispondesse a quanto di certo si conosce del pittore, rimandando in particolare al catalogo proposto dal Bartoli, comprendente opere a Chieri, a Racconigi e, in Torino, in San Rocco, nella chiesa della Concezione e alla Madonna del Pilone. Ci limitavamo al confronto con la tela di San Rocco che predica agli appestati, nella chiesa omonima. Con quest'opera, l'Assunta ha in comune l'impianto scenografico, con l'elemento architettonico dei gradini in una e del sarcofago nell'altra, quasi palco intorno a cui si allargano, il gestire concitato delle mani sottili ugualmente eloquente, i comprimari; lo scorcio obliquo di un personaggio in primo piano e l'avanzare prepotente di alcune teste in luce, mentre il gesto arretra tra lo stupore e l'orrore; e infine alcuni particolari, come il vecchio con la mano sul petto, a destra nell'Assunta e a sinistra nel san Rocco, la mano accennante di quest'ultimo e quella di san Giovanni nell'Assunta, l'affiorare dal fondo di teste giovanili di tratto gentile. L'attribuzione tradizionale trovava perciò conferma; gli studi successivi di Cristina Mossetti sul tessuto di attività e committenze torinesi in città e nel territorio piemontese, infine, collocano l'Assunta a fianco del san Rocco, fra la produzione più tarda del Maro (Mossetti, 1993), in un contesto ricco di attività e testimonianze. Quanto alla cappella dell'Assunta, tra il 1982 e il 1987 è stato possibile ricostruirne interamente l'arredo e il legame con l'Università dei Vellutai (Gulmini, Manfredi, Quazza, 1984; Boschini, Quazza, Rapetti, 1990): rimandiamo per queste notizie alla scheda 01/00028753. (segue in OSS)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100028803
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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