Madonna in trono con Bambino e San Savino, San Besso e San Tegolo

pala d'altare, 1761 - 1763

La tela presenta in alto, leggermente spostata sulla destra, la figura della Madonna in trono. Essa, coperta da una veste rosa su cui si avvolge un ampio manto blu, toiene sulle ginocchia il Figlio che il capo biondo voltato verso detrsa, in direzione della figura di S. Savino, vescovo di Spoleto e patrono di Ivrea, su una nuvola ai piedi del trono. Il santo, visto di profilo, porta sul camice bianco a ombreggiature groge, una stola e un piviale verde. In basso, su un gradino, sono due angioletti riicciuti: quello di destra è in piedi, ha la spalla e il braccio sinistro avvolti in un drappo giallo dalle gonfire pieghe e regge un bastone pastorale. Entrambi i putti reggono un cartiglio con la veduta della città di Ivrea, su cui invoca la potrezione divina, come indica il gesto. Sulla destra le due figure di Besso e Tegolo, in abiti da guerrieri:uno in piedi regge un alancia, ha sul capo un cimiero e porta, sulla cotta marrone ornata da una croce; il secondo è inginocchiato, visto di profilo, con lo saguardo rivolto verso S. Savino, la cotta verede è coperta dal manto rosso a fitti panneggi che si avvolge intorno alla vita e al braccio destro. In basso è l'elmo. Sullo scalino sono le palme del martirio

  • OGGETTO pala d'altare
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 270
    Larghezza: 200
  • ATTRIBUZIONI Beaumont Claudio Francesco (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Ivrea (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Opera di alto livello qualitativo,il cui tema iconografico risponde alla precisa esigenza di esaltare, in un quadro di notevoli dimensioni dovuto ad un pittore di chiara fama e collocato nella maggiore delle Cappelle del Duomo, i Santi più cari alla tradizione religiosa eporediese settecentesca rappresentandoli in mistico colloquio con la Madonna, titolare della Cattedrale. Il dipinto è menzionato negli atti della Visita di Pochettini (Ivrea, Biblioteca Diocesana, GM 771/790/ 2, Visita Pastorale di Mons. Giuseppe Ottavio Pochettini, 1789, fol. 973), il quale, descrivendo la Cappella di San Savino, osserca che "in proximo pariete appensa est elegans icon titulum altaris exibens" e successivamente da Mons. D. Riccardi (Ivrea, Biblioteca Diocesana, Visita Pastorale di Mons. Davide Riccardi, 1880, GM 880/895/1, fol. 6) che fornisce una notizia assai imprecisa nell'affermare che "super altare pendet ampla imago B.M.V. assumpte in cielo". La tela venne assegnata a Beumont da Boggio (G. BOGGIO, Il Duomo di Ivrea, Ivrea 1926, p. 182), senza alcuna motivazione, seguito da Mesturino V. MESTURINO, Sancta Maria de Yporegia, Ivrea 1967, p. 138) e da Faletto e Ravera (L. FALETTO, G. RAVERO, Ivrea e Canavese nelle antiche stampe, Ivrea 1977, p. 111). In precedenza Bertolotti (A. BERTOLOTTI, Gite nel Canavese, Ivrea 1872, p. 138), nel fornire una sommaria descrizione del Duomo, affermava, peccando di imprecisine, che nella cappella di S. Savino era conservata una sacra Famiglia "creduta del Beaumont". Mancando purtroppo una qualsiasi documentazione d'archivio che possa far luce sullacommittenza e soprattutto sull'autore, l'ipotesi avanzata dal Boggi appare convincente, come suggerisce l'analisi stilistica. La gamma cromatica che si avvale di colori particolarmene vivaci ed in acceso cbntrasto, le tipologie dei volti, la fattura delle mani ed ancora il modo di drappeggiare mani e vesti, sono elementi propri del linguaggio di Beaumont. Un parallelo abbastanza significativo può essere istituito fra il quadro in esame e la pala con la Vergine e S. Francesco di Sales dipinta nel 1757 per la chiesa di S. Filippo a Chieri (A. BAUDI DI VESME, L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Torino 1963, p. 105; V. VIALE (a cura di), Il Barocco piemontese, catalogo della mostra, Torino 1963, Tav. 89, scheda di A. Griseri): i volti della Madonna e dell'angioletto seduto sono quasi sovrapponiobili a quelli di Maria e dell'angelo in preghiera alla sua destra nell'icona di S. Filippo; molto simile, in entrambe le opere, è anche la movenza della mano di Maria nel sorreggere il Bimbo. La catedrale custodisce, quindi, una prestigiosa opera la cui esecuzione va collocata intorno al 1761-63, epoca nella quale venne ereetta la cappella che la custodisce. Una cronologia confermata dalla veduta di Ivrea, nella quale è presente il Palazzo del Municipio, iniziato nel 1758 e concluso entro il 1761 (E. BORGIALLI, Ricordi storici riguardanti la città d'Ivrea, Ivrea 1863, p. 47; F. CARANDINI, Vecchia Ivrea, Ivrea 1927, p. 38). Il catalogo del Beaumont si arricchisce di un'opera tarda, di poco anteriore alla pala per l'altare maggiore del Duomo di Moncalieri, lasciata incompiuta dal pittore, deceduto nel 1766 e terminata dal collaboratore Molinari (A. BAUDI DI VESME, 1963, V. I, p. 106; V. II, p. 706). Non sarebbe del tutto fuori luopgo ipotizzare un intervento del Molinari accanto al maestro per la nostra pala
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027059
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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