sogno di San Giuseppe

dipinto,

In primo piano, a destra, Guyseppe, seduto, è addormentato col capo apopoggiato al palmo della mano destra, mentre, colla sinistra, trattiene un libro aperto, appoggiato sulle gambe. Sopra di lui l'angelo gli parla all'orecchio, appoggiandogli una mano sulla spalla ed indica, al di là di una porta che si apre nella parte alta e sinistra della tela, la Vergine seduta, colle mani in grembo, intenta ad osservarre la culla in legno, appoggiata ai suoi piedi. In primo piano, a sinistra, sono visibili uno sgabello ed una sega

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Paggi Giovanni Battista (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Gavi (AL)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela è citata per la prima volta nell'inventario del 1906, quando, identificata come "S. Giuseppe confortato dall'Angelo", non figura utilizzata come pala d'altare (Gavi, Archivio Parrocchiale, Inventario della Chiesa Parrocchiale di S. Giacomo Maggiore in Gavi anno 1906). L'assenza di atetstazioni dociumentarie nei documenti anteriori e la mancanza, all'interno della Parrocchiale, di un altare dedicato a San Giuseppe, permettono di escludere l'originaria appartenenza del dipinto alla chiesa, sebbene la provenienza non sia stata accertata. Il quadro è stato collocato dopo la campagna di restauri condotti intorno al 1960 nel luogo dove sorgeva l'altare dedicato a S. Nicola. L'attribuzione al Paggi è stata avanzata da Manzitti che lo ritiene opera del "suo momento maturo più felice" quando "alla lezine toscana" si mescolano "elementi tratti dalla vicenda artistica milanese con particoalre riferimento a talune manifestazioni di Camiollo Procaccini e del Morazzone " (G. MERIANA, C. MANZITTI, Le valli del Lemma, dello Stura e dell'Orba, Genova 1975, p. 77)l L'attribuzione al pittore, costretto ad un ventennale soggiorno in Toscana dal 1579 al 1599 prima di poter definitivamente tornare nella città natale dove ebbe un ruolo di primo piano quale maestro di molti degli artisti della generaziuone successiva (P. TORRITI, Apporti toscani e lombardi, in La pittura a Genova dal Seicento al primo Novecento, Genova 1972, pp. 14-19, 60-61; V. BELLONI, Pittura genovese del Seicento dal Manierismo al Barocco, Genova 1969, pp. 95-104), appare confermata dal raffronto con l'assunzione della Vergine, firmata e datata 1596, della chiesa genovese del Carmine (L. MAGNANI, Chiesa di Nostra Signora del Carmine, Genova 1980, p. 28, fig. 24), opera evidentemente iniziata prima del suo rientro. In questo quadro, assieme alla passiner per glia audaci scorci dei visi ed al diffuso dolce sfumato del chiaroscuro, è ancora presente il fare disegnato ed irrigidito nella descrizione delle pieghe che caratterizza l'opera di Gavi e che andrà a tratti affiorando solo come un ricordo nelle più fluenmti opere successive. La tela presa in esame, con la sua essenziale impostazione di derivazione lombarda, dobvrebbe cronologicmente situarsi fra il 1596 e il 1609, anno di esecuzione delle Nozze di Cana e del Cristo che caccia i mercanti dal Tempio, in San Nicola di Genova, come ha recentemente documentato Belloni restituendo i quadri, precedentemente ascritti a Giulio Bruno (M. NEWCOME, Giulio Benso, in "Paragone", 1979, n. 355, pp. 30-31, tavv. 38-39), al Paggi (V. BELLONI, No. Sono del Paggi, in "La Squilla dei Francescani di Recco", 1980 e 1981)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027615
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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