San Michele Arcangelo combatte Satana

dipinto,

Al centro della tela, colto secondo un ritmo di lieve torsione, è raffigurato S. Michele che solleva nella mano destra una spada, mentre colla sinistra abbassata sostiene la bilancia; con i piedi calpesta un demonio atterrato che trattiene, nella destra, un bastone terminante con un uncino a doppia punta. L'arcangelo, che si staglia su un fondo bruno-rossiccio, ha capelli ricci di colore castano chiaro, il volto dall'incarnato levigato contornato, come il resto della figura, da una sottile pennellata scura; le ali sono marroni lumeggiate di chiaro. Indossa una tunica bianca e una lorica scura con frange dorate; sulle spalle è poggiato un mantello marrone-rossiccio, ai piedi porta calzari argentati con decoarzioni a effetto dorato

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Caccia Guglielmo Detto Moncalvo (bottega)
  • LOCALIZZAZIONE Chieri (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela, citata nell'Inventario dei mobili della Compagnia di S. Michele nell'anno 1821 fra i quadri presenti in sacrestia, può venir collocata in prima analisi in ambito moncalvesco, data l'atmosfera chiaramente controriformata dell'insieme e la presenza di stilemi pittorici tipici della cerchia dedl pittore. Una certa timidezza nell'impianto, il gusto "arcaico" dell'impostazione, ancora di tipo tardo cinquecentesco, con la lieve torsine dellsa figura, il particolare della veste bianca svolazzante, la pennellata scura che contorna tutta la figura dell'Arcangelo, denotano però trattarsi di un lavoro di bottega, se pure di buyon livello nella delicata grazia dei particolari e nell'accuratezza della conduzine pittorica. Per giustificare la presenza dell'opera in S. Michele, torna utile ricordare l'assidua presenza del Moncalvo nelle chiese di Chieri nei primi decenni del XVII secolo: nella stessa Parrocchiale di S. Giorgio, il pittore lascia due tele, cui va aggiunto un quadro con lka Sacra Famiglia, opera del Crosio, pittore della cerchia del Moncalvo. Il Caccia è poi attivo anche per la Confraternita di S. Michele, come conferma la stessa documentazione d'archivio. Nel 1605 un certo Bartolomeo Riscano (o Rivano) fa dono alla compagnia della "inchona che sopra il nostro altare" come risulta da un Libro della Confraternita con notizie che vanno dal 1603 al 1609 e come viene confermato dalla "Nota di quelli che ano fatto delli elemosine alla detta Compagnia" (Chieri, Archivio della Chiesa di S. Michele, Libro dei Conti, Chieri, Archivio della Chiesa di S. Michele, Carte sparse). Sempre nel Libro dei Conti troviamo che nel 1605 vengono pagate L. 39.6 a "Gullielmo Pintore per il voltino gli è dipinto". La prima notizia si riferisce quasi sicuramente alla tela che ora si trova sull'altare maggiore della chiesa di S. Michele, opera certa del Moncalvo, in quanto firmata. Per quel che inveced riguarda il "Gullielmo Pintore" si può pensare ancora una volta ad un intervento, oggi perduto, delMoncalvo, anche se nomn è facile determinare dovetale affresco doveva trovarsi. Va ricordato, comunque che, a quanto si può ricostruire dai documenti d'archivio, la Confraternita aveva sede presso un altare nella chiesa di S. Giorgio, per cui l'ipotesi più consistente è quella che l'affresco citato interessasse la volta della cappella della Confraternita, mentre la tela del 1605 doveva ornare l'atare centrale. Il trasloco della compagnia in S. Michele avvenne solo nel 1654, secondo quanto afferma una nota apposta in calce all'elenco dei rettori e fondatori della Compagnia (Chieri, Archivio della Chiesa di S. Michele, Libro Per li Tesorieri della Cerra del Crpus Domini in S. Michelle in Chieri Cominciando del Anno 1732). Già dal 1625 comunque si era dato il via ai lavori in S. Michele, poichè in quella data un documento, rinvenuto fra le carte sciolte dell'Archivio, produce un elenco dei Confratelli che si sono tassati, per una cifra piuttosto ingente, per "la fabrica" della Chiedsa di S. Michele. Proprio in quello stesso anno è registrato, su uno dei Libri dei Conti della Confraternita, un pagamento di L. 9 "per il telaro dil nostro Santo Michele". L'ipotesi che si tratti di un riferimento alla tela in questione sembrerebbe confermata dalla necessità, in un momento di spese ingenti, di acquistare una tela che, in quanto opera di bottega, risultasse meno costosa,pur confermando il buon livello qualitativo degli acquisti della Confraternita e legandosi allo stile del Moncalvo che, vent'anni prima, aveva firmato la tela dell'altare della Compagnia, in S. Giorgio
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027396
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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