portale, opera isolata - bottega liguro-lombarda (seconda metà sec. XII)

portale,

Il portale forma un falso protiro per mezzo dei dei due semipilastri addossati lateralmente; la strombatura è movimentata da una semicolonna addossata e dallo stipite che si protende a reggere l'architrave formando un rotolo tenuto da una mano. Il movimento della strombatura, interrotto dai capitelli, è ripreso nella arcata superiore a sesto leggermente acuto formante un archinvolto a costolone e inquadrato in un timpano a spioventi leggermente aggetante. I capitelli dei pilastri presentano due Kyma a foglie, i capitelli delle colonne sono neo-corinzi e l'architrave è ornato da cinque formelle trapezioidali a rilievo. Tutti gli elementi sono superiormente percorsi e raccordati da un fregio a foglie d'acanto e da un fregio vimineo ad occhi e cerchiolini intrecciati. Alla porta si accede tramite due gradini

  • OGGETTO portale
  • MATERIA E TECNICA pietra arenaria/ scultura
  • LOCALIZZAZIONE Gavi (AL)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'elemento decorativo del fregio vimineo, presente anche nel portale maggiore, attesta che entrambi siano stati realizzati in anni contemporanei a quelli dell'erezine della chiesa, vicini al 1172. La mano impugnante il rotolo che orna lo stipite si ripete nel secondo portale del fianco sinistro. Tutta la fascia che compone capitelli ed architrave denota un gusto per elementi neo-romani, già presenti in molte chiese genovesi e in particolare nel duomo, che conferma i legami, già riscontrati per il portale maggiore, delle maestranze con tale area geografica. Le formelle dell'architrave vanno lette, infatti, come reinterpretazioni in direzine puramente ornamentale, delle mensole che accompagnano, ad esempio, gli architravi romani di reimpiego del portale di S. Giovanni del Duomo (C. DUFOUR BOZZO, il reimpiego dei marmi antichi nei monumenti medievali e l'esordio della scultura architettonica del "protoromanico"a Genova, in "Bollettino d'Arte", 1979, n. 3, fig. 13) o della chiesa di S. Donato. La fonte di ispirazione per i capitelli dei pilastri, però, più che reperti originali come l'architrave romano del portale di S. Maria di Castello, sembra essere stata qualche reinterpretazione romanica, come quella che figura nel portale dfi S. Gottardo del Duomo genovese, punto di approdo, all'inizio della seconda metà del XII secolo, dei precedenti recuperi. Legami con quest'ultimo portale sono anche da notarsi, oltre che per il fregio vimineo, per le sculture del portale maggiore della chiesa dfi Gavi. Difficile valutare la contemporaneità o meno dell'arcata superiore, che per il sesto leggermente acuto potrebbe anche aver subito interventi, che per la chgiesa sono documentati nel 1334 e nel 1346. La porta si affaccia in un porticato addossato al fianco della chiesa che fu probabilmente alzato dopo il 1753, quando la visita pastorale ordinò di alzare un muro per restringere e separare la zona dello spiazzo antistante che aveva funzioni di cimitero (Archivio Vescovile di Genova, Decreti Saporiti, foll. 55-56). Il portale, che era stato murato e parzialmente coperto dal porticato (V. MORASSO, La chiesa medioevale di Gavi, Milano 1955; si verdano anche le foto nn. 6436 e 6424 dell'archivio fotografico della Soprintrendenza ai Monumenti del Piemonte) è stato riportato in luce durante i restauri del 1961 (G. C. VACCARI, Le Chiese di Gavi e il diavolo loro architetto, in "Novi Ligure", 23 febbraio 1965). Si veda anche: I restauri di San Giacomo di Gavi, in "Lavoro Nuovo", 15 aprile 1966 e G. PISTARINO, A. FUMAGALLI, Dalla pieve alla cattedrale nel territorio di Alessandria, s. l., 1978, p. 149, tav. 122
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027557
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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